Da Olgiate Comasco fino alla corte di “Re” Gordon Ramsay
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Solo poco più di un anno fa non avrebbe mai immaginato di realizzare un sogno: diventare “chef de partie” in uno dei ristoranti londinesi di Gordon Ramsay. Stefano Ghielmetti, 35enne di Olgiate Comasco, è stato selezionato dallo staff del noto conduttore di programmi dedicati alla cucina per far parte del team di cuochi del suo ristorante “Plane Food”. Il giovane di Olgiate da tempo aveva lasciato l’Italia alla ricerca di un lavoro all’estero. Accompagnato dalla moglie Serena, si è trasferito prima a Sydney, poi a Toronto dove ha trovato lavoro nel ristorante di cucina italiana “Vivoli”. Una bella esperienza quella canadese, che ha permesso a Stefano di capire quale fosse davvero il suo sogno: diventare uno chef. Ed ecco che sfogliando gli annunci di lavoro il giovane comasco ha scoperto la possibilità di partecipare alla selezione per un posto nella cucina di uno dei ristoranti del popolare Gordon Ramsay, che grazie alla conduzione di alcuni programmi televisivi, da qualche anno è diventato una vera e propria star.
Il 35enne olgiatese risponde così all’annuncio di lavoro e dopo qualche settimana, con una e-mail, gli viene chiesto di presentarsi a Londra per un colloquio. Stefano parte così per l’Inghilterra con un piccolo trolley, pensando di rientrare a casa qualche giorno dopo. Decisamente emozionato il giorno del test, a Stefano viene chiesto di improvvisare con i prodotti contenuti nel frigorifero. Il ragazzo si lascia così guidare dall’istinto e prepara piatti a base di pesce, senza però dimenticare la tradizione italiana, impiattando anche una porzione di pasta e broccoli. Di fronte a lui alcuni degli chef dello staff di Ramsay intenti ad assaggiare e commentare. Ed è proprio uno di loro a dare una pacca sulla spalla a Stefano per annunciargli: “Complimenti, sei dei nostri”.
In pochi istanti il sogno diventa realtà, come racconta a CiaoComo:
Cosa si prova a lavorare per Gordon Ramsay?
“Lavorare al Plane Food del Terminal 5 all’aeroporto di Heathrow è fantastico – racconta Stefano -. Per me questa è l’opportunità di crescere come chef e di apprendere nuove tecniche. Il ristorante è sempre pieno e questo significa fare un servizio perfetto per mantenere alta la qualità che i clienti si aspettano da un ristorante di Gordon”.
Come “chef de partie” Stefano si occupa in particolare di realizzare i contorni, ma anche pesce e carne. “Nella nostra cucina ogni chef ha un compito ben definito – aggiunge -, il tutto sotto la supervisione del capo chef e del Sous chef che coordinano il nostro lavoro. E’ molto importante infatti che tutto sia perfettamente in sinergia. Per fare un buon servizio tutto deve essere perfetto, superando anche i momenti di stress che inevitabilmente emergono. Sono molto felice del mio team e credo che siamo organizzati molto bene”.
Quali sono le specialità del ristorante?
“Prepariamo cucina internazionale, quindi dalla tradizionale colazione inglese, alla cucina indiana, ma anche carne e pesce alla griglia. Il responsabile, chef Cesar Bartolini, è argentino e molti piatti nel menù sono tipici del Sud America, ma anche italiani e francesi. Da lui sto imparando a mischiare pietanze e sapori. Ovviamente il menù cambia a seconda della stagione”.
Ramsay ha molti ristoranti in giro per il mondo, hai avuto occasione di incontrarlo?
“Si l’ho incontrato – racconta ancora Stefano – E’ una persona molto gentile. Ogni volta che arriva stringe la mano a tutto lo staff in cucina e assaggia quello che stiamo preparando”.
Ma quando nasce la tua passione per la cucina?
“Nasce senza dubbio fin da bambino. Mi ricordo che passavo ore a guardare e aiutare i miei genitori mentre preparavano da mangiare, da loro ho imparato l’importanza di utilizzare ingredienti freschi, di stagione e sopratutto i prodotti dell’orto. Quando avevo 10 anni mia mamma ha avuto un grave problema di salute ed è stata male per diversi anni, così ho iniziato cucinare per mio papà e per mio fratello, sperimentando le ricette trovate sul alcuni libri di cucina che avevamo a casa”.
Solo cinque anni fa, avresti mai pensato di trasferirti a Londra per lavorare in un ristorante di Ramsay?
“Il mio sogno è sempre stato di lavorare in una grande città facendo quello che mi piace. Ho vissuto a Sydney e Toronto ma se devo essere sincero Londra la amo da sempre. E con mia moglie finalmente ci siamo trasferiti. Mi affascina la sua multiculturalità e quando ho un giorno libero mi piace girare per mercatini, come Bricklane Market o Borough Market, ma anche testare diversi tipi di cibo, andando alla scoperta di ristoranti”.
Prima di trasferirti a Londra hai vissuto a Toronto dove hai lavorato al ristorante “Vivoli”, di cosa ti occupavi?
“Nella mia vita ho viaggiato molto in effetti e ho sempre avuto la tendenza di testare piatti di tutto il mondo. Al ristorante italiano Vivoli preparavo piatti italiani e in particolare le mie specialità erano la pasta fresca e i ravioli, poi risotto allo zafferano e porcini con osso buco, ma anche pasta al pesto sfruttando la ricetta segreta di mia suocera. In occasioni speciali però mi sono cimentato anche con la cucina messicana”.
Ma cosa ti piace di più cucinare?
“Mi piace la cucina thailandese e i noodles “pad thai” i miei preferiti. Gli ho anche preparati per la mia famiglia e in pochi minuti la pentola al centro del tavolo era vuota. Amo molto anche la cucina messicana e ultimamente ho sperimentato dei tacos con l’astice e il risultato è stato sorprendente”.
Chef Stefano Ghielmetti ha un sogno nel cassetto? Progetti per il futuro?
“Il mio sogno è di aprire un bed & breakfast nel sud della Francia dove poter mettere in pratica la mia creatività, con un occhio attento però alla semplicità e alla qualità. Mia moglie è intollerante al glutine e così da tempo sto sperimentando una serie di piatti per lei con prodotti gluten free. Il risultato al momento è più che buono. Nel mio futuro imminente, invece, voglio crescere come chef e sfruttare questa bellissima esperienza nello staff di Ramsay”.