“COstruiaMO la Casa della Cultura a Como”. Il Manifesto di Guarracino

Uno spazio in cui la Cultura sia l’espressione emblematica di un’osmosi che faccia di idee, voleri, progettualità e saperi condivisi un volano attraverso cui la città di Como possa emergere e costituire un punto di riferimento per il territorio e che ne traduca l’essenza anche in immagine a livello internazionale. Sono questi i principi a partire dai quali si è costituito il “Manifesto per la Cultura di Como” presentato lo scorso 18 dicembre presso lo Spazio Pifferi a Como, Manifesto fortemente voluto e sottoscritto da Vincenzo Guarracino e dai fondatori di COstruiaMO Luca Levrini, Enzo Pifferi, Roberto Simone e Pino Zecchillo.
Il Manifesto vuole essere un invito alla città perché faccia della Cultura l’elemento centrale del vivere sociale, perché una delle caratteristiche della sua costituzione è proprio il coinvolgimento attivo di tutti i cittadini che vogliano esprimere un’aspirazione un’idea, un tassello propositivo che faccia della Cultura intesa nella sua totalità l’elemento portante. Il nome stesso “COstruiaMO” sta a significare che la nuova realtà si va ad inserire in un contesto sociale in cui sono già attive altre realtà, ma che instauri con le stesse un dialogo in un rapporto di reciprocità e di crescita sul territorio. La costituzione della stessa vuole essere anche uno stimolo “ Per provincializzare Como- un appello è stato rivolto difatti – agli imprenditori perché finanzino il progetto, o che mettano a disposizione uno spazio.” I fondatori hanno fatto presente che il non essersi rivolti alle Istituzioni è stato soltanto per via dei “Tempi biblici della burocrazia italiana, inoltre in un periodo di spending review e di fondi che scarseggiano, abbiamo preferito rivolgerci ai privati, non escludendo però un’apertura che se dovesse palesarsi da parte delle Istituzioni sarebbe ben accetta”.
E proprio la “ Casa della Cultura Comasca” potrebbe palesarsi come lo spazio ideale in cui liberamente e spontaneamente ogni cittadino può esprimersi traducendo magari in progettualità ed innovativi percorsi di cultura le idee. L’appello dunque affinché imprenditori o sponsor, insomma privati, si facciano avanti in qualità di Mecenati della Cultura perché si realizzi un percorso che su binari paralleli tracci le coordinate a partire dalle quali si crei l’aggregazione che faccia della poesia, della musica, della scrittura dell’arte insomma della cultura in maniera totalizzante un unicum sul territorio e non solo. A tal proposito a Febbraio partirà un ciclo di incontri “ Como va, Come va?”, uno spazio di dialogo in cui singoli e selezionati ospiti parteciperanno in qualità di relatori e “Che si interrogheranno sullo stato attuale della città. Un gioco di parole, uno spazio di dialogo dove interrogarsi su come far crescere la cultura, eventi nei quali esponenti della politica, dell’economia e della stessa cultura potranno, portando l’attenzione sulla cultura a Como, fare proposte su come rilanciare la cultura in una città che ricordiamo è nota in tutto il mondo per il suo patrimonio artistico e paesaggistico.” Il valore della cultura ed il valore dell’etica sociale, questi in sintesi i principi che hanno vivificato l’idea dell’Associazione, che ricordiamo è possibile contattare attraverso una pagina facebook appositamente dedicata oppure scrivendo al seguente indirizzo costruiamocomo@gmail.com
Stefania Ferro
Di seguito il Manifesto per la Cultura così come è stato redatto
MANIFESTO PER LA CULTURA
Como “città dei Magistri Comacini”,
Como “città di Federico Barbarossa”,
Como “città di Volta”,
Como “città del razionalismo”,
Como “città della seta”.
Sono tante le immagini che si sovrappongono.
Tante le definizioni che nel tempo identificano un carattere, un ethos.
Città che abbraccia e racchiude il lago, un paesaggio unico e inimitabile di acque e monti.
Città della ricerca scientifica che si traduce in un progetto di progresso.
Città di un’arte luminosa e rigorosa, proiettata a disegnare uno spazio dell’uomo oltre le turbolenze della storia.
Città di un’imprenditorialità coraggiosa, capace di ripensarsi sempre per contrastare difficoltà e contingenze.
Città orgogliosa della sua singolarità e indipendenza, della sua unicità, rispetto a ogni altra realtà lombarda.
Archetipi e modelli in cui potersi ancora riconoscere per la cultura sono:
l’antico Plinio il Vecchio,
il rinascimentale Paolo Giovio
e “il Sindaco” Antonio Spallino.
Il primo, per la sua capacità di coniugare curiositas e cultura col rispetto di mansioni e doveri civili: un martire del dovere e della solidarietà.
Il secondo, “sititornovitatis” al punto da valorizzare la grandezza di tanti suoi contemporanei e da intuire la nuova cultura che emergeva da est (i Turchi, i Russi) non meno che da ovest (la scoperta del Nuovo Mondo).
Il terzo,per la sua interpretazione del potere come servizio, come espressione di “una cultura dell’uomo” che si dispiega nei diversi ambiti dell’esistenza individuale e collettiva.
“Volant ad prospiciendum alte”, i Comaschi di ieri e di domani.
“Volano alto per guardare lontano”, giusto come diceva Plinio a proposito delle gru.
È questo l’auspicio: guardare a testa alta l’orizzonte delle attese e delle responsabilità collettive.
Per una CivitasPerfecta soprattutto Socialis.
Vincenzo Guarracino