Imprese a Como: il secondo semestre del 2015 si chiude con segno positivo (GUARDA I DATI)

18 febbraio 2016 | 16:07
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Imprese a Como: il secondo semestre del 2015 si chiude con segno positivo (GUARDA I DATI)

Il secondo semestre del 2015 per le imprese di Como si è chiuso leggermente meglio rispetto ai livelli dell’anno precedente. Gli ultimi sei mesi dell’anno sono stati più positivi dell’ultimo semestre del 2014. In generale quindi, è presente il segno “più” sui dati di domanda, attività produttiva e fatturato se si effettua il raffronto tendenziale, quindi rispetto al secondo semestre del 2014.

Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’osservatorio congiunturale dell’indagine di Unindustria Como e Confinudustria Lecco e Sondrio.

Si segnala l’inversione di tendenza: le aziende medio-grandi hanno registrato un rallentamento degli ordini e conseguentemente di attività e fatturato, fenomeno non ancora rilevato per le aziende piccole. Rispetto al periodo luglio-dicembre del 2014, gli ordini sono cresciuti del 2,9% mentre l’attività produttiva cresce meno (+2,8%). Meglio le vendite nel raffronto tendenziale: +3,1%.

“Sono ancora contradditori i dati che emergono dal nostro osservatorio congiunturale – dichiara Fabio Porro, Presidente di Unindustria Como – per il secondo semestre 2015. Se, infatti, il paragone con lo stesso periodo del 2014 è positivo, non è così rispetto alla prima metà del 2015. Un calo che per la prima volta dopo diverso tempo viene evidenziato dalle aziende di maggiori dimensioni. Il timore è che sia il segnale premonitore di un peggioramento che successivamente potrebbe interessare anche aziende più piccole, anche se, per fortuna, le aspettative per i prossimi sei mesi risultano positive sia per ordini che per produzione. Un atteggiamento, quello degli imprenditori, improntato comunque alla fiducia perché la cosa peggiore sarebbe sprofondare ancora una volta nel circolo vizioso del pessimismo. È evidente che è necessario uno sforzo ad ogni livello per spingere sull’acceleratore delle riforme e cercare così, con una vera politica industriale a favore delle imprese, di contrastare le condizioni esogene negative che rischiano di ritardare ancora l’uscita definitiva dalla stagnazione”.

Sono migliori i dati per gli ordini ricevuti da aziende medio-piccole: +4,1% congiunturale contro l’1% fatto registrare dalle aziende più grandi. Quest’ultime hanno contemporaneamente riportato una variazione congiunturale della produzione negativa (-0,9%) contro il 2,6% delle aziende piccole. Per le vendite invece: +2,6% per le piccole imprese e -2,8% per le grandi.

La propensione all’export delle imprese monitorate nel complesso è buona, si supera il 40% del fatturato realizzato al di fuori dei confini nazionali, sebbene la maggior parte delle esportazioni, quasi la metà, siano effettuate in Europa occidentale. Le imprese del campione continuano a vivere criticità nei loro rapporti con gli Istituti di Credito ma il dato è stabile da più semestri.

La situazione occupazionale conferma quanto sperimentato nelle rilevazioni precedenti, in quasi due terzi dei casi si ha stabilità (64%), nel 20% invece miglioramenti e peggioramenti nel 15%. Sebbene il saldo sia di poco positivo, si segnala che il recente passato è stato caratterizzato da estrema stabilità o saldi negativi. Le aspettative per i prossimi mesi del 2016 confermerebbero lo scenario.

Per quanto riguarda i dati congiunti di Unindustria Como e Confindustria Lecco e Sondrio, il secondo semestre del 2015 per le imprese di Como si è chiuso leggermente meglio rispetto ai livelli dell’anno precedente. Gli ultimi sei mesi dell’anno sono stati infatti più positivi dell’ultimo semestre del 2014. Stesso andamento si è riscontrato nel 2015, con un primo semestre piuttosto positivo e un rallentamento in autunno e inverno.

In generale quindi, è presente il segno “più” sui dati di domanda, attività produttiva e fatturato se si effettua il raffronto tendenziale, quindi rispetto al secondo semestre del 2014. Si segnala l’inversione di tendenza: le aziende medio-grandi hanno registrato un rallentamento degli ordini e conseguentemente di attività e fatturato, fenomeno non ancora rilevato per le aziende piccole. Nel recente passato, ciò segnalava un prossimo rallentamento delle attività produttive, le aziende più grandi spesso sono anticipatrici del ciclo economico.

Rispetto al periodo luglio-dicembre del 2014, gli ordini sono cresciuti del 2,9% mentre l’attività produttiva cresce meno (+2,8%). Meglio le vendite nel raffronto tendenziale: +3,1%. La performance congiunturale è parzialmente legata a caratteristiche stagionali della produzione, riscontrata per poco più del 43% del campione.

Sono migliori i dati per gli ordini ricevuti da aziende medio-piccole: +4,1% congiunturale contro l’1% fatto registrare dalle aziende più grandi. Quest’ultime hanno contemporaneamente riportato una variazione congiunturale della produzione negativa (-0,9%) contro il 2,6% delle aziende piccole. Per le vendite invece: +2,6% per le piccole imprese e -2,8% per le grandi. Le previsioni per la prima parte del 2016 sono orientate all’ottimismo, infatti ci si aspetta una crescita di ordini e vendite poco sopra il 3% rispetto al semestre appena conclusosi.

L’utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata risulta in calo ma comunque superiore rispetto ai livelli molto bassi riscontrati nel 2012. Anche se quest’ultimo rappresenta il secondo semestre consecutivo di calo, il dato si attesta al 64,3% (era 67,9% sei mesi fa e 71,3% un anno fa). La propensione all’export delle imprese monitorate nel complesso è buona, si supera il 40% del fatturato realizzato al di fuori dei confini nazionali, sebbene la maggior parte delle esportazioni, quasi la metà, siano effettuate in Europa occidentale.

Le imprese del campione continuano a vivere criticità nei loro rapporti con gli Istituti di Credito ma il dato è stabile da più semestri. La situazione occupazionale conferma quanto sperimentato nelle rilevazioni precedenti, in quasi due terzi dei casi si ha stabilità (64%), nel 20% invece miglioramenti e peggioramenti nel 15%. Sebbene il saldo sia di poco positivo, si segnala che il recente passato è stato caratterizzato da estrema stabilità o saldi negativi.