A come Animale: Caffo e Ovadia in Sala Bianca per un mondo possibile insieme alle altre specie – INTERVISTA

4 dicembre 2015 | 11:19
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A come Animale: Caffo e Ovadia in Sala Bianca per un mondo possibile insieme alle altre specie – INTERVISTA

“Perché amo gli animali? Perché io sono uno di loro” scriveva la poetessa Alda Merini. Che altro siamo se non un primate della famiglia degli ominidi? …. eppure sfruttiamo, maltrattiamo, abusiamo degli animali.con .l’allevamento intensivo, la cattività degli zoo e dei circhi e altre indegne situazioni che gli animali subiscono. Perchè non cercare “un mondo possibile insieme alle altre specie” ?

Di questo e altro si parlerà nell’incontro “A come Animale” organizzato dalla Fondazione Prima Spes Onlus, con il filosofo e saggista Leonardo Caffo e con la partecipazione di Moni Ovadia. sabato 5 dicembre (ore 21), al Teatro Sociale in sala Bianca. Al centro del dibattito “L’incontro è aperto al pubblico e a ingresso libero.

Il tema che si intende approfondire è la tutela dei diritti degli animali puntando i riflettori sulle pratiche crudeli e sulla violenza che ancora oggi sono fortemente diffuse sugli animali portando invece la consapevolezza che si può cambiare. E’ nota infatti l’abitudine e la capacità di sfruttamento, abuso e violenza che l’uomo esercita nei confronti dei non umani, riducendoli a semplici oggetti di consumo.

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L’incontro “A come Animale” è un invito a riflettere, un tentativo di riscoprire il nostro essere animali, per arrivare alla conclusione che non esiste differenza tra l’uomo e le altre specie.

Il focus dell’incontro viene quindi posto su un argomento molto caro al filosofo Leonardo Caffo e poco conosciuto ai più: l’antispecismo.

Secondo l’approccio antispecista, le capacità di sentire (di provare sensazioni come piacere e dolore), di interagire con l’esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non sono prerogative della specie umana, ma appartengono anche agli animali.
L’attribuzione di tali capacità agli animali di specie non umana comporta, di conseguenza, un cambiamento essenziale del loro status etico.
Animali parlanti e pensanti costringono a ripensare anche il nostro ruolo su questo pianeta e l’idea secondo cui la sola specie Homo Sapiens sia detentrice di diritti morali (antropocentrismo). Nasce così l’antispecismo, fino alla sua più recente formulazione (antispecismo debole): l’idea di un futuro in cui umani e animali ritrovino una strada comune, ecologicamente sostenibile, per una vita possibile senza violenza.

L’incontro é aperto al pubblico e a ingresso libero,

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LEONARDO CAFFO

Filosofo e scrittore, è nato a Catania nel 1988. Lavora presso LabOnt, laboratorio di ontologia dell’Università degli Studi di Torino, ed è stato Fellow dell’Oxford Centre for Animal Ethics.

Tra i suoi molti libri, il discusso manifesto sull’antispecismo debole “Il maiale non fa la rivoluzione” (Sonda 2013), ma anche “Naturalism and Constructivism in Metaethics” (Cambridge SP 2014) e “Margini dell’umanità” (Mimesis 2014). Con Roberto Marchesini ha scritto “Così parlò il postumano” (Novalogos 2014), con Valentina Sonzogni “Un’arte per l’altro” (Graphe 2014), con Maurizio Ferraris “Filosofia globalizzata” (Mimesis 2014) e con Felice Cimatti “A come animale” (Bompiani 2015). Curatore di diverse opere e traduzioni di pensatori stranieri, ha curato, introdotto e ampliato per l’Italia il libro di Melanie Joy “Finalmente la liberazione animale” (Sonda 2014). Codirige, con Valentina Sonzogni, la rivista “Animot: l’altra filosofia” e scrive per “Huffington Post Italia” e “La Lettura” del “Corriere della Sera”.

Sull’antispecismo debole, da lui teorizzato, ha recentemente dichiarato: «Questa teoria è nata grazie allo sguardo di un gatto con cui ho vissuto per qualche anno: è per lo sguardo degli animali che ha senso l’antispecismo. Per quello sguardo, e attraverso di esso, l’antropocentrismo può essere battuto: l’umano del futuro passa proprio da qui – dalla liberazione animale, e dalla liberazione della nostra animalità».

MONI OVADIA

È nato a Plovdiv, in Bulgaria, nel 1946 da una famiglia ebraico-sefardita.

Ha dato avvio alla sua carriera artistica come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, e poi proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un “teatro musicale” assolutamente peculiare. Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vasta produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata del popolo ebraico.

Moni Ovadia è anche noto per il suo costante impegno politico e civile e per i suoi interventi in favore della tutela dei diritti degli animali, con contributi su riviste quali il “Corriere della Sera” e “L’Unità”. Nel suo libro “Vai a te stesso” afferma: «Noi facciamo parte del regno animale, lo abbiamo dimenticato? Condividiamo con i nostri infelici coinquilini di pianeta un tratto essenziale del nostro destino. Noi e gli animali apparteniamo alla vita e questa comune appartenenza ci dovrebbe vincolare a un sentimento di condivisione e solidarietà nei confronti della loro natura fragile. Resa fragile dalla protervia crudele del nostro comportamento».

FONDAZIONE PRIMA SPES ONLUS

La Fondazione Prima Spes Onlus persegue finalità umanitarie, di solidarietà e utilità sociale. Nasce come risposta al desiderio di accogliere i bisogni di chi si trova a vivere in condizioni di disagio, sofferenza e povertà – sia in Italia sia nel resto del mondo -, promuovendo e sostenendo iniziative e progetti di natura umanitaria e imprenditoriale, in grado di offrire opportunità concrete di miglioramento delle condizioni di vita.

Un’attenzione speciale è rivolta anche all’ambiente e agli animali, con interventi mirati di protezione e tutela, nonché di sensibilizzazione e diffusione di una cultura che promuova la difesa e la valorizzazione della biodiversità e dell’ambiente, il rispetto del diritto alla vita di ogni essere vivente, la protezione degli animali e l’affermazione dei loro diritti.