MENSE A COMO – Una cucina per 17 scuole, la minoranza:”Decisione assurda”

Il Comune vuole chiudere la cucine delle scuole e si infiamma nuovamente la polemica. A pochi giorni dalle proteste sulle mense, ecco che ancora una volta si torna a parlare di bambini e cibo. Genitori sul piede di guerra per i costi elevati, la mancanza di posti a sufficienza, ma anche per la scarsa qualità del cibo servito ai propri figli (e della quantità). Non solo, il Movimento Cinque Stelle nelle scorse settimane ha anche lanciato la proposta di reintrodurre la “schiscetta” nelle scuole. Un’idea che ha visto anche un’inchiesta di CiaoComo per capire da politici, esperti e genitori, i pro e i contro di questa possibilità.
Ma in questi ore a far tornare il tema mense alla ribalta è la decisione della Giunta di Palazzo Cernezzi di avviare un iter per non preparare più i pasti nelle 17 cucine all’interno delle scuole comunali della città, ma di realizzare un unico punto di cottura (localizzato nella scuola di via Isonzo). In queste ore partita anche una raccolta firme tra i genitori. Un centinaio le adesioni già raccolte.
Una decisione, come ha spiegato il vicesindaco Silvia Magni, che consentirebbe “di aumentare il numero dei pasti erogati servendo più strutture, di utilizzare gli spazi delle cucine in favore dei refettori che con superfici maggiori potranno ospitare più bambini e quindi diminuire le liste d’attesa per la mensa, di ridurre le spese legate agli adeguamenti normativi per le cucine, di contenere i costi di approvvigionamento delle derrate alimentari e di riqualificare le spese per il personale”.
Una scelta però che ha visto subito le proteste della minoranza e in particolare del consigliere Anna Veronelli, assessore alle Politiche Educative nella Giunta Bruni, che ha subito commentato su Facebbok: “Decisione assurda. No, no e no. Pasta cucinata alle 9 del mattino e portata in giro a 4500 bambini, come può essere uguale a quella cucinata e scolata nella cucina della scuola? Non prendiamoci in giro. Dopo dieci anni alla guida dell’assessorato alle politiche educative penso di poterlo dire a ragione veduta. Avrò modo di spiegare il mio punto di vista in commissione terza e poi in consiglio: abbiamo già chiesto al presidente della Commissione che il tema sia messo subito all’ordine del giorno”.
Non solo Veronelli, anche il consigliere Roberta Marzorati (pediatra) ha detto la sua via social: “Anzitutto vorrei fare una proposta: se questa è assolutamente la strada che si vuol intraprendere forse è il caso di agire in modo graduale per poter saggiare la possibilità di usare un unico punto cottura prima di smantellare tutte le 17 attuali cucine”.
Marzorati oltre a esprimere perplessità sulla qualità del cibo cucinato in un’unica struttura e poi consegnato alle varie scuole, esprime preoccupazione sul futuro del personale attualmente impegnato per il servizio. “Qual’e’ il deficit del comune a causa del mancato pagamento di rette? – aggiunge Marzorati – In che proporzione potrebbe incidere su questa decisione? Pensavo di fare un’interrogazione con risposte scritte per partire da dati certi su cui poi poggiare una battaglia che abbia una base oggettiva”. Minoranza pronta a dar battaglia sul tema in Consiglio.
E il dibattito lanciato dai Cinque Stelle su mense e schiscetta sarà anche al centro di un incontro in programma sabato 7 Novembre a Milano nella Sala Gaber di Palazzo Pirelli. L’appuntamento dal titolo “Domani mi porto il pranzo da casa” vedrà una tavola rotonda alla quale parteciperà anche Ivana Rusconi di CiaoComo.