
Due mazzate consecutive. Prima da Schio e poi da Priolo, rispettivamente a -45 e a -20. Un’annata, e non era un mistero nemmeno nelle previsioni di inizio stagione, in nero e senza stelle, almeno al momento, per la Comense (basket femminile di A1). La società lariana sta vestendo i panni della nobile decaduta. Difficoltà economiche, acquisti forse non azzeccatissimi e la mancanza di una giocatrice di punta che tenga unita la squadra sono gli ingredienti di un cocktail amaro, amarissimo. Il primo sorso spetta al numero uno del club, Antonio Pennestrì.“Non va storto nulla – precisa il presidente – abbiamo solo allestito una squadra ovviamente più debole dello scorso anno e di quelli precedenti perché queste sono le nostre attuali condizioni economiche. Abbiamo giocato con i campioni d’Italia, Schio, e i vice compioni, Priolo, che hanno allestito squadre fortissime”.
Sconfitta in calendario da tempo, dunque… “Era più che preventivata e non ci ha toccati minimamente. Era scontata le ragazze comunque hanno reagito positivamente perché hanno giocato con grinta. Ovviamente sempre in proporzione alle loro capacità”
Sconfitta in calendario da tempo, dunque… “Era più che preventivata e non ci ha toccati minimamente. Era scontata le ragazze comunque hanno reagito positivamente perché hanno giocato con grinta. Ovviamente sempre in proporzione alle loro capacità”
Giudizio amaro… “Il nostro camapionato vero comincerà domenica perché incontreremo squadre di tutto rispetto, ma alla nostra portata. Quindi dovremo cominciare a fare punti e preoccuparci se non ne otteniamo. Le due sconfitte non hanno minimamente inciso sul nostro cammino né sulle nostre aspettative”
C’è bisogno di un punto di riferimento? Un leader? Maggiore identita? “Beh, per fortuna è rimasta la nostra Paparazzo che sa interpretare bene il ruolo. Sull’identità è vero…abbiamo rifatto completamente la squadra. Ci sono solo due giocatrici dello scorso anno, quattro straniere che parlano quattro lingue diverse. Devono amalgamarsi, lavorare molto con pazienza. Poi troveremo l’amalgama che oggi manca”.