MOZIONE RESPINTA – Non passa la sfiducia a Maroni:”Il nostro sistema è sano”

Sfiducia a Maroni – E’ stata respinta con 47 voti contrari e 30 voti a favore la mozione di sfiducia al Presidente della Giunta regionale Roberto Maroni, presentata dai gruppi di minoranza. Hanno votato a favore i Consiglieri dei gruppi PD, Patto Civico e M5Stelle, contrari Lega Nord, Lista Maroni, Forza Italia, NCD, Fratelli d’Italia, Pensionati e Gruppo Misto Fuxia People.
“La sanità lombarda non paga tangenti, è un sistema sano” ha detto in Aula in apertura di seduta il Presidente Roberto Maroni facendo riferimento all’arresto del Vice Presidente, ora autosospeso, Mario Mantovani. “Chiunque d’ora in poi assocerà pertanto la sanità lombarda alle tangenti sarà chiamato penalmente a rispondere di questa che è una falsità –ha proseguito Maroni-. La stragrande maggioranza delle imputazioni contestate a Mantovani nell’ordinanza di custodia non riguardano la Regione, a esclusione di 3 episodi: due incarichi professionali da aziende ospedaliere e una turbativa d’asta su una gara per il servizio di trasporto dei dializzati. Non ci sono però responsabilità alcune della Regione nei fatti, che sono risultati conformi e rispettosi delle procedure, per cui nessuna censura da parte nostra perchè c’è stato pieno rispetto delle leggi e del regolamento”. Il Presidente Roberto Maroni ha ricordato infine che in Regione Lombardia è stato adottato il piano triennale di prevenzione alla corruzione 2015/2017 e sono operative le linee guida dell’Anac per proteggere le segnalazioni dei dipendenti interni. “Non dimentichiamoci che qui c’è la sperimentazione del futuro modello sanitario nazionale” ha concluso Maroni, sottolineando il recente giudizio sulla riforma sanitaria dato dal Ministro della Sanità del Governo Renzi.
Illustrando la mozione di sfiducia, il primo firmatario Alessandro Alfieri (PD) ha sottolineato come i gruppi di minoranza non abbiano mai presentato prima una analoga mozione di sfiducia a fronte del “coinvolgimento del Presidente Maroni in procedimenti giudiziari davanti ai quali dovrà rispondere dei reati di induzione indebita e turbata libertà della scelta del contraente”, volendo tenere ben distinto il piano giudiziario da quello politico. “Il Presidente Maroni –ha detto Alfieri- si era candidato annunciando che avrebbe riportato trasparenza e legalità in Regione Lombardia, e che mai più si sarebbero verificati scandali giudiziari: l’incapacità politica di Maroni di rompere con il passato però è ora sotto gli occhi di tutti, a partire dal sistema dei controlli e dall’invadenza della politica nelle nomine dei direttori generali della sanità”.