Scandalo sanità, Rizzi e compagna a processo a luglio: vogliono patteggiare

Lo scandalo della sanità lombarda tra favori ed appalti pilotati. Fabio Rizzi, ex presidente della Commissione Sanità lombarda e il suo portaborse Mario Longo vogliono patteggiare. A tre mesi dagli arresti, Manuela Massenz pubblico ministero della Procura di Monza ha firmato la richiesta di mandare a processo 19 dei 21 imputati raggiunti dalle misure di custodia cautelare nell’inchiesta “Smile” sulla corruzione negli appalti concessi a Maria Paola Canegrati, 54 anni, imprenditrice monzese, egina indiscussa delle protesi dentarie. Sia Rizzi che Longo, tramite i rispettivi legali, avrebbero manifestato l’intenzione di chiudere la vicenda con il patteggiamento della pena. I due sono tuttora in carcere: sono stati arrestati a febbraio.
GIUDIZIO IMMEDIATO PER TUTTI
Tre mesi fa gli arresti. Da allora delle nove persone finite in carcere sono ancora dietro le sbarre Rizzi, Longo, Canegrati e Stefano Lorusso. Quest’ultimo è ritenuto il “riciclatore” all’estero dei soldi della “cricca” ed è stato estradato da Miami all’Italia. Lorusso da Roma è stato poi trasferito al carcere di Monza. Delle sette persone che erano state messi agli arresti domiciliari soltanto Patrizia Pedrotti, ex direttore amministrativo prima dell’Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate e poi di Melegnano, ha ottenuto la revoca. Sono ancora ai domiciliari anche le conviventi dell’ex consigliere regionale – Lorena Pagani di Faloppio – e del suo factotum.
LA CANEGRATI NON PATTEGGIA
Manuela Massenz nel frattempo ha sentito nuovamente Maria paola Canegrati (sotto) che non ha intenzione di patteggiare la pena come Fabio Rizzi e Mario Longo. Il processo si aprirà per tutti il prossimo 14 luglio a Monza.