Sosta a pagamento “illegittima”, il giudice condanna il Comune (CHE NON CI STA E RICORRE)

Sosta a pagamento “illegittima” – Il giudice di pace di Como ha accolto il ricorso di un automobilista che aveva preso una multa dalla polizia locale per non aver esposto il tagliando del parcometro sulla sua auto in sosta in un posto blu. Una sentenza storica, arrivata proprio in città, e che ha visto il riconoscimento delle ragioni dell’automobilista e dell’Acus (l’Associazione comasca utenti della strada).
Una decisione del giudice che aprirà senza dubbio la strada ad ulteriori battaglie contro l’aumento costante di posteggi a pagamento in città. L’episodio risale all’ottobre 2013 quando l’uomo aveva parcheggiato in viale Varese senza pagare per la sosta, prendendo una multa. A distanza di più di un anno il giudice ha deciso di annullare quella sanzione, obbligando il Comune al pagamento delle spese legali. Il giudice ha spiegato nelle motivazioni che la delibera con cui Palazzo Cernezzi si è autorizzato a trasformare in blu molte delle aree di sosta della città è da considerarsi “illegittima”.
Una spiegazione, quella del giudice, che di fatto dichiara illegittimi i parcometri installati in città e che fa presagire una valanga di ricorsi da parte di tutti i cittadini che hanno preso una multa per non aver pagato per la sosta.
L’avvocato dell’automobilista che ha vinto la sua battaglia contro il Comune è Mario Lavatelli, presidente Acus. Lavatelli nella documentazione presentata al giudice ha citato una delibera di giunta del 1995 con la quale Palazzo Cernezzi aveva dichiarato il territorio comunale come zona di particolare interesse urbanistico. Una delibera ritenuta dal giudice “illegittima” e che renderebbe non legittime anche tutte le delibere successive, compresa quella attuata dalla giunta Lucini lo scorso anno per la realizzazione del nuovo piano della sosta. Il giudice, inoltre, ha condannato il Comune a risarcire l’automobilista per un importo di 370 euro.
LA REPLICA DEL COMUNE:SI IMPUGNA LA SENTENZA
La sentenza verrà immediatamente impugnata innanzi all’autorità giudiziaria competente. Lo dice una nota ufficiale del Comune arrivata nel pomeriggio. Questa vale – si legge – solo per quel “caso concreto”. Quindi, non è “sintomatica” di alcunché ovvero non costituisce presupposto e non garantisce esito analogo in altre circostanze. L’assessore alla Mobilità Daniela Gerosa dichiara la sua sorpresa per la motivazione della sentenza: “Dopo le due sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, che davano ragione alla linea del nostro Ufficio Legale, ora il Giudice di Pace mette in dubbio la validità di atti del Comune, cosa che non era stata sollevata dagli altri organi. Inoltre, in zona A, secondo il Codice della Strada, non trova applicazione la previsione di riservare zone bianche. Ci riteniamo nel giusto e ricorreremo, andando a fondo nella questione.”