Maccio Capatonda a Parco Tittoni incontra gli spettatori di “Italiano Medio”

Lunedì sera al cinema, meglio se all’aperto in queste giornate estive. Al parco di Villa Tittoni a Desio torna il Cinema all’Aperto in collaborazione con la cooperativa Controluce di Seregno. Molte pellicole che in questa stagione hanno sbancato sono in programma a partire questa sera. Si parte proprio con uno dei film campione d’incassi “Italiano Medio” di Maccio Capatonda alle 21.30.
Chicca imperdibile per l’avvio del Cinema all’Aperto del Parco Tittoni è la partecipazione alla serata di Maccio Capatonda e parte del cast del film, i quali al termine della proiezione, incontreranno il pubblico davanti l’ingresso della Villa per rispondere a tutte le domande dei fans relativamente alle curiosità e ai retroscena di “Italiano Medio”
Parco Tittoni via Lampugnani 66 Desio, ingresso 3€ apertura cancelli ore 19.30 con possibilità di cenare in loco con griglieria e bar aperti.
Con quasi 4 milioni di incassi totali “Italiano Medio” è stata una delle rivelazioni del 2015 nei cinema italiani. Il film è un esercizio sulle contraddizioni del nostro Paese che trova il suo coronamento ironico nella distribuzione del film stesso, ad opera di Medusa. Ciò nonostante il lungometraggio di esordio di Capatonda, al secolo Macello Macchia, possiede una sua coerenza interna che si esprime in termini di tono, spinto all’eccesso fin dalla prima scena, e di contesto, quello satirico che si nutre di paradossi e parodie. Macchia attinge infatti a piene mani dal cinema di cui ha fatto infinite caricature, in primis quel Fight Club citato esplicitamente in (almeno) una scena ma che sottende l’intera narrazione, per continuare con Arancia Meccanica, Hunger Games e, ovviamente, Limitless. Del resto la commedia inizia con un ciclo di lavatrice, metafora del modo con cui il regista-sceneggiatore-attore-montatore “frulla” la cultura pop del nostro tempo in cerca di una sua forma espressiva originale. E in Italiano medio la trova: volgare, corrotta, iconoclasta, isterica, lunare – come l’Italia di oggi, insomma.
Il bestiario c’è tutto: docenti universitari decrepiti e vicine zoccole, Grandi Fratelli e Mastervip, calciatori e veline, complottisti e vegani, disoccupati che mendicano una password per tornare a galla e precari disposti a fare i tassisti, i piazzisti, i testimoni di guru improvvisati, e ci sono anche i guru improvvisati, le pacifiste violente e i cumenda senza scrupoli alla Ruggero De Ceglie: ma la pietra cinematografica di paragone non sono I soliti idioti, perché qui la volgarità non è mai fine a se stessa e non c’è compiacimento autoreferenziale. Piuttosto, c’è l’indignazione ironica del Nanni Moretti prima maniera, quello di Io sono un autarchico, mixata con l’irriverenza comica postmoderna di Checco Zalone.