Tagli Poste: 4 uffici chiusi, altri 18 a mezzo servizio (QUALI SONO)

Dal prossimo mese di aprile un abitante di Torno che deve pagare un bollettino postale dovrà fare attenzione al calendario e ricordare se quel giorno l’ ufficio postale che si trova nella piazzetta Casartelli, una stanzetta di 15 metri quadri senza neppure la vista lago, è aperto oppure no. Altrimenti sarà costretto a prendere l’auto, o un mezzo pubblico, e scendere fino a Como per recarsi all’ufficio postale di via Coloniola, zona della città in cui trovare un posteggio è un’impresa disperata. Oppure lo stesso tornasco ansioso di pagare il canone rai può decidere di dirigere la propria auto verso Faggeto Lario dove c’è un ufficio postale pronto ad accoglierlo. Peccato che l’ufficio sia in frazione Lemna, il che significa percorrere 6 km di tornanti in salita (e altrettanti in discesa). Faggeto Lario di uffici postali ne ha ben due, quello di Lemna e quello sulla provinciale Lariana che già ora sono aperti a giorni alterni.
Se è il suo giorno fortunato, il povero “laghee”, potrà pagare il bollettino, altrimenti non ha molte altre opzioni: se prosegue verso Bellagio troverà il primo PT sicuramente aperto solo a Lezzeno perchè i vicini uffici di Blevio, Pognana Lario e Nesso rientrano in quelli che la Direzione Regionale delle Poste ha classificato come improduttivi, perciò non degni di avere uno o due impiegati a tempo pieno. La loro sorte è di rimanere aperti solo per alcuni giorni della settimana. Agli abitanti della Lariana converrà segnarsi chiaramente i giorni in cui è aperto l’uno e chiuso l’altro ufficio, altrimenti si rischiano lunghi viaggi per spedire un pacco.
Gli altri uffici postali che verranno riorganizzati sono Alserio, Anzano del Parco, Brunate, Castelmarte, Cima, Colonno, Drezzo, Laino, Lanzo d’Intelvi, Plesio, Rodero, Ronago, Sormano, e Valsolda. Mentre 4 verranno chiusi definitivamente, Camnago Faloppio, Bulgorello, Como 3 (via Diaz) e il Comune di Tremezzina dove gli attuali uffici postali vanno razionalizzati dopo l’unione dei tre comuni in uno solo.
In Lombardia le chiusure degli sportelli che scatteranno nei prossimi mesi sono ben 61. Le prime, forse, già ad aprile. Nello stesso periodo 121 uffici cominceranno a essere aperti a giorni alterni. E’ quanto la direzione regionale delle Poste ha annunciato in un incontro ai sindacati nel quale sono state discusse le ricadute locali del Piano di riorganizzazione nazionale. Nonostante le soppressioni e le aperture a singhiozzo, l’azienda ha assicurato che non ci saranno esuberi fra i lavoratori. «Il personale sarà ricollocato in altre sedi nello stesso ambito territoriale», hanno garantito dalle Poste. Ma i sindacati sono preoccupati. Giuseppe Marinaccio, segretario regionale della Cisl Poste, spiega che «l’azienda ha deciso di chiudere e razionalizzare tutti quegli uffici che ha classificato come improduttivi su un totale di 2.100 sportelli aperti in Lombardia». Ma non solo. Ad alimentare i timori dei sindacati anche «i disagi e disservizi che questo gire di vite sugli sportelli causerà ai cittadini, soprattutto agli anziani». Tuttavia la direzione regionale delle Poste ha sottolineato che «il piano assicurerà comunque efficienza e capillarità nel servizio»