Migliaia di persone all’Isola Comacina: che pienone alla notte dei fuochi!
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Regina bloccata, in tantissimi hanno assistito allo spettacolo pirotecnico dalla strada o sulle tribune naturali della zona. Tutto esaurito per mangiare.
Difficile dire se erano 15.000 o 20.000 persone. Anche perchè qui è uno “stadio” naturale e molti trovano posto dove meno te lo aspetti. Di sicuro in tanti, tantissimi, questa sera sulle sponde della Regina di fronte all’Isola Comacina per assistere allo spettatolo pirotecnico che da anni “infiamma” l’estate lariana. Tante persone, pubblico da record per lo show iniziato dopo le 22 e per il quale hanno collaborato in tanti. Anche forze dell’ordine impegnate da giorni a garantire la sicurezza.
Uno spettacolo nello spettacolo la presenza di così tante persone. Ristoranti e trattorie della zona – ma anche la Pro Loco di Sala con i suoi piatti tipici sfornati a gran velocità – invase da tantissime persone. E poi molti per strada: Regina bloccata per 4 ore da Argegno a Tremezzina, poi riaperta dopo la mezzanotte.
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LA LUNGA STORIA DI QUESTA SAGRA
La festa ha cinque secoli ed è la più vecchia della Lombardia: commemora la devastazione dell’isola, il 24 giugno del 1169, da parte dei comaschi, per punire gli isolani schierati, nell’Italia dei Comuni, contro l’imperatore Federico Barbarossa e con Milano nella guerra contro Como (1118-1127); le origini remote sono però di festa contadina in onore del Battista per propiziare i raccolti estivi.
Le cronache narrano che alla rappresaglia dei comaschi ghibellini è seguita la distruzione di fortificazioni e case e della basilica di Sant’Eufemia che custodiva le reliquie dei Martiri donate nel quinto secolo da Sant’Abbondio; mentre i sopravvissuti e le reliquie si sono salvati sull’altra sponda del lago, a Varenna, ribattezzata Insula Nova.
Narra una leggenda che tre secoli dopo l’orrenda strage, nel 1435, San Giovanni Battista in veste di pellegrino sia comparso per sorte a un isolano e lo abbia invitato a scavare sotto un noce. E così che i ruderi dell’antica basilica sono riemersi, insieme alla memoria storica degli isolani che gioiosamente hanno ricostruito la loro chiesa. Da allora, ogni anno, per San Giovanni Battista, si fa festa nel ricordo di quegli eventi.
La sera della vigilia il lago viene sfarzosamente illuminato. Un tempo con lumini a olio posti nei gusci delle lumache lacustri, denominati lumaghitt; oggi anche con ceri collocati nelle barche, sui balconi delle case e nelle contrade. L’idea dei lumaghitt deriva dalla consuetudine di cucinare lumache in umido con polenta alla vigilia di San Giovanni.
Un’esplosione pirotecnica “incendia” l’isola e la notte con 1.200 postazioni per sparare oltre 10 quintali di fuochi d’artificio a 400 metri di altezza, sul lago illuminato da migliaia di lumaghitt galleggianti. Si ricordano così incendio e distruzione dell’isola, illuminando a giorno lo specchio verso terraferma, chiamato Zoca de l’oli (conca dell’olio), per via degli estesi oliveti della sponda che si azzardano a crescere rigogliosi a una latitudine tanto inconsueta. Una zona che gode di clima talmente mite da favorire la fioritura di essenze mediterranee come ulivi, viti, allori e, sulle pendici dei monti, folti boschi di castagni. Una terra, tra isola, lago e monti, che esplode di colori sempre diversi con il mutare delle stagioni. Dai primaverili, quando la natura rinverdisce e si copre dei mille cromatismi dei fiori tra il verde dei prati e degli alberi. Agli autunnali, quando il verde cede il posto a giallo, rosso e marrone.
La domenica, una processione di barche, dette lucie, pittorescamente addobbate e condotte da barcaioli in abiti tradizionali, riporta le reliquie sull’Isola Comacina; a bordo autorità, sacerdoti e popolo festoso. Dopo la messa sui prati e sulle rive del lago, scampagnata a base di gustosi cibi tradizionali.
Conclusione in bellezza, con l’esplosione di agonismo e campanilismo dei comuni rivieraschi nell’immancabile “Regata di San Giovanni” riservata alle lucie da competizione del Lario, con partenza da Ossuccio e arrivo a Sala Comacina.