#lalombardiachescrive: l’assessore Cappellini presenta gli emergenti (INTERVISTA)

Una domenica a Villa Olmo per dare un palcoscenico importante ai nostri scrittori locali. Dopo le tappe di Varese e Cremona ieri è toccato ai talenti lariani raccontare le loro storie in un incontro a cui ha partecipato l’assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia Cristina Cappellini, promotrice di questa iniziativa che intende valorizzare scrittori emergenti e premiare il lavoro di piccoli editori che investono e credono nei talenti letterari di questi scrittori. “Abbiamo voluto realizzare #LaLombardiaCheScrive – ha spiegato l’assessore – per valorizzare i nostri tanti talenti coinvolgendo tutti i territori Lombardi”. “È nata a Varese – ha raccontato – da un’idea del presidente Maroni che ogni Natale regala a noi assessori libri di scrittori locali. In quell’occasione si è constatato il grande numero di scrittori del territorio poco conosciuti al grande pubblico e che con il supporto di Regione Lombardia possono avere una bella e importante vetrina”.
All’incontro di ieri ha partecipato anche l’assessore alla Cultura del Comune di Como Luigi Cavadini. Gli scrittori lariani selezionati dal giornalista Maurizio Pratelli, sono Domenico Dara con ‘Breve trattato sulle coincidenze’ (Nutrimenti editore), Giacomo Fasola con ‘Il vino del papa’ (Wingsbert House), Kristian Fiore con ‘Almeno una volta’ (Aletti editore), Mauro Fogliaresi con ‘Ghiaccioli e venti lire’ (Dominioni editore), Eloisa Guarracino con ‘Il Missoltino dispettoso e altre storie’ (BabyGuide), Ilaria Bodero Maccabeo con ‘In punta di piedi a Gerusalemme’ (Dominioni editore), Mauro Magarelli con ‘Caffè Elvezia’ (Macchione editore), Paola Mascolo con ‘Scrivere Paloma’ (Historica) e Lorenzo Morandotti con ‘Crani e topi’ (Es).
Ascolta l’intervista all’assessore Cristina Cappellini
Chi sono gli scrittori emergenti e i libri selezionati:
DOMENICO DARA – ‘Breve trattato sulle coincidenze’, Nutrimenti editore.
È nato nel 1971. Dopo aver trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Girifalco, in Calabria, dove è ambientato il suo romanzo, ha studiato a Pisa, laureandosi con una tesi sulla poesia di Cesare Pavese. Oggi vive e lavora in Lombardia. Con ‘Breve trattato sulle coincidenze’ è stato finalista al Premio Italo Calvino 2013.
Il libro racconta che gli uomini semplici, appartati nei recessi della storia, sono talvolta i cercatori più attenti, assidui osservatori delle leggi che governano il mondo. A questa stirpe appartiene il postino di Girifalco, uomo schivo e solitario, dedito a registrare, in forma di coincidenze, le epifanie del Caso, che a lui ha negato i cuntentìzzi dell’amore, offrendogli in cambio il dono di imitare le grafie altrui. Un vizio coltiva il postino di Girifalco: apre, legge, ricopia e cataloga le lettere prima di consegnarle, tracciando una geografia privata delle minute vicende paesane. E così un giorno, dal sacco della posta, spunta all’intrasàtta una lettera insolita, senza mittente, chiusa con un sigillo di ceralacca. Una carta d’amore, di quelle preferite dal portalettere, che ha tutta l’aria di nascondere un mistero. È il 1969, l’americano sta per compiere il primo passo sulla luna, e il postino, moderno Mercurio messaggero degli dei, si prepara alla sua missione: svelare una sciagurata passione e salvare Girifalco dai traffici loschi del sindaco, che vuole vendere il lussureggiante monte Covello per farne una discarica. Lingua e dialetto si fondono in questo romanzo come l’universale e il particolare, dando forma a una trama ispirata e a un carosello di personaggi indimenticabili. Al suo esordio, Domenico Dara compone un inno alla scrittura e al suo segreto potere di entrare nei percorsi del destino.
GIACOMO FASOLA – ‘Il vino del Papa. L’avventurosa storia del Ruché e il mistero della bottiglia scomparsa’, editore Wingsbert House.
Nato a Como nel 1983, è giornalista professionista. La visita tanto attesa di papa Francesco nella terra d’origine della sua famiglia, il Monferrato, Piemonte profondo. Una bottiglia di vino vecchia di quasi 100 anni conservata nel museo locale che misteriosamente scompare. Una competizione enologica che diventa una sorda, ruvida battaglia fra produttori. E poi il Ruché, quel vino dal profumo di viola, uno dei segreti meglio nascosti del territorio. Manuel Favaro, giornalista argentino quarantenne dalla vita perennemente scombinata, arriva ad Asti proprio a ridosso della visita di papa Bergoglio. La storia di quella bottiglia e il profumo del vino piemontese attraggono da subito il suo fiuto di cronista. Fa la conoscenza del potente vignaiolo Franco Salvati, che a Castagnole produce l’ormai famoso Ruché del papa. E anche di Eleonora Ferri, torinese tornata nel paese dei nonni per inseguire il suo sogno di fare il vino. Con lei inizia un viaggio nella storia di quel vitigno autoctono le cui origini si perdono nel passato. Dalla vera storia del vino Ruché un romanzo ‘enologico’ uscito dalla fantasia di tre giornalisti (oltre a Fasola, Ilario Lombardo e Francesco Moscatelli). Storia di povertà ed emigrazione. E poi di recupero delle radici e rinascita, marketing e globalizzazione. Il ritorno alla terra che può diventare la bandiera ideale, non ideologica, per un mondo migliore. Se non finisce nelle mani sbagliate.
KRISTIAN FIORE – ‘Almeno una volta’, Aletti editore.
Di Canzo, è una delle promettenti ‘penne gialle’ del Lario. La notte sul Lario può essere romantica e affascinante ma anche trasgressiva e inquietante. È dal lago di Como che parte la seconda indagine del Commissario Salvetti. Perennemente incastrato tra autodistruzione e dovere si trova ad indagare su una misteriosa morte. Chi ha ucciso il giovane Mirko? Cosa turba la bella Sara e soprattutto chi è la misteriosa Morgana? Siamo sicuri che la vita del lago sia così tranquilla? Come sempre nulla si palesa per quello che è. L’opinione pubblica, l’invadenza dei media, la diffidenza di colleghi e superiori sono gli ostacoli che si troverà ad affrontare un Salvetti sempre più scuro ed introverso. Morte e vita si intrecciano in una vicenda a tinte forti che come sempre appassionerà e farà riflettere il lettore.
MAURO FOGLIARESI – ‘Ghiaccioli e venti lire’, Dominioni editore.
La via interpretativa al nuovo lavoro di Mauro Fogliaresi, ‘Ghiaccioli e venti lire’ è quella di un discorso appassionato, lucido e ricorsivo sul tempo, in bilico tra uomini e natura. Alcuni passaggi possono descrivere, per sintesi, questa intenzione. Il tempo intorno a cui ruotano i sentimenti di amore e solitudine, nella poesia ‘Un’attesa deragliata’, perché poi c’è solo ‘l’ultimo treno’ e deragliare è perdere una semplice ‘carezza’. Fogliaresi estende la categoria tempo parlando di accadimenti. I gesti sono visti dall’autore come fisicità che parte dal desiderio, riconoscendolo. Su questo fronte di inquietudine (e vigilanza), il poeta avverte i segni tangibili delle piccole cose, con uno sguardo capace di sottrazione. Sono diverse le annotazioni di Mauro Fogliaresi, riguardo al tempo: ‘aspetto, accade, oggi, al passaggio, nell’attesa, sospeso, come attesa, è l’ora, respiro’. Sembra che all’umanità, restino due tracce possibili per uscire da questa mancanza di relazione e dialogo con il naturale, (e con se stessi). Una, sta nell’affacciarsi di nuove storie, (curiositas), dentro la continuità delle cose: ‘oggi / il fiume / ha nuovi racconti / da narrare / al passaggio / dei suoi ponti’. L’altra, è nell’immaginazione infantile, il puer ancora presente nell’adultità, che sa lenire il dolore, contenerlo.
ELOISA GUARRACINO – ‘Il Missoltino dispettoso e altre storie. (Edizione italiana e inglese)’, editore BabyGuide.
Nata a Como nel 1982, laureata in Lettere Moderne, lavora nell’ambito educativo con bambini e ragazzi, soprattutto stranieri. Il volume fa parte di una collana che propone raccolte di racconti legati al territorio, con corredo di illustrazioni originali appositamente realizzate. I riferimenti alla città (la prima di questa collana è Como e il suo territorio) sono espliciti e costanti. Spesso si rivisita un luogo noto e caratteristico, facilmente riconoscibile anche da parte del pubblico dei turisti, in una chiave ludica e fantastica, proponendolo talvolta in forma di leggenda o creando situazioni immaginarie, ma sempre in relazione con la specifica realtà. Soprattutto per i riferimenti al territorio e per lo stile fresco e leggero sono letture adatte a ogni fascia di età.
ILARIA BODERO MACCABEO – ‘In punta di piedi a Gerusalemme’, Dominioni.
La scrittrice si definisce un’autrice in viaggio. Il libro è il racconto di un viaggio, a piedi, in Terra Santa. La cronaca di un cammino tra le colline verdi della Galilea e la terra argillosa della Palestina.
MAURO MAGARELLI – ‘Caffè Elvezia’, Macchione Editore.
L’autore, comasco classe 1968, è quotidianamente un fisioterapista. Si erano guardati con la stessa innocente fragilità con cui si sarebbero potuti guardare due bambini rimasti soli al mondo, due bambini consapevoli che là fuori, ad attenderli, c’era un mondo illogico, accerchiato da persone amare e combattive, persone diverse da loro, e che forse, se fossero rimasti insieme, uniti e legati da un sentimento già penetrante, quella lotta, tutta quella serie di parabole e giravolte e abbassamenti di testa o stop improvvisi, si sarebbe potuta affrontare con un vigore e un’energia tutta nuova.
PAOLA MASCOLO – ‘Scrivere Paloma’, editrice Historica.
È giornalista e grafologa di Villa Guardia. Il romanzo è in parte autobiografico, in parte frutto di fantasia. Racconta, in una Como industriale, la vita di un imprenditore che ha fatto fortuna fabbricando sacchetti profumati viene messa sotto indagine da una giornalista, scrutatrice di anime e di sotterfugi, ed anche grafologa. Paloma, con quel suo nome esotico-canoro, che volutamente stride con l’universo pragmatico del medio industriale lombardo, tutto azione e concretezza, vive abitualmente sopra le righe ogni frammento di vita. Un romanzo psicologico, un viaggio nell’introspezione della femminilità contro la mediocrità, l’ipocrisia e i compromessi.
LORENZO MORANDOTTI – ‘Crani e topi’, editore ES.
L’autore è nato a Milano nel 1966 ed è un giornalista professionista. Ha diretto la rivista trimestrale ‘Como’, il mensile ‘22100 Como’ e il quindicinale ‘360 gradi’. Ha fatto parte della redazione della rivista milanese di poesia e filosofia ‘Margo’ e collaborato alle pagine culturali dei quotidiani ‘La Provincia di Como’ e ‘Corriere del Ticino’ di Lugano. Dal 1997 è redattore delle pagine culturali del quotidiano ‘Corriere di Como’, dove cura anche l’inserto settimanale dedicato al tempo libero ‘Vivicomo’. Collabora con il periodico di letteratura ‘Satisfiction’. Pillole di saggezza tra ironia e scetticismo, gli aforismi e le brevi prose di Lorenzo Morandotti costituiscono un originale reticolo di frammenti e cortocircuiti verbali dedicati ai temi del corpo, del destino e dell’arte. Una scrittura che fa sentire a casa chi vuole specchiarsi in maestri come Thomas Bernhard, Emil M. Cioran e Guido Ceronetti. Vi si trova di tutto: massime folgoranti, squarci di verità, piccole follie nascoste dietro le banalità quotidiane, lampi di poesia e funambolici esercizi di paradosso. In un gioco barocco di figure, storie e situazioni che prende vita e forma da una parola tanto concisa quanto perfetta. (Ln)
Prima di lasciare Como l’assessore Cappellini ha visitato la mostra “Eli Riva tradizione e modernità” aperta a Villa Olmo fino al 28 maggio. Ad illustrare le opere dello scultore comasco è stato l’assessore Cavadini