Rischio di inquinamento delle prove, Gilardoni rimane in carcere
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Il Giudice delle indagini preliminari di Como rigetta la richiesta dei suoi legali. Il dirigente accusato di corruzione rischia di restare a lungo al Bassone
Resta in carcere e rischia di restarci ancora a lungo. Perchè l’inchiesta che lo vede coinvolto è lunga e complessa e non ancora conclusa tanto che il Pm titolare ha ottenuto di recente una proroga di altri sei mesi. Pietro Gilardoni resta al Bassone, nessuna concessione per il dirigente comunale di Como accusato di corruzione nella vicenda paratie di Como. La decisione è del Gup Maria Luisa Lo Gatto dopo il parere negativo del Pm Addesso: il rischio evidenziato dal giudice è di un possibile inquinamento delle prove
I legali di Gilardoni, Edoardo Pacia e Luisa Scarrone, avevano formalizzato un’istanza al Gip per chiedere gli arresti domiciliari. Ma la loro richiesta è stata rigettata: rischio di inquinamento delle prove. Ha, invece, ottenuto i domiciliari dopo alune settimane di carcere l’imprenditore Roberto Ferrario, finito come Gilardoni al Bassone per la stessa inchiesta. Per lui è stato il Riesame a prounciarsi.
Pietro Gilardoni, ex direttore dei lavori del cantiere paratie e scelto dal sindaco Lucini come dirigente, è al Bassone da fine maggio quando gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cauteare per l’inchiesta paratie: l’accusa è quella di corruzione per una presunta tangente da 14.000 euro percepita da Ferrario per l’affidamento di lavori in Salita Peltrera a Como. Giladoni attualmente è sospeso dal Comune di Como: per lui stipendio dimezzato in attesa di definire la sua posizione giudiziaria.