DELITTO DI CARUGO – Non un killer professionista: non lo voleva uccidere

La sensazione tra gli inquirenti, che comunque non si sbilanciano più di tanto, è che il killer di Alfio Molteni, il 58enne architetto di Carugo ucciso mercoledì sera in un agguato sotto casa, non lo voleva uccidere. Ma intimorirlo, in una escalation di terrore già iniziata da mesi. Gli ha sparato due colpi di pistola dall’alto in basso – la conferma dall’autopsia fatta in queste ore – ma non ha previsto che nella caduta il professionista fosse centrato da un colpo all’addome, quello poi risultato mortale. Secondo carabinieri e Procura lo voleva “solo” gambizzare. Poi, durante gli spari, qualcosa è andato storto e Molteni (foto sotto) è morto.
La sensazione, dunque, è che il killer non è certo un professionista del crimine. E che visto che ha commesso questo errore – ma anche quello di prendere l’auto del figlio della vittima, una Golf e di scappare con quella (poi ritrovata bruciata alla periferia di Milano) – potrebbe avere lasciato dietro a sè una scia di altri indizi utili a far risalire gli inquirenti a lui. Per il momento, comunque, indagini a tutto tondo con numerosi interrogatori, ma nessuna svolta. La soluzione non sembra imminente, ma neppure un rebus troppo complicato. Perchè chi ha sparato a Carugo, mercoledì, non era certo un criminale di spessore, ma un dilettante animato da propositi di rivalsa verso Molteni. Il perchè e chi ha premuto il grilletto ancora devono essere trovati.