
Un concerto semplice, lineare, efficace: un’ora e mezza di musica (17 canzoni) senza inutili fronzoli. Enrico Ruggeri al Casinò di Campione si è presentato in strepitosa forma (fisica e artistica) e ha tenuto il palco con il carisma che tutti conoscono. Musica rock, dritta all’essenziale, che sa trascinare ed emozionare. Bastano una chitarra, un basso, una batteria e una tastiera. E se agli strumenti ci sono veri musicisti quello che a prima vista può sembrare scarno, a primo orecchio appare subito perfetto, equilibrato.
Nel Salone delle Feste al nono piano della casa da gioco campionese Ruggeri ha fatto tappa con il tour che lo sta portando in giro per l’Italia per far conoscere il suo ultimo album Pezzi di vita, il trentaduesimo di una carriera costellata di grandi successi. I brani inediti non temono il confronto con quelli storici, a dimostrazione di una creatività ed espressività niente affatto esaurite nel cantautore meneghino al quale è piaciuto interloquire con il pubblico per presentare le sue nuove canzoni, tutte originali e diverse, ognuna con la sua personalità.
Il concerto si apre sulle note di “Sono io quello per strada”, scritta in risposta a Francesco De Gregori che, come ha spiegato Ruggeri in un’intervista, “dai fan prendeva le distanze mentre io preferisco parlarci”. Poi si alternano i vecchi brani come “Il futuro è un’ipotesi” e “Polvere” per lasciare spazio a un’altra infilata di inediti: “La statua senza nome” e “Tre signori”, quest’ultima ispirata a tre amici dell’artista che lui stesso ha detto di avere “immaginato in Paradiso per renderlo un posto davvero divertente”. Come è noto si riferiva a Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e Giorgio Faletti.
Nel corso della serata, però, una ad una sono arrivate tutte le canzoni che il pubblico amante di Ruggeri attendeva. “Il portiere di notte”, “Peter Pan”, “Quello che le donne non dicono”, “Il mare d’inverno”. Il bis richiesto a gran voce ha riportato Ruggeri e la band sul palco per chiudere con altri tre brani: “Un pezzo di vita” (tratto dall’ultimo album), la mitica “Contessa” e, ultimissima, “Mistero”, cantata con il pubblico del casinò in piedi, sotto il palco, a braccia tese per ricevere strette di mano dal poliedrico Ruggeri
(foto 1 – 6 Carlo Pozzoni Como )