Racconti di qui e d’altrove nel Festival di Narrazione di Arzo

25 agosto 2015 | 08:18
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Racconti di qui e d’altrove nel Festival di Narrazione di Arzo

Bisogna fare un po’ di strada per arrivare ad Arzo. Non serve l’ombrello il cappottino rosso e la cartella bella, ma non basta un po’ di fantasia e di bontà per entrare in quel mondo fatato, bisogna proprio fare una ventina di chilometri e, superato Mendrisio, vi troverete nel paese del Canton Ticino dove da 16 anni artisti locali ed esteri celebrano la magia della narrazione unita a quella del teatro.

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La XVI edizione del Festival internazionale di narrazione di Arzo  si terrà dal 27 al 30 agosto. e nei giorni scorsi è stato presentato il programma

Storie di vita, di guerra, di amore

Donne in piazza
Tre voci femminili sulla piazza di Arzo per la XVI edizione del Festival internazionale di narrazione che si aprirà giovedì 27 agosto con “La fabbrica dei preti”, l’ultima produzione di Giuliana Musso, attrice e autrice nota e apprezzata dal pubblico di Arzo. Frutto di un’indagine accurata e sensibile per dare voce a chi ha vissuto nei seminari italiani prima del Concilio Vaticano II, lo spettacolo racconta la storia di tre uomini anziani, tre ex-seminaristi e attraverso di loro, ci racconta di noi, delle nostre buffe ipocrisie, paure, fragilità… e della
bellezza dell’essere umano.
“Oh mon doux pays” è invece il titolo del testo scritto a quattro mani dal drammaturgo palestinese Amir Nizar Zuabi, che ne cura anche la regia, e da Corinne Jaber, attrice germano-siriana che sulla scena racconta l’orrore di uno dei più sanguinosi e dimenticati conflitti della nostra epoca. Nato dalle testimonianze dei rifugiati siriani raccolte dagli artisti durante i loro numerosi viaggi in Libano e in Giordania, “Oh mon doux pays” ricostruisce le storie di vita e di guerra, di vita dentro la guerra, ma anche la dolcezza di un paese che resta
iscritta nell’anima dei suoi abitanti e che gli spettatori sentiranno nel profumo della pietanza che l’attrice prepara sulla scena.

Ultimo spettacolo in piazza, sabato sera, è “Svergognata”, scritto e interpretato da un’altra autrice-attrice che ha già conquistato il pubblico di Arzo per la sua capacità di affrontare con sensibilità e ironia temi difficili: Antonella Questa. In “Svergognata” il tema è quello del tradimento. Con il linguaggio comico che la contraddistingue, l’attrice dà voce e corpo a più personaggi, per raccontare quanto la schiavitù dell’immagine e la desiderabilità sociale ci distraggano dalle vere potenzialità sopite in ognuno di noi.
Nelle corti il coraggio di vivere
Nelle corti ritroveremo Pino Petruzzelli con le sue più recenti produzioni: Chilometro zero e Sabbatico, due storie diverse che raccontano di lavoro, precariato e marginalità, ma anche di solidarietà, coraggio e umanità.
Nuovamente ad Arzo anche Fabrizio Saccomanno, interprete di GRAMSCI Antonio detto Nino, una narrazione che, attraverso quel capolavoro di umanità, etica e sofferenza, che sono le Lettere dal carcere, ci restituisce l’immagine di una delle figure più preziose del Novecento.

Carullo-Minasi / Il castello di Sancio Panza (Messina) Due passi sono Selezione Scenario per Ustica regia, testi e interpretazione Giuseppe Carullo Cristiana Minasi

Carullo-Minasi / Due passi sono

“Due passi sono” di e con Cristiana Minasi e Giuseppe Carullo è un poetico invito a osare quei due passi che bastano per superare il confine di un mondo avvinghiato da fobie e ansie e imparare la bellezza della vita e dell’amore.
La corte dei miracoli
Come ogni anno la Corte dei miracoli riserva uno spazio speciale all’incontro con il pubblico. Due appuntamenti sono dedicati ad alcuni degli artisti presenti. Il sabato pomeriggio Corinne Jaber, Ramat Safi e Laura Sicignano si confronteranno con la giornalista Verena Szabo sul percorso che ha visto nascere i loro spettacoli. La domenica pomeriggio, Fabrizio Saccomanno racconterà il suo incontro con Antonio Gramsci.

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Fabrizio Saccomanno/Gramsci

A chiudere il programma, un incontro dal titolo Le radici (perdute) con Ivana Trevisani psicologa e antropologa che in Italia e all’estero collabora con associazioni, enti e ONG nazionali e internazionali in progetti psico-sociali improntati alla rielaborazione di vissuti drammatici.
Tante storie per i più grandicelli ..
Come sempre ricco anche il programma per i ragazzi, a partire da “Compleanno afghano”, scritto da Ramat Safi con Laura Sicignano: sul palco Ramat racconta la sua storia, la sua fuga dall’Afghanistan, il suo viaggio durato più di un anno che lo ha portato a sbarcare miracolosamente in Italia, solo e ancora minorenne.

“Un dito contro i bulli” scritto da Giuseppe Di Bello e interpretato da Naya Dedemailan, trae ispirazione da due classici della letteratura per ragazzi “Il ditomagico” di Roald Dahl e “L’inventore dei sogni” di Ian McEwan, per farci riflettere sui propri sentimenti, sui comportamenti e le ragioni degli altri e per ricordarci che per combattere il bullismo non c’è alcun bisogno della magia.
Torna ad Arzo Luigi D’Elia con “André e Dorine”, il suo nuovo spettacolo ispirato dalla Lettre à D. Histoire d’un amour che André Gorz scrisse alla moglie Dorine Kahn nel 2006. Mentre in una speciale matinée ripresenterà quella Storia d’amore e alberi che già ha incantato il pubblico di Arzo nel 2011.
Dopo gli incontri comunitari e il libro “A ritrovar le storie”, il progetto del Teatro dell’Orsa presentato nella corte dei miracoli lo scorso anno, ha dato vita a uno spettacolo per tutti che fa rivivere il racconto, le storie, la magia dell’incontro.

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Luigi D’Elia/Andre´ e Dorine

Tante storie e qualche fiaba per i più piccoli
Tante le storie per i più piccoli a partire dalle “Tre storie di coraggio” e le “Tre storie di terra” presentate da Stefania Mariani, viaggiando su Un treno di storie con Ferruccio Filipazzi che racconterà anche “Volevo vedere la luna”, correndo con le “Storie a perdicollo” della compagnia dei Faber, che sarà presente anche come gruppo musicale durante tutto il Festival e con lo spettacolo “A piede libero”. Teresa Fregola recupera invece dalla versione di Basile, dei fratelli Grimm e di Charles Perrault il suo spettacolo “Gli stracci di Cenerentola”, attribuendo però alla magia un significato più concreto, che potrebbe essere la capacità di resistere alle avversità e la fiducia in se stessi. Sempre dei fratelli Grimm è la fiaba del Giovane gigante nella versione dei Confabula che racconteranno anche I tre folletti mangioni, una fiaba armena.
Una Biancaneve davvero speciale
Molto liberamente tratto dalla Biancaneve dei Fratelli Grimm è invece il nuovo spettacolo presentato sabato mattina dal Collettivo teatrale Giullari di Gulliver, un gruppo che si compone di volontari non professionisti e di professionisti che, con persone disabili, da oltre un decennio organizza incontri creativi settimanali e permette di realizzare, ogni anno, un nuovo spettacolo.
Il giardino sensibile
Anche quest’anno un spazio magico e protetto è riservato ai piccolissimi che, con gli adulti che li vorranno accompagnare potranno lasciarsi cullare in luoghi ispirati all’altrove capaci di stimolare mani, occhi, nasi e orecchie.

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