Le Poste confermano:”Chiudiamo 61 uffici, ma nessuno a casa”

Poste – Stamattina in Commissione Bilancio della Regione, presieduta da Alessandro Colucci (NCD), si è svolta l’audizione dei rappresentanti lombardi di Poste Spa in merito al piano di riorganizzazione che prevede – come confermato dalle stesse Poste in Commissione – la chiusura di 61 uffici in Lombardia, tutti riguardanti piccoli paesi con meno di 5 mila abitanti, e al tempo stesso la funzionalità a giorni alterni per altri 121 sportelli. Richiesta dal Vicepresidente del Consiglio Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), l’audizione, alla quale hanno assistito anche gli amministratori di alcuni comuni varesini (Brebbia, Gavirate e Cocquio Trevisago), ha messo a fuoco le problematiche che si potrebbero verificare sui territori nel caso il piano venisse attuato senza correttivi.
I rappresentanti regionali delle Poste (presenti Giovanni Bessi responsabile regionale della gestione operativa mercato privati, e Adriano Galassini, responsabile regionale recapiti) hanno confermato il progetto di riorganizzazione ma escluso che possa avere delle ripercussioni sull’occupazione. “Nessuno – hanno detto – perderà il posto”. “Non saranno toccati – hanno aggiunto poi – uffici postali rurali o di montagna. Il piano adegua l’offerta ma tiene fermo il principio della centralità del cittadino e della massima attenzione per le sue esigenze”. Nel corso dell’audizione sono intervenuti il Vicepresidente Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), i commissari Enrico Brambilla, Luca Gaffuri e Fabio Pizzul del PD, Donatella Martinazzoli della Lega Nord, Stefano Buffagni ed Eugenio Casalino del Movimento 5 Stelle. Nell’audizion, la Commissione ha posto più volte la necessità di coinvolgere i sindaci e gli amministratori prima di procedere al piano. “Prima di tagliare –ha detto Fabrizio Cecchetti – si devono coinvolgere i territori e percorrere strade alternative, come quello di tramutare le chiusure dei 61 uffici in aperture a giorni alterni”.
PRIME REAZIONI
“Oltre il 10% dei comuni lombardi subirà la chiusura o la razionalizzazione dei presidi postali. Una decisione fondamentale per il territorio che, a quanto ci risulta, la gran parte dei sindaci ha appreso leggendo i giornali”. E’ questo il commento del consigliere regionale del Pd Luca Gaffuri a margine dalla Commissione Bilancio riunitasi quest’oggi per audire i responsabili regionali di Poste italiane in merito al piano di riorganizzazione aziendale ufficializzato nei giorni scorsi che prevede nella sola Lombardia la chiusura di 61 presidi e la razionalizzazione di altri 121 sportelli. “Siamo fortemente preoccupati per questa vicenda – spiega Gaffuri – le rimodulazioni del servizio postale vanno ad impattare fortemente nelle aree più deboli. In un momento come questo, di difficile tenuta di coesione sociale, le poste rappresentano importanti punti di riferimento e di aggregazione per la collettività soprattutto nelle piccole comunità e come tali vanno salvaguardate”.
“Abbiamo già affrontato il problema dei disservizi delle poste con una interrogazione ma la situazione si sta rapidamente deteriorando con il rischio di chiusura e la riduzione degli orari di apertura per numerosi uffici postali. Un’offerta capillare sul territorio va necessariamente mantenuta perché lo smantellamento della rete, oltre a un boomerang per le stesse Poste, danneggerebbe le comunità locali soprattutto nei centri periferici e montani e la popolazione anziana. Il servizio postale è un diritto universale dei cittadini, deve essere garantito su tutto il territorio e accessibile a tutti gli utenti. Altro che chiudere le poste, in Lombardia è necessario migliorare e rafforzare il servizio. Chiediamo quindi alla Regione di intervenire presso il Governo perché mantenga aperti e funzionanti gli uffici postali. Ci aspettiamo che la Posta pensi meno a vendere lavatrici o gratta e vinci e torni a focalizzar si sul servizio essenziale che deve garantire”, così Stefano Buffagni, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia. – (agiellenews.it)