ECONOMIA IN CRISI – La Camera di Commercio: tanti segni negativi, imprese in calo

Analisi a tinte fosche per il comasco. L’economia lariana fatica ancora tremendamente ad uscire dalla palude della crisi. La conferma in queste ore con l’analisi congiunturale della Camera di Commercio di Como per il terzo trimestre del 2015 in provincia. Tinte fosche, come detto, tranne nel settore dei servizi.
Il settore manifatturiero comasco non sembra essere riuscito ad agganciare saldamente
la ripresa: per la terza volta la produzione industriale risulta negativa (-0,2%), in
controtendenza al dato regionale (+1,7%). Due delle tre specializzazioni tipiche del
comasco risultano in difficoltà: tessile e legno arredo. Nel primo caso, tuttavia, potrebbe
essere un contraccolpo dovuto all’ottima performance registrata nello stesso periodo
dell’anno scorso. In generale, comunque, la flessione è imputabile alle piccole imprese
che da lungo tempo pagano il conto più salato della crisi. Il fatturato totale risulta in
crescita (+1,0%), unicamente grazie al contributo dei mercati esteri che, stando
all’andamento degli ordini, dovrebbero tirare anche nel prossimo trimestre. Per contro il
mercato interno langue. L’occupazione resta l’aspetto più critico di questa crisi: il
territorio porta a casa un’altra flessione (-3,3%). Le aspettative degli intervistati sono
coerenti con questo quadro: vedono nero per quanto riguarda lavoro e mercato interno,
mentre sono più ottimiste sul ruolo dei mercati esteri.
Per il settore manifatturiero artigiano non c’è tranquillità: dopo una lunga serie di
flessioni e soli tre trimestri positivi, torna il segno meno nella produzione (-0,8%), in
controtendenza al dato regionale (+0,9%). Il fatturato, invece, registra una lieve crescita
(+0,2%) grazie anche in questo caso ai mercati esteri, sempre più necessari alla
sopravvivenza dell’impresa anche quando questa è di piccole o piccolissime dimensioni.
Il settore del commercio nelle sue forme meno organizzate ha concluso il trimestre in
ulteriore calo (-1,1%, in controtendenza al dato regionale +1,7%). Al contrario, le vendite
a volume e a valore di beni confezionati in supermercati e ipermercati (registrate da IRI
Information Resources) risultano in forte crescita, portando a casa incrementi che non
trovano riscontro a livello regionale e nazionale. La svalutazione dell’euro rispetto al
franco ha sicuramente svolto un ruolo positivo nell’attrarre consumatori ticinesi, sempre
più fedeli allo shopping oltrefrontiera nelle grandi superfici di vendita.
Il settore dei servizi conferma l’andamento positivo del trimestre precedente: il
fatturato cresce del +3,2% (superiore alla media regionale del +2,2%).
Anche dalle costruzioni, per il terzo trimestre consecutivo, arrivano dati positivi a livello
provinciale, in misura ben più marcata rispetto a quelli regionali.
Per quanto riguarda la demografia d’impresa, la consistenza delle imprese registrate all’anagrafe camerale di Como è risultata pari a 48.106 unità, con un calo tendenziale di 724 attività e congiunturale di 55 aziende. È analogo l’andamento del sottoinsieme delle imprese attive che, con 42.992 unità, ha perso 735 unità rispetto all’anno precedente e 90 imprese negli ultimi tre mesi. Le iscrizioni del trimestre sono state pari a 463, con una
flessione di 59 unità (-11,3%) rispetto agli stessi mesi del 2014. Anche le cancellazioni totali sono diminuite portandosi a 519 cessazioni (di cui 465 non d’ufficio). Le aziende
artigiane registrate al 30 settembre 2015 sono risultate 16.192, di cui 16.138 attive, in
calo tendenziale di 630 unità (-3,7%) e congiunturale di 93 aziende. I fallimenti dichiarati
dal Tribunale di Como nel terzo trimestre del 2015 sono stati complessivamente 19.
Infine si segnala il forte calo registrato dalla cassa integrazione sia in termini tendenziali
che congiunturali.