Cantù, la videocapsula che studia l’intestino

8 ottobre 2013 | 13:05
Share0
Cantù, la videocapsula che studia l’intestino

Una videocamera miniaturizzata che transita nell’intestino e si utilizza per la diagnosi delle malattie digestive. E’ la videocapsula endoscopica, recente acquisizione tecnologica dell’azienda ospedaliera Sant’Anna” di Como presentata questa mattina all’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù.

Una metodica presentata da Eugenio Limido, primario dell’Unità operativa di medicina del Sant’Antonio Abate, in occasione dell’ultima puntata di Medici in diretta.

GUARDA LA PUNTATA DI MEDICI IN DIRETTA SULLA VIDEOCAPSULA:

{youtube}x36HA_TaQdg{/youtube}

Proprio nel presidio canturino saranno seguiti i pazienti che saranno sottoposti a questo esame, un’indagine di nicchia, di secondo livello e terzo livello, che prevede precise indicazioni. “La videocapsula – ha spiegato Limido  – è una videocamera miniaturizzata contenuta in una capsula ingeribile, che riprende il tratto digerente nella sua interezza e nel suo stato naturale, trasmettendo le immagini a un registratore dati indossato dal paziente come una sorta di cintura per circa 8 ore di durata. I pazienti da sottoporre a questo esame sono principalmente quelli nei quali si riscontra un sanguinamento oscuro nelle feci o anemie croniche delle quali è ignota l’origine e per i quali la colonscopia o la gastroscopia non hanno evidenziato lesioni. Si utilizza, quindi, per indagare anche quel tratto intermedio dell’intestino detto ‘tenue’ che non è visualizzabile con altre metodiche a causa della sua tortuosità e distanza dagli orifizi naturali. L’indicazione all’esame c’è anche per i pazienti con malattie croniche dell’intestino, sempre dopo attenta valutazione del medico”.

L’esame si esegue in regime ambulatoriale oppure, se le condizioni del paziente lo richiedono, anche in regime di ricovero quando l’indagine rivesta carattere di urgenza. Da giugno, mese in cui è stata introdotta la nuova tecnologia, sono stati sottoposti a questa metodica sei pazienti.   “Si tratta di un esame superspecialistico e in futuro incrementeremo le prestazioni Per il 2014 sono previsti una trentina di esami e per il futuro ci orienteremo verso l’acquisizione di un’altra videocapsula per lo studio del colon. Non ci aspettiamo grandi numeri, ma grandi risultati”, conclude Limido.

“Con l’acquisizione di questa moderna tecnologia – aggiunge il direttore generale del Sant’Anna Marco Onofri – abbiamo voluto potenziare il settore endoscopico con l’intento di offrire ai nostri pazienti e al territorio la possibilità di un esame di secondo e terzo livello non disponibile nelle vicinanze, in modo da garantire, quando ci sono le indicazioni, un percorso ancora più completo all’interno della nostra azienda sia in termini diagnostici che di definizione delle terapie più indicate. E l’ospedale di Cantù è punto di riferimento per questa indagine così specialistica”.

alt

(Nella foto da sx, Giuseppe Brazzoli, Patrizia Figini, Eugenio Limido e Marco Onofri)

La nuova tecnologia nel dettaglio

La videocapsula (lunga 26 millimetri e con un diametro di 11 millimetri) è dotata di una videocamera miniaturizzata che acquisisce 4 frame al seconso e di una sorgente luminosa che illumina il tragitto lungo l’intestino. La videocapsula, che viene ingerita insieme a un po’ d’acqua, inizia il suo viaggio e trasmette le immagini a un registratore contenuto in una cintura che il paziente deve indossare per tutta la durata dell’esame. Sarà poi dalle immagini registrate che lo specialista potrà effettuare lo studio del tratto digerente utilizzando un software dedicato e stilare la diagnosi. La capsula verrà poi espulsa con le feci.

L’utilizzo della videocapsula è controindicato in gravidanza, se ci sono delle stenosi, se il paziente non è collaborante e non riesce a deglutire o se il paziente ha subito interventi chirurgici di resezione.

2 / 2