Ospedale di Cantù: la Rianimazione compie 10 anni (TUTTI I NUMERI)

Dieci anni di attività per la Rianimazione dell’ospedale di Cantù. Il reparto di terapia intensiva del Sant’Antonio Abate, diretto da Gianmario Monza e dotato di sei posti letto, ha tagliato in questi giorni un traguardo importante, un’occasione per stilare un bilancio del lavoro svolto a partire dal primo ricovero, effettuato il 10 febbraio del 2006.
Per ripercorrere le tappe dello sviluppo dell’Unità Operativa, ecco un po’ di numeri: dai 127 pazienti ricoverati nel 2006 si è arrivati ai 274 dello scorso anno, con una picco massimo nel 2013, durante il quale i degenti sono stati 335.
“L’età media dei pazienti – spiega il primario Monza – si è mantenuta stabile negli anni attorno ai 70 anni con una punta minima di un bimbo di 5 anni e una “nonnina” di 94 anni. La distribuzione tra uomini (52%) e donne si è sempre più o meno equivalsa. Così pure i giorni di degenza media (7,9) con un minimo di un solo giorno di ricovero per i pazienti post operati fino a un massimo di 59 giorni per difficoltà nel caso di pazienti da trasferire in strutture specializzate. Il tasso di mortalità è stato costante negli anni, pari al 17%, ben al di sotto della media nazionale pari al 25%”.
I ricoverati nel reparto provengono in massima parte (53%) dal Pronto Soccorso. Il restante 47%, quasi in parti uguali, dalla Medicina, che ricovera pazienti in età sempre più avanzata e pertanto con più patologie, il più delle volte croniche (insufficienza respiratoria/cardiaca cronica), e dalla Chirurgia che affronta interventi di maggior portata, tra cui la chirurgia del grande obeso, avvalendosi di un ricovero in rianimazione con monitoraggi ad alta tecnologia.
L’evoluzione nel tempo
“Nel corso degli anni – prosegue Monza – ci siamo sempre più specializzati nel trattamento dei malati con problematiche respiratorie, sia cronici che affetti da patologie neurologiche invalidanti come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), in cui il trattamento terapeutico prevede, oltre all’uso di ventilatori meccanici anche l’esecuzione di tracheotomie. In questi dieci anni ne abbiamo eseguite oltre 100. I pazienti in shock settico rappresentano un altro grave quadro clinico che sempre più frequentemente stiamo osservando in questi anni. Fortunatamente la tecnologia ci sta venendo incontro. Un’apparecchiatura, che ha richiesto un consistente investimento economico da parte dell’Azienda, ci permette di intraprendere un trattamento extracorporeo che pulisce il sangue dalle tossine rilasciate dai germi che hanno provocato l’infezione generalizzata e pertanto il quadro di shock”.
Di fronte a tanta tecnologia mancava un po’ di umanizzazione. Dal 18 gennaio 2016 è partito il progetto “Rianimazione aperta”. I parenti dei pazienti ricoverati hanno la possibilità di far visita ai loro cari 24 ore al giorno. Sono molti gli studi che documentano un netto miglioramento delle cure con il supporto anche psicologico del paziente attraverso la presenza dei propri cari.
Il reparto
Il reparto di Rianimazione fa parte del Dipartimento di Emergenza Rianimazione e Anestesia dell’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale (ASST) Lariana
Collaborano, con il Direttore, undici dirigenti medici, tutti specialisti in Anestesia e Rianimazione, il personale infermieristico (18) e di supporto coordinato dal caposala Massimo D’Angelo, coadiuvato nelle funzioni amministrative da una segretaria.
La Rianimazione dell’ospedale di Cantù, come si diceva, è dotata di sei posti letto, di cui uno collocato in un box per eventuali pazienti da porre in isolamento. E’ un reparto completamente LATEX FREE, idoneo, pertanto, a pazienti allergici al lattice.
“C’è ancora molto strada da percorrere – conclude il primario -. Speriamo di festeggiare il prossimo compleanno soprattutto con testimonianze di parenti e pazienti che, seppur nel sofferenza e nel dolore della loro malattia, trovino sollievo nell’umanizzazione di un ricovero in un ambiente come la rianimazione solitamente molto asettico”.
“La semplice memoria di un percorso umano, professionale e clinico-organizzativo – sottolinea Fabio Banfi, direttore sanitario dell’Asst Lariana – esprime un ulteriore passaggio del processo di consolidamento dell’ospedale di Cantù, del miglioramento della qualità della sua offerta sanitaria e della sempre più accentuata attenzione al territorio di riferimento”.