La Regione ed i frontalieri: garanzie per i 60.000 che lavorano in Ticino (le reazioni)

3 maggio 2016 | 20:17
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La Regione ed i frontalieri: garanzie per i 60.000 che lavorano in Ticino (le reazioni)

La Regione ed i frontalieri – Un tavolo di lavoro con i parlamentari lombardi, sindaci, rappresentanti delle Comunità Montane, Province, forze sociali e rappresentanti dei frontalieri per individuare soluzioni concrete per le problematiche dei territori di confine. E’ quanto chiede il Consiglio regionale che oggi ha approvato all’unanimità una mozione (primo firmatario Antonello Formenti della Lega Nord, documento sottoscritto anche da Forza Italia, Lista Maroni e Fratelli d’Italia) con la quale si invita la Giunta regionale ad attivarsi per costituire un gruppo di lavoro e confronto. Due in particolare le problematiche sul tappeto: la nuova tassazione fiscale sulle buste paga che scatterà con il nuovo accordo firmato da Roma e Berna e penalizzerà i lavoratori, e il trasferimento delle tasse dei frontalieri verso i comuni di residenza, elemento quest’ultimo che incide sugli equilibri dell’economia transfrontaliera, stimata in circa 60 milioni di euro. Secondo le ultime stime i frontalieri sono circa 60 mila in tutta la zona di confine, diverse migliaia anche nel comasco. Ampia la relazione dell’assessore Francesca Brianza che ha auspicato da parte del Governo centrale una celere “stretta conclusiva” verso la legge di ratifica della Convenzione tra Italia e Svizzera.

incontro su frontalieri in regione

LE REAZIONI DEI CONSIGLIERI COMASCHI

alt“Il tema dei lavoratori frontalieri – collegato a doppio filo con quello dei ristorni ai Comuni di Como Caffe con Alessandro Fermiconfine – sia al centro dell’agenda del Governo. E’ questo il senso della mozione che abbiamo approvato oggi in Consiglio regionale. Se qualcuno ha avuto un atteggiamento timido nei confronti della Svizzera, quella è Roma. Nel documento votato oggi chiediamo impegni concreti a cominciare dal coinvolgimento di Regione Lombardia nelle trattative in atto. Da qui la richiesta di un Tavolo istituzionale con parlamentari, sindaci e rappresentanti delle istituzioni per trattare le problematiche di confine. L’impressione è che sia Berna che Roma non conoscano a fondo le problematiche di confine. Il canale di dialogo con i “nostri vicini” è fondamentale, ma nel contempo dobbiamo vigilare affinché non si alzi il livello dello scontro e delle provocazioni, soprattutto da parte svizzera. Nella mozione chiediamo interventi concreti e chiediamo inoltre notizie certe sui 200 milioni di euro derivanti dall’indennità di disoccupazione (ristornati dalla Svizzera all’Italia), di cui Inps ha sin qui fornito risposte vaghe e di cui chiederemo conto all’Inps in Commissione per i Rapporti con la Confederazione Svizzera. Attendiamo il testo definitivo degli accordi che entreranno in vigore tra Italia e Svizzera a partire dal 2018. Ci sono 62 mila lavoratori frontalieri che chiedono garanzie sul futuro e decine di Comuni di confine preoccupati per il destino dei ristorni. Roma dia un segnale e soprattutto confermi che le tasse per i nostri lavoratori frontalieri non aumenteranno con l’entrata in vigore dei nuovi accordi. Il resto sono solo parole”. Così il sottogretario all’Attuazione del Programma e ai Rapporti Nazionali e Istituzionali, Alessandro Fermi (Forza Italia) e il consigliere regionale (e vicepresidente della Commissione Speciale per i Rapporti con la Confederazione Svizzera) Francesco Dotti (Fratelli d’Italia). Ed il sottosegretario Alessandro Fermi domani parteciperà – con l’assessore regionale Francesca Brianza – ad Ascona (Confederazione Svizzera), al ‘IX Dialogo economico Svizzera-Italia’ promosso dal Ministero dello Sviluppo economico – Direzione generale per la politica commerciale. E’ la prima volta che Regione Lombardia prende parte all’appuntamento.

gaffuri800“La mozione riprende alcuni contenuti di quella analoga approvata dal Parlamento italiano che dà indicazione al Governo di affrontare con la necessaria attenzione la problematica – ha detto Gaffuri (Pd) nel suo intervento –. E in effetti alcuni riscontri positivi li abbiamo già percepiti, ad esempio nella soluzione della vicenda del pagamento della sanità da parte dei frontalieri, ingiustamente pretesa da Regione Lombardia”. Per Gaffuri e il Pd, quindi, “oggi approviamo una mozione timida, che vede Regione Lombardia succube del Canton Ticino: i ticinesi alzano l’asticella ogni giorno, dal salto in alto siamo passati al salto con l’asta e la Lombardia chiede se ‘per favore’ possono non fare azioni discriminanti nei confronti di frontalieri e padroncini lombardi. Ma questo è il massimo che possiamo ottenere dall’attuale maggioranza. Se avessimo i numeri utilizzeremo altre espressioni nei confronti dei colleghi ticinesi: in questi anni io stesso, da solo, ho dimostrato di non avere lo stesso timore di un’intera maggioranza verso i colleghi ticinesi”.

Tuttavia, il Pd ha voluto sostenere almeno il fatto che “finalmente Regione Lombardia mette nero su bianco la constatazione che il Canton Ticino sta esagerando”, ma Gaffuri ha chiesto almeno di tener conto di alcune importanti richieste fatte dai frontalieri in questi giorni, durante gli incontri con il capo negoziatore del Governo, Vieri Ceriani, “persona che non si è mai sottratta al confronto”, ha voluto sottolineare Gaffuri. “A parte le questioni di carattere fiscale, il vero tema che viene posto dai frontalieri è il fatto di avere diritti simili ai lavoratori italiani: maternità, disoccupazione, qualche barriera ai licenziamenti. L’Italia non può pretendere di regolamentare il mercato del lavoro oltre confine. Ma in una fase come questa, di trattativa, una volta deciso il canovaccio dell’accordo da approvare, sul piatto bisognerebbe mettere quello che interessa davvero i frontalieri, ovvero maggiori tutele”, ha concluso Gaffuri.

maroni in studio ciaocomo“Serve un dialogo tra Italia e Svizzera. Il tavolo di lavoro con i parlamentari lombardi, i Sindaci e tutti i soggetti istituzionalmente interessati, il Governatore Roberto Maroni e la Giunta deve diventare lo strumento per trovare le strategie da sottoporre al Governo affinchè sia definita nei minimi dettagli la questione dei trasferimenti delle tasse dei frontalieri verso i Comuni di residenza e mi riferisco a modalità, tempi massimi di trasferimento e, soprattutto, reale entità degli importi che deve rimanere la medesima di quella attualmente vigente.commenta il Consigliere Segretario Daniela Maroni (Lista Maroni) – Ciò anche in considerazione del fatto che i ristorni hanno rappresentato fino ad oggi una fonte essenziale di sopravvivenza per molti Comuni di frontiera già vessati dalla persistente crisi economica e dall’impoverimento delle economie di confine. Per quanto concerne la tassazione dei lavoratori frontalieri, con l’entrata in vigore del nuovo sistema della doppia imposizione, si inizierà il cosiddetto split fiscale che porterà ad un progressivo aumento, che si valuta intorno al 10% annuo, della tassazione fino ad arrivare, a regime, ad una media di tassazione aggiuntiva per ogni lavoratore frontaliere superiore a 3.000 euro procurando notevoli entrate aggiuntive sia per le casse del Canton Ticino, ma soprattutto per le casse dello Stato Italiano. Non possiamo fare finta di nulla in quanto il sistema della doppia imposizione andrebbe a pesare notevolmente sulle spalle dei lavoratori frontalieri.

Come Regione Lombardia  – continua Daniela Maroni – auspichiamo che si possa ottenere, sebbene attraverso un sistema impostato differentemente, una pressione fiscale sui lavoratori frontalieri pari a quella preesistente alla nuova Convenzione”.