COACH DELUSO – Bazarevich chiede scusa ai tifosi: la loro rabbia va sui social (LEGGI QUI)

Rabbia, amarezza, sconcerto. Viaggia sui social – dal canale ufficiale di Facebook della Pallacanestro Cantù a quelli dei supporters canturini (nella foto sopra in tribuna a Brindisi dopo una lunghissima trasferta) – la profonda delusione per la brutta sconfitta di ieri sera a Brindisi della Vitasnella, C’è chi parla (Simone Dalla Francesca) della “peggiore Cantù degli ultimi 15 anni” e chi attacca i conti ui cambi del nuovo patron Gerasimenko:”Milano insegna – dice Marco Viganò -. Non servono i soldi. Situazione davvero preoccupante”. E chi (come Davide Monagner) chiede rispetto per la maglia di Cantù fatta di storia e grande tradizione e chi (Alberto Gatti) parla di “belle statuine” sul campo di Brindisi. Insomma, tifosi delusi e scatenati. Bufera sulla Vitasnella Cantù, naufragata sul più bello a Brindisi.
Coach Bazarevich commenta così la gara della sua Acqua Vitasnella: “Questa sera abbiamo subito una brutta sconfitta. Abbiamo dimostrato un atteggiamento troppo morbido e non siamo mai riusciti a difendere i loro 1 c 1. Credo che si possano commettere degli errori, ma non possiamo giocare con questo atteggiamento per 40 minuti consecutivi. A due giocatori con esperienza come Ukic e Hodge” continua l’allenatore canturino “chiedo di essere maggiormente concentrati in partite come questa perché è nei momenti difficili che devono dimostrare di essere un punto di riferimento per tutti i compagni di squadra. Certo non ci ha aiutato nemmeno la nostra prestazione ai liberi, visto il nostro 0 su 6 a confronto del 17 su 28 dalla lunetta di Brindisi”.
“A giudicare dal risultato negativo” conclude coach Bazarevich “probabilmente la squadra sta vivendo una crisi di identità. La bella vittoria a Sassari ha forse portato la nostra formazione a sopravvalutare le sue attuali capacità e le successive sconfitte sono state dure da affrontare e hanno riportato il morale a terra. Mi sento di chiedere scusa ai nostri tifosi che ci hanno seguito fino a qui, perché non abbiamo dimostrato loro rispetto con questa prestazione.