A Schignano la scultura nei boschi racconta storie di contrabbando

27 maggio 2016 | 23:23
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Da domenica 29 maggio a domenica 5 giugno a Schignano la 3ª edizione di Boscultura  vedrà al lavoro gli scultori del legno lungo il sentiero che parte da località Nava e ripercorre le orme dei contrabbandieri.

Una settimana tra storia, escursioni, passeggiate, appuntamenti gastronomici, mostre, spettacoli teatrali e tanto altro.

Boscultura è un progetto di valorizzazione artistica della Foresta nella Conca di Schignano, in Valle Intelvi, che ogni anno presenta nuovi percorsi naturalistici e tematici sviluppati attraverso sculture lignee realizzate su tronchi d’albero. Tutto ciò è racchiuso nel Sentiero delle Espressioni, che valorizza i luoghi, l’arte e la cultura del territorio.

Quest’anno protagoniste saranno le storie degli “spalloni”.
Infatti, lungo i sentieri e nei boschi intorno a Schignano, si muovevano nell’ombra della notte gli spalloni, uomini poveri che erano costretti a praticare l’illegalità per sopravvivere.

Grazie a Boscultura nuove sculture racconteranno le loro storie fatte di sudore, paura e amore.

Da domenica 29 maggio una dozzina di mascherai e scultori lavoreranno e vivranno nella foresta comasca per scolpire le loro opere d’arte en plain air. 

Per tutta la settimana, i visitatori della passeggiata potranno ammirare gli artisti al lavoro e assistere alla trasformazione: da tronco a vera e propria opera scultorea. Durante la giornata di domenica 5 giugno si potranno ammirare le opere concluse, mentre alle 14 nell’anfiteatro naturale dell’Alpe Comana, si svolgerà lo spettacolo teatrale di Stefano Beghi.

Lungo la via, inoltre, si potranno incontrare alcuni personaggi che un tempo furono protagonisti della storia della Valle.

La settimana che va dal 29 maggio al 5 giugno, sarà ricca di eventi a corollario: interessanti incontri, progetti per le scuole e appuntamenti gastronomici. Inoltre, le scuole che lo desiderino, potranno richiedere ad Ersaf una guida per visitare al meglio il percorso.

Al Roccolo del Messo, durante i due weekend verrà allestita una mostra a tema e un artista dipingerà e decorerà dal vivo alcune bricolle, famosi sacchi di juta che i contrabbandieri usavano per trasportare la merce.

E’ invece già iniziato il Concorso fotografico: dal 20 maggio è possibile inviare le proprie foto del Sentiero delle Espressioni.

Una giuria tecnica decreterà i vincitori che si aggiudicheranno coppe, targhe e omaggi di Ersaf. Inoltre, alcune opere selezionate verranno portate il 13 agosto in esposizione nel prestigioso Vicolo Poldo, storica manifestazione culturale di Schignano.

Il regolamento completo del concorso è sul sito www.lamascheraschignano.it

Boscultura è un progetto promosso da ERSAF – Regione Lombardia, dall’associazione la M.A.SCH.E.R.A. e dal Comune di Schignano.

Programma dettagliato

Domenica 29 maggio :  apertura dell’evento, gli artisti iniziano a scolpire. Il tema di Boscultura 2016 è “Il contrabbando”

Lunedì 30 maggio : Scultori all’opera lungo il sentiero

Martedì  31 maggio  : Giornata didattica dedicata agli alunni della scuola primaria di Schignano. Escursione guidata con personale ERSAF, visita e laboratorio di scultura del legno sul sentiero, incontro con scultori e personaggi dei due fronti del contrabbando. Pranzo presso l’agriturismo previa prenotazione. Ritrovo ore 9,30 Piazza Monumento Caduti e rientro previsto ore 17

Mercoledì  1 giugno: Giornata didattica dedicata agli alunni di una classe media di San Fedele. Escursione guidata con personale ERSAF fino all’Alpe Comana, visita alle sculture, mini cantiere boschivo, pranzo presso la struttura (previa prenotazione) e  incontro con personaggi del periodo del contrabbando in Val d’Intelvi. Ritrovo ore 9,30 Piazza Monumento Caduti e rientro previsto per le 17,30

Sabato 4 giugno al mattino gita cicloturistica a cura di Team Bike Valle Intelvi. Info su www.teambikevalleintelvi.it dalle ore 19 al Centro Civico di Schignano (CO), apericena e alle ore 21 spettacolo teatrale “Sfrusaduu nel boecc con la Filodrammatica di Arogno.

Domenica 5 giugno:  Happening sculture in bosco con i Mascherai di Schignano e altri artisti del legno.  Visita alle sculture lungo il Sentiero delle Espressioni e voto del pubblico fino alle 13.30
Ore 14: nell’anfiteatro naturale dell’Alpe Comana, spettacolo teatrale di e con Stefano Beghi “Rimanendo sul confine. Ovvero: la volta che rincorsi il fante di cuori”
Ore 15.00: saluti istituzionali, incontro con gli artisti e premiazioni.

Per ristoro e pranzo all’Alpe Comana (meglio prenotare): Agriturismo La Pratolina, tel. 338.3493231\ 333.6032819

Il contrabbando nelle nostre valli

Nei monti intorno a Schignano, nella Valle Intelvi, è vivo ancora il ricordo di un passato fatto di contrabbando. Che non si può raccontare solo attraverso l’evasione fiscale, in un tempo in cui la miseria era pungente. I monti, i nostri monti, sono stati teatro di storie leggendarie, inseguimenti a perdifiato e umane vicende.

Qui, lungo i sentieri e nei boschi si muovevano nell’ombra della notte gli spalloni, uomini poveri che erano costretti a praticare l’illegalità per sopravvivere. Di fatto, trasportavano pesanti carichi di merce sulle spalle, attraversando il confine tra Svizzera e Italia, eludendo il regime fiscale e sfidando la malasorte.

Nella Valle, molte le storie che si intrecciavano: da una parte gli spalloni, dall’altra i finanzieri. A lato, le famiglie, la società, lo Stato.

Gli spalloni erano i contrabbandieri con la bricolla sulle spalle. Detta anche sacc, la bricolla è uno zaino di iuta dove venivano trasportate sigarette comprate in Svizzera. Lo spallone attraversava il confine tra i due Stati, seguendo un percorso lungo i monti schignanesi segnato dalle “Crocette”, che comprendeva il Sasso di Gordona, il Prabello, Binate e altri pertugi spesso pericolosi.

Il suo antagonista era il finanziere, militare della Guardia di Finanza sempre in servizio: giorno e notte. Pronto a fermare i gruppi di contrabbandieri che attraversavano il confine con le bricolle. Il contrabbando avveniva anche a bordo di vetture velocissime che sfidavano i tornanti della Valle Intelvi, inseguite dalle Verdi Gazzelle della Finanza.

Quello che rimane oggi di queste storie, sono racconti e leggende di persone coraggiose e, spesso, capaci di grandi gesti di vera generosità. I buoni si trovano in entrambe le fila, dove i giovani erano chiamati a seguire  le regole di un gioco che non finisce mai di stupire.

La storie degli spalloni verranno riproposte nell’edizione 2016 di Boscultura. Vicende fatte di sudore, di paura, di amore. Per ricordare la storia del contrabbando in questi monti, con un dolce omaggio, nuove sculture verranno intagliate nei legni lungo il nuovo percorso.

Il contrabbando ha segnato un’epoca storica del nostro passato, lasciando ancora viva una realtà discussa e discutibile nelle sue varie motivazioni. Testimonianze e leggende che han visto protagonisti sul palcoscenico dei nostri monti di Schignano tre figure principali: il contrabbandiere o spallone, la bricolla o sacc ed il finanziere o burlanda in uno spaccato di vita a volte triste, necessaria, faticosa ed un po’ romantica in quella illegalità che sicuramente è stata lontanissima da ben altri delittuosi contesti, fatta solo di sigarette e merce sottratta al fisco nella sua tassa d’esportazione, nient’altro che un’evasione fiscale che però ha permesso in tempi molto duri e poveri la sopravvivenza di famiglie ai bisogni travolti da  un passato, a cavallo del finir della guerra, con un presente ed un futuro gramo e senza risorse. Il contrabbandiere detto spallone perché portava sulle spalle su sentieri impervi e spesso duri la bricolla, comunemente detta sacc, un sacco rettangolare con le bretelle tipo zaino, fatto di tela di iuta contenente stecche di sigarette, comprate legalmente in svizzera, attraversando il confine, che sui nostri monti schignanesi era “segnato” dalle Crocette, il  Sasso di Gordona, il Prabello, Binate ed altri perfugi spesso pericolosi, dopo ore di estenuanti fatiche, portavano in paese o verso il lago questa merce che poi altre persone provvedevano a immetterle nei mercati cittadini con un notevole ricavo esentasse e brevimanu. L’antagonista del contrabbandiere era il finanziere che militava nelle caserme della Guardia di Finanza dislocate nei vari comprensori, a volte sulla montagna, sempre in servizio giorno e notte, pronto a rincorre tra sentieri, boschi e vallate gli spalloni che quasi sempre si muovevano in gruppi a volte anche di decine di persone. La “ferma” che consisteva nel fermare il gruppo dei contrabbandieri, avveniva quasi sempre di notte, alla luce dei fari delle campagnole(le nostre nostalgiche jeep) o sotto il chiarore della luna, accompagnata dal caratteristico “alt, molla la bricolla” l’abbaiare dei cani in dotazione ai militi e, rarissimamente, qualche sparo in aria intimidatorio e quindi le varie fughe, semplici tafferugli e diatribe di scambi d’opinioni, discussioni che emergevano spesso  lati umani e giustificazioni non del tutto ingiustificate. Il contrabbando dalle nostre parti era in via di massima questo, caratterizzato anche dai trasporti con vetture velocissime, le mitiche alfa romeo, sui tornanti della val d’intelvi seguiti dalle verdi gazzelle della Finanza e interrotti dai posti di blocco, catene chiodate e palette estratte all’ultimo istante. Ma la storia, quella che speriamo di raccontarvi con le nostre sculture sui monti del roccolo, ormai ha fatto il suo tempo, lasciandoci in eredità  racconti e leggende di gente nostrana, coraggiosa e capace anche di veri atti di bontà, da tutte e due le parti, giovani chiamati a difendere spesso controsensi e regole di un gioco che non finisce mai di stupire, dettate dai tempi in cui sono vissute, ormai  trascinate sui libri e nelle canzoni come ballate, indiani e cauboi di un Italia piegata da guerre e miserie, la voglia di rimettersi in piedi con qualsiasi risorsa cercando un lavoro da inventare e quindi vivere il confine suggeriva anche di far contrabbando, ”sfrosare” nel termine nostro di far qualcosa di nascosto, da ambo le parti, perché in tempo di guerra avevamo anche noi qualcosa per loro, riso, farina ed altro agli svizzeri del cioccolato, caffè e di quelle sigarette “sfrosate” in spalla sulle brughe (pendii )e sentieri, pedule di sacco come scarpe sui piedi, camice di flanella rosse anche d’estate, perché come dicevano i saggi d’una volta, quello che protegge dal freddo protegge anche dal caldo, metafora che con un po’ di fantasia e verità si sposa benissimo con quel passato che non fece mai del male  se non ricordarlo con un sorriso  adesso raffigurato e scolpito nei legni dagli artisti di questa boscultura dedicata al contrabbando.