Più trasparenza negli appalti pubblici: la Cgil lancia la raccolta firme (ECCO COME)

5 marzo 2015 | 15:30
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Più trasparenza negli appalti pubblici: la Cgil lancia la raccolta firme (ECCO COME)

Una raccolta firme per l’approvazione di una legge che consenta maggiore chiarezza e trasparenza negli appalti pubblici. E’ l’iniziativa presentata oggi presso la sede di CGIL di Como volta a sostenere una proposta di legge di iniziativa popolare che tuteli i lavoratori impiegati nelle filiere degli appalti privati e pubblici. Alla Conferenza Stampa erano presenti oltre al segretario della CGIL Como Alessandro Tarpini, Giacomo Licata (segreteria CIGIL), Ivan Garganigo Segretario Generale FILCAMS, Francesco De Luca (FILLEA) e Marco Fontana Segretario generale FILT. “Il tema degli appalti in una provincia tranquilla come quella di Como sta assumendo i toni di dell’emergenza sulla qualità dei servizi e sulle persone che ci lavorano con risvolti legati anche alla stessa legalità- ha affermato Alessandro Tarpini continuando- la proposta che noi avanziamo è abbastanza articolata, il tema degli appalti è complicato ed i settori coinvolti sono il terziario, il commercio, l’edilizia ed i trasporti oltre ai servizi alla persona. Noi partiamo con questa campagna da Como ed a livello nazionale, la prossima settimana avrà luogo una mobilitazione straordinaria in luoghi simbolo del lavoro, saremo presenti con dei banchetti per promuovere la raccolta fondi perché ci sia una legge che metta un po’ di ordine in una situazione da cui adesso nessuno è esente. Le cooperative pirata ad esempio sono finte cooperative che fanno riferimento a personaggi che sono magari già incappati in precedenti fallimenti e gestiscono i nuovi appalti per sei mesi per poi fallire, così i costi di gestione   vengono scaricati sul pubblico. In questi anni c’è l’obiettivo di fare una battaglia contro il fenomeno delle false cooperative” ha concluso Tarpini.

“L’obiettivo della legge è quello di normare un mondo che in Italia interessa un milione di persone- ha continuato Giacomo Licata-  sul territorio comasco interessa circa 12/13000 persone. Spesso il dibattito prevalente è tra chi si occupa di lavoratori garantiti e chi di quelli frammentati, a tal proposito lo slogan “Gli Appalti sono il nostro lavoro, i Diritti non sono in appalto” promuove la tutela che ci sia uniformità su tutte le tipologie di appalti, è una battaglia storica, servirebbe una legge nazionale che riduca le stazioni appaltanti che sono circa 30000 e che le riduca. Ripristinare la responsabilità solidale cancellata dalla legge Fornero e dunque dal Governo Monti”. E’ importante “Diminuire l’esternalizzazione se si pensa che in provincia di Como i lavoratori coinvolti sono circa 12/13000 e la dinamica è in continuo crescendo—ha affermato Garganico-   le condizioni economiche  e di orario lavorativo sono del 17% basti pensare al caso S. Anna  i cui lavoratori percepiscono tra i  600 e gli 800 euro e questo vale nel pubblico ma anche nel privato, la nostra iniziativa di legge è una modifica del Jobs-Act ( i lavoratori pur stando nell’appalto quando cambia la società l’anzianità non viene sempre riconosciuta). Si chiede poi all’Italia di riconoscere e recepire ciò che sta facendo l’Unione Europea ovvero emanazione direttive e normative a riguardo, sull’appalto si chiede di ripristinare il concetto di responsabilità”. Ciò che è emerso dall’incontro è proprio l’esigenza di una norma sociale che tuteli i livelli occupazionali, oggi c’è una rincorsa al ribasso è una gara a perdere. Tra gli altri aspetti analizzati durante la conferenza, rientra il problema dell’utenza, come ribadito da Marco Fontana “Dove è presente il Sindacato i cambi di appalto sono controllati è il caso dei Corrieri come ad esempio Bartolini… questi lavoratori dovrebbero essere al terzo livello di stipendio ma sono al sesto ovvero l’ultimo della catena. Con la presenza dei sindacati per esempio si mantengono gli scatti di anzianità, anche se c’è da dire che con la crisi economica il lavoratore non rivendica i propri diritti. Molte battaglie sono portate avanti dai sindacati in maniera interna”. E stato riportato anche l’esempio delle scuole ove operano una serie di cooperative il cui personale è impiegato part-time ma di fatto gli orari sono poi distribuiti durante tutta la giornat , e poi intervengono anche i cambiamenti  derivanti da delibere degli stessi Comuni di riferimento. “#GIULEMANIDAICANTIERI” è l’iniziativa che dà la possibilità di garantire l’applicazione delle norme di legge di responsabilità solidale. Un aiuto alle persone ed al lavoratore, uno stimolo ed un obbligo per il committente a comportarsi correttamente- ha aggiunto Francesco De Luca-. I Committenti grandi sono più sensibili e ciò è legato anche all’immagine. La Nostra iniziativa mira a raccogliere le firme da portare in Parlamento.  Molte volte facciamo fatica con gli stessi Comuni a recuperare le somme dovute, è importante che questo paese si doti di uno strumento che garantisca la correttezza.”  E altresì importante ed è stato ribadito durante l’incontro che non si crei una competizione sballata nei confronti delle Aziende che rispettano le regole. Una Cultura delle corretta applicazione delle leggi è auspicabile attraverso proprio la creazione di una strumentazione come la legge.  In territorio comasco sono previsti una serie di appuntamenti: Il prossimo 19 marzo in Artsana (che sarà la giornata nazionale per la raccolta firme nei luoghi di lavoro), il 12 marzo in Valduce, il 16 marzo al S. Anna ed il 20 marzo al COSMINT ( tra le prime  Aziende chimiche in Italia con 400 lavoratori di cui circa un centinaio in Cooperative).  E’ importante che non sussista più il dualismo tra i lavoratori assunti ed i cosiddetti somministrati.

“Gli Appalti sono il nostro lavoro, i diritti non sono in appalto!” Proposta di legge di iniziativa popolare in materia di garanzia dei trattamenti dei lavoratori impiegati nelle filiere degli appalti privati e pubblici, contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra imprese tutela dell’occupazione nei cambi di appalto. Gli appalti pubblici rappresentano più del 15% del PIL nazionale e al 2% sempre del PIL ammonta la variazione dei costi per gli appalti relativi a beni e servizi (dati commissione Europea). Ma la loro cattiva gestione caratterizzata da una diffusa illegalità, alimenta, il fenomeno della corruzione che in Italia fa diminuire gli investimenti esteri del 16% e aumentare del 20% il costo complessivo degli appalti stessi. Nel mezzo di questi sprechi e inefficienze si trovano centinaia di migliaia di lavoratori che non hanno tutele adeguate né speciali nella legislazione in particolare sul tema della responsabilità solidale e nella clausola sociale nei cambi di appalto. Lavoratrici e lavoratori esposti per una vita al precariato, senza carriere contributive dignitose, con basse retribuzioni, senza valorizzazione professionale. Il lavoro negli appalti è intenso, frammentario, precario, faticoso e mal retribuito. Sugli appalti si scaricano l’abbattimento dei costi di fornitura e realizzazione di beni e servizi troppo spesso a danno della qualità delle opere e dei diritti dei lavoratori.

Per:

-tutelare i trattamenti retributivi e previdenziali dei lavoratori attraverso la responsabilità solidale;

-contrastare l’illegalità e l’evasione, infiltrazioni malavitose e la corruzione con il ripristino delle forme di controllo di legalità e le reintroduzione degli indici di congruità a garanzia dei livelli occupazionali;

-contrastare il massimo ribasso attraverso la certificazione e qualificazione degli operatori coinvolti e l’introduzione di norme che impongano il rispetto dei contratti di settore e dei diritti dei lavoratori;

-sancire regole che consentano nei cambi di appalto la garanzia occupazionale ed il rispetto dei diritti contrattuali;

– Escludere dalle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici le imprese che abbiano gravemente violato gli obblighi nei confronti dei loro dipendenti, iscrivendole in apposito registro presso l’Autorità Anticorruzione