Grave emarginazione: a Como allenza per i meno fortunati

Un accordo territoriale di alleanza per il funzionamento del Coordinamento per la grave emarginazione sociale e per le persone senza dimora. E’ stato firmato ieri in Comune a Como. In campo insieme all’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Como, rappresentato da Bruno Magatti, la Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio, l’associazione Piccola Casa Federico Ozanam, l’associazione Incroci, l’associazione Solidarietà Cooperazione Internazionale onlus, l’associazione City Angels Italia onlus, la Fondazione Somaschi onlus, il Comitato provinciale di Como della Croce Rossa Italiana.
“Le strutture amministrative non ce la possono fare da sole ad essere accanto alle persone con grave emarginazione sociale e ai senza dimora – commenta Magatti – e le associazioni di volontariato danno un grandissimo aiuto. L’accordo di oggi è un momento importante perché segna il concretizzarsi di un’alleanza volta a promuovere la tutela dei diritti di cittadinanza”. “Grazie ai volontari, grazie alle associazioni e al loro lavoro silenzioso – aggiunge Franca Gualdoni, dirigente del settore Politiche Sociali del Comune di Como – Senza di loro non saremmo in grado di far fronte a tutte le richieste di aiuto che ci arrivano dal territorio. E un grazie doppio per la loro collaborazione che ci permette di non sovrapporre le azioni e di investire meglio le risorse a disposizione”.
L’accordo firmato, ha spiegato sempre Gualdoni, è l’ultima tappa di un percorso che è stato avviato nel 2011 e che ha come obiettivo quello di rendere la città più accogliente e rispettosa. L’ultimo censimento sui senza dimora risale al luglio del 2010: allora vennero conteggiate 197 persone senza casa.
Un nuovo censimento verrà effettuato a luglio di quest’anno. Unanimi gli obiettivi delle associazioni: puntare ad una logica di città inclusiva, essere attenti a chi ci sta accanto, rispondere ai bisogni di tutti, aiutare gli altri per aiutare anche se stessi perché l’incontro è occasione di crescita e arricchimento per tutti. Non ultimo è arrivato un appello a tutti i cittadini: “servono tempo, competenze perché la responsabilità personale è importante e perché è finito il tempo di un welfare che delegava ad altri la soluzione dei problemi. E servirebbero anche alloggi e occasioni di lavoro affinchè chi è caduto possa tornare a camminare sulle proprie gambe e possa tornare ad avere speranza”. Della rete di volontari che affianca il Coordinamento fanno parte anche il gruppo San Vincenzo, il gruppo Legami, il Don Guanella, la parrocchia di Rebbio, i Lions Club e la cooperativa sociale Csls.