Anche la Giubiana ha i suoi fans. Questa sera raduno al San Teodoro

29 gennaio 2015 | 10:32
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Anche la Giubiana ha i suoi fans. Questa sera raduno al San Teodoro

Anche una brutta come la Giubiana ha i suoi fans e questa sera si ritroveranno tutti Cantù che, dalle nostre parti, ha una lunga tradizione in fatto di Giubiane tanto da aver eletto, pochi giorni fa, la tutt’altro che brutta Eva Valentina Brenna Miss Giubiana 2015. In effetti la giubiana di Cantù, contrariamente alla credenza  in voga nella maggior parte della Lombardia, è una bellissima e giovane fanciulla che merita il rogo non per le sue pratiche magiche, ma per aver tradito la città in una disputa con Como. Sia che vi piacciano quelle belle, sia che siate fans di quelle brutte, questa sera potrete condividere i vostri gusti in fatto di giubiane al 

 PRIMO GIUBIANA FANS CLUB DAY organizzato da  quelli del Teatro San Teodoro con il chiaro intento di prolungare la festa cittadina in occasione del rogo previsto in piazza Garibaldi alle 21.30. Come tutti gli anni, l’ultimo giovedì di gennaio, si esorcizzano tutti i mali bruciando il fantoccio della Giubiana. Chi vuole può già iniziare la notte della Giubiana con l’aperitivo delle 19 al bar del teatro canturino dove è stato approntato un ricco buffet accompagnato dal celeberrimo risotto giallo con luganega preparato dal presidente della Cooperativa Mondovisione, Andrea Zorzetto, oltre che da altre gustose pietanze.

A seguire ci si recherà tutti insieme in Piazza Garibaldi per il corteo, il rogo della giubiana e lo spettacolo pirotecnico seguito da una  grande festa nel bar del teatro con musica dal vivo e dj set.

Prima e dopo in teatro:

LIVE + DJ SET con EMIL, LUCHE E PILLI (from LABRADORS)

INGRESSO GRATUITO

giubiana san teodoro

Chi è la Giubiana e perchè fa questa brutta fine?

La Giubiana o “Festa della Giobia” è una festa tradizionale molto popolare nell’Italia Settentrionale, in particolare in Lombardia (Brianza, Altomilanese, Varesotto e Comasco). L’ultimo giovedì del mese di gennaio vengono accesi dei grandi falò (o roghi) nelle piazze e bruciata la Giubiana, un grande fantoccio di paglia vestito di stracci. Il rogo assume valori diversi a seconda della località in cui ci si trova, mantenendo sempre uno stretto legame con le tradizioni popolari del luogo.

A Cantù ad essere simbolicamente immolata su una pira di legno posta nel centro di piazza Garibaldi, nel centro cittadino, è una giovane bellissima che secondo la tradizione rappresenta una castellana che ebbe l’ardire di tradire la città in un lontano passato, forse nella guerra tra milanesi e comaschi del XII secolo. Cantù, alleata a Milano contro la città lariana, subì infatti una dura sconfitta ma la guerra fu infine vinta dai milanesi che conquistarono Como decretando così, secondo questa interpretazione della leggenda, anche la condanna al rogo della giovane. Una tremenda sentenza che viene simbolicamente ricordata ogni anno nella serata dell’ultimo giovedì di gennaio.

Non a caso prima del rogo a Cantù si organizza un corteo con costumi storici: su un carro trascinato a mano e scortato da armigeri, frati e un boia viene caricata laGiubiana, ossia un manichino di donna esposto giorni prima in un locale di via Dante, a due passi da piazza Garibaldi, ad un ipotetico pubblico ludibrio. Durante  il corteo, che raggiunge poi il municipio e quindi la piazza centrale per il rogo, viene anche data lettura della condanna. Si tratterebbe comunque di una leggenda visto che non esistono fonti che leghino alla verità storica questi fatti.

Nel 1998 la Biblioteca comunale di Mariano Comense distribuì nelle scuole elementari della zona del canturino un opuscolo contenente una ipotetica storia della Giubiana. Il libretto, fuori commercio, è il frutto di un’abile collaborazione tra Giancarlo Montorfano, Ariel Macchi e l’illustratore Filippo Brunello: il piccolo opuscolo riscontra un successo imprevisto alla vigilia non solo tra i bambini ma anche tra quelli più grandi non solo per la suggestiva narrazione ma anche per i riscontri storici che sono contenuti in essa.

La storia racconta che la notte di un giovedì di gennaio di settecento anni fa bussò a uno degli ingressi del borgo di Canturio una bellissima donna. Padre Lorenzo, scambiando la giovane ragazza con la Madonna, aprì inconsciamente la porta della città. Il frate rimase esterrefatto dai suoi occhi, mentre la giovane lo ipnotizza fissandolo nelle pupille. Lei gli ordinò: “Dammi le chiavi della città”. Conquistate le chiavi, la donna poté così aprire i pesanti battenti della porta ai Visconti che si insediarono immobilizzando le guardie nelle varie torri. I milanesi si erano anche impadroniti della vicina Marliano (l’odierna Mariano Comense) e i Grassi, signori di Canturio, erano stati spodestati e cacciati. Della giovane non si sentì più parlare dalla fine di gennaio di tanto tempo fa. Ancora oggi ci si chiede chi fosse questa bella ragazza, se una guerriera come Bradamante o una creatura demoniaca.

Un’usanza cominciò però a diffondersi l’ultimo giovedì di gennaio: bruciare insieme alle stoppie del granoturco un fantoccio di pezza, colorato, con le fattezze di una donna. Una volta l’anno gli abitanti di molti paesi della Brianza si divertono a danzare urlanti attorno ad un enorme falò. Scacciano i ricordi di un passato sfortunato e si augurano un futuro più felice.