Rapina in villa a Fenegrò e botte al pensionato: fermati due comaschi (le loro foto)

Rapina in villa a Fenegrò, la svolta dopo settimane di indagini serrate: i Carabinieri della Compagnia di Cantù hanno eseguito due Ordinanze di Custodia Cautelare, di cui una in carcere e una agli arresti domiciliari, nei confronti di altrettanti di due sospettati per i reati di rapina, sequestro di persona e lesioni personali. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Como, è iniziata il 19 gennaio 2016, quando i militari del N.O.R.M. di Cantù sono intervenuti a Fenegrò, presso la villa di un pensionato sessantasettenne che era stato bloccato con delle fasce e picchiato selvaggiamente da due che volevano farsi consegnare quanto di prezioso potesse essere portato via dall’abitazione. I rapinatori, dopo più di mezz’ora, riuscivano ad asportare qualche centinaia di euro in contanti, una pistola scacciacani, set di posate in argento nonché la BMW X5 di proprietà della vittima con la quale fuggivano dal luogo del delitto.
Le immediate indagini, anche con l’ausilio della tecnologia (e il Gps sulla vettura ad esempio) hanno consentito ai militari del Nucleo operativo canturino di individuare e di recuperare, già a distanza di pochi giorni, il veicolo rubato nel corso della rapina, mentre questo era in movimento per i Comuni della “Bassa Comasca”. A bordo vi era un quaratasettenne italiano, Fabrizio Carenza, pregiudicato e tossicodipendente cadoraghese, il quale, in quell’occasione, era stato denunciato per il reato di ricettazione. I successivi sviluppi investigativi, anche di natura tecnica, hanno confermato i sospetti degli investigatori: il ricettatore era anche, effettivamente, il rapinatore della villa di Fenegrò. Egli infatti si era servito della complicità di Alessandro Carminitana, muratore guanzatese di ventisette anni, conoscitore delle abitudini del ricco pensionato in quanto affittuario di un suo appartamento. La mattina del 19 Gennaio scorso infatti, i due si sono introdotti all’interno della villa di Uboldi (la vittima) attendendo il momento migliore per colpire; sono riusciti poi ad avvicinarsi ed a derubarlo dopo averlo picchiato brutalmente
I carabinieri, durante la perquisizione hanno trovato a casa di Carenza due pistole scaccia-cani (di cui una risultata provento proprio della rapina di Fenegrò), nonché di chiavi alterate utili allo scasso di serrature di automobili e di abitazioni. Per questo motivo l’uomo è stato, quindi, denunciato anche per quest’ultimo aspetto. Nel corso del blitz in queste ore, inoltre, è stato dato seguito ad una perquisizione locale presso un noto bar del centro di Cadorago, abituale punto d’incontro dei due malviventi. Nel corso dell’ispezione, sono emerse alcuni gravi illeciti amministrativi per i quali sono state comminate sanzioni pecuniarie per oltre 10.000 Euro.
Cerenza è stato portato al Bassone, il complice a Guanzate ai domiciliari. I carabinieri hanno svelato anche un altro dettaglio: i due, quando hanno rapinato il pensionato, avrebbero simulato di essere albanesi fingendo di parlare con accento dell’est, in realtà per i militari la responsabilità di questo brutale agguato è tutta loro.