“Salò e le 120 giornate di Sodoma” una coraggiosa proiezione allo Spazio Gloria

23 ottobre 2014 | 15:14
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“Salò e le 120 giornate di Sodoma” una coraggiosa proiezione allo Spazio Gloria

Imperdibile e coraggiosa serata allo Spazio Gloria di via Varesina. Questa sera alle 21 per la rassegna proposta dal Circolo Arci Xanadù “Una disperata vitalità – Sulle tracce di Pier Paolo Pasolini” verrà proiettato il controverso, ma fondamentale, film di Pasolini “Salò e le 120 giornate di Sodoma” seguito da un “due contro tutti” con il critico cinematrografico Matteo Marelli in compagnia di Giulio Sangiorgi di Film TV ad invogliare il dibattito che, una pellicola come questa, susciterà sicuramente.

Tre sono i motivi principali perchè questo appuntamento è imperdibile:

1 – VEDERE QUESTO FILM IN PELLICOLA E’ OCCASIONE RARISSIMA, l’opera è infatti ancora oggi inedita sui canali televisivi ‘in chiaro’, mentre in quelli satellitari la ‘prima visione’ risale al 2000.

2 – VEDERE QUEST’OPERA E’ FONDAMENTALE PER COMPRENDERE IL PUNTO DI VISTA POLITICO DI PASOLINI SUL POTERE E SULLA CONTEMPORANEITA’

3 – ASSISTERE A QUESTA SPECIFICA PROIEZIONE E’ UTILE PERCHE’ POTETE APPROFONDIRE LA CONOSCENZA DEL FILM GRAZIE ALL’ INCONTRO CON MARELLI/SANGIORGI

Pier Paolo Pasolini definì il suo film “un mistero medioevale, una sacra rappresentazione molto enigmatica. Quindi non deve essere capito, guai se venisse capito. Voglio dire il film. Certo che rischio di essere io stesso capito male, ma è intrinseco al film anche questo”.

Stasera è tempo per una buona e dolorosa visione.

Un Duca, un Monsignore, un Presidente della Corte d’Appello e il Presidente, fanno sequestrare in una villa controllata dai soldati repubblichini e dalle Ss alcuni giovani di entrambi i sessi. Guidati da quattro megere ex prostitute e stimolati dai loro racconti, li sottopongono a tortura e li usano per i propri perversi piaceri. Riflessione sulla cultura della morte e della sopraffazione che regola i rapporti sociali nella contemporaneità. Un film sul potere come arbitrio, letto attraverso Sade, e ambientato nel momento storico in cui il potere aveva mostrato il volto più irrazionale (ma come atroce metafora del presente). Nonostante lo spessore del discorso “Salò” si tiene lontano da qualunque didascalismo “rivoluzionario”. È un testamento sofferto e quasi insostenibile. Uscito dopo la morte di Pasolini, fu oggetto di una assurda querelle giudiziaria. (da www.filmtv.it)