Ictus e terapie: cosa avviene nella Stoke Unit del Sant’Anna (VIDEO-INTERVISTA)

L’ictus va prevenuto conoscendo e trattando i fattori di rischio. L’intervento preventivo è molto più efficace e molto meno costoso del trattamento ospedaliero una volta verificatosi l’evento. L’azienda Ospedaliera Sant’Anna dispone di una Stroke Unit, cioè di un’unità per il trattamento intensivo di tale patologia oltre a un reparto di Riabilitazione per post-acuti dove il malato inizia la riabilitazione appena possibile.
“La riabilitazione – spiega Marco Arnaboldi, primario della Neurologia del Sant’Anna – non deve essere intesa come una sorta di “ginnastica”, ma è una vera e propria terapia che deve saper sfruttare al massimo la plasticità del sistema nervoso ai fini del recupero e deve essere effettuata da medici fisiatri e tecnici della riabilitazione con competenze specifiche”.
Cosa avviene all’interno della Stroke Unit, ma anche le cause e i fattori di rischio dell’Ictus, nella video-intervista al primario della Neurologia del Sant’Anna, Marco Arnaboldi.
Ogni anno in Italia si verificano oltre 200.000 nuovi casi di ictus (incidenza 2-3 pazienti/anno/1.000 abitanti) di cui l’80% sono i nuovi casi e la restante parte è costituita dalle recidive.
Sabato 16 maggio, nel presidio di San Fermo della Battaglia (Spazio Eventi, piano -1 rosso), si svolgerà l’iniziativa “Occhio alla testa – l’ictus cerebrale: conoscerlo per saperlo affrontare”, organizzata dall’Azienda Ospedaliera “Ospedale Sant’Anna” di Como e dalla sezione comasca di A.Li.Ce onlus con il patrocinio dell’Asl.
Gli specialisti dell’Unità Operativa di Neurologia e della Chirurgia Generale a indirizzo vascolare e toracico, dirette, rispettivamente, da Marco Arnaboldi e Roberto Caronno, saranno a disposizione della popolazione dalle 9 alle 13 per uno screening che prevede la misurazione della pressione arteriosa e la ricerca di eventuale fibrillazione atriale.
Durante la mattinata i volontari di A.Li.Ce distribuiranno materiale informativo su questa patologia che, in Italia, rappresenta la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie ed è la prima causa assoluta di disabilità e la seconda causa di demenza.