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Omicidio di Carugo: tre nuovi arresti nella notte, ecco chi sono

13 luglio 2016 | 11:23
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I carabinieri identificano anche gli altri protagonisti della spedizione punitiva dello scorso autunno. I nomi e le accuse.

Omicidio di Carugo, un’altra svolta nelle indagini sull’omicidio di Alfio Vittorio Molteni, l’architetto ucciso a Carugo lo scorso ottobre. I carabinieri del nucleo investigativo di Como e del Ros di Roma hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, a vario titolo, di aver fatto parte dell’agguato che ha tolto la vita al professionista.

Questi arresti si aggiungono a quelli dello scorso marzo e dovrebbero portare all’identita di chi ha sparato a Molteni. Ecco i fermati resi noti dai carabinieri oggi.

  • RUGOLO Luigi, nato a Napoli il 12.05.1972, residente a Seveso (MB), guardia giurata; quale mandante, promotore ed organizzatore dell’azione criminale nonché materiale esecutore di alcuni degli episodi;

  • SCOVAZZO Vincenzo, nato a Caltagirone (CL) il 29.11.1961, residente a Seveso, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Monza per altra causa; quale materiale autore dell’omicidio unitamente a CRISOPULLI Michele, già tratto in arresto, e autore materiale dell’esplosione di 8 colpi di pistola contro l’abitazione del MOLTENI con l’utilizzo di una pistola illegalmente detenuta;

  • DE MARTINO Giuseppe, nato a Castellammare di Stabia (NA) il 03.05.1956, residente a Cesano Maderno (MB), gravato da precedenti penali, quali autore materiale di alcuni atti intimidatori.

I FATTI E LA NOTA DEI CARABINIERI

Il 14 ottobre 2015, alle ore 20.50 circa, in Carugo (CO), Alfio Vittorio MOLTENI, architetto di fama internazionale, veniva attinto da un colpo di pistola alla coscia, di fronte al cancello della propria abitazione, decedendo poco dopo per emorragia.

I malfattori, dopo l’azione di fuoco, si allontanavano a bordo dell’autovettura VW POLO in uso alla vittima, abbandonandola poi in fiamme nell’area industriale di Paderno Dugnano, alle successive ore 21.40.

Nel corso del sopralluogo eseguito dai Carabinieri, veniva rinvenuta una FIAT Uno di colore blu, utilizzata dagli autori dell’agguato per raggiungere Carugo.

Le attività d’indagine, particolarmente complesse considerando che la vittima aveva di recente subito altri atti intimidatori, prendevano le mosse dalla definizione del contesto investigativo, sviluppato tramite l’analisi accurata della vita relazionale di MOLTENI.

Nel dettaglio, si procedeva a:

  • escutere, in qualità di persone informate sui fatti, oltre 100 testimoni;

  • acquisire ed esaminare circa 3.800 ore di filmati registrati da 154 telecamere private e comunali, in un tratto stradale che in 17 Km circa lambisce 11 comuni;

  • acquisire ed analizzare circa 5.5 milioni di record telefonici;

  • analizzare reperti informatici e dati telematici per circa 10 terabyte (10.000 gigabyte);

  • condurre numerosissime attività d’intercettazione e relativi servizi di osservazione e pedinamento.

In tale quadro, l’immediato sviluppo delle fonti di prova connesse con il furto della Fiat UNO utilizzata per raggiungere il luogo dell’agguato, consentiva il 15 dicembre 2015 di concludere una prima fase dell’indagine, traendo in arresto coloro che avevano materialmente asportato la citata Fiat il 9 ottobre 2015 a Bovisio Masciago (MB), ovvero VIZZÌ Giovanni e FEDERICO Luigi, cedendola poi al gruppo coinvolto nell’evento criminoso in danno di Alfio Vittorio MOLTENI.

L’analisi combinata del traffico telefonico prodotto in occasione dei singoli atti intimidatori ed in particolare del giorno dell’omicidio, dei filmati delle telecamere d’interesse investigativo e delle tracce di DNA rilevate sulla FIAT Uno utilizzata dagli indagati, consentiva di procedere in epoca successiva all’arresto di:

  • CRISOPULLI Michele, nato a Desio il 31.10.1970, originario di Strongoli KR e residente in Cesano Maderno, indagato in ordine ai reati di: omicidio aggravato; detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo, rapina aggravata e danneggiamento seguito da incendio;

  • POSCA Stefano, nato a Crotone il 23.10.1988, residente a Cesano Maderno, indagato in ordine ai reati di: detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e danneggiamento seguito da incendio.

Recenti sviluppi dell’attività investigativa – ottenuti grazie all’esame mirato dei flussi telefonici (di cella e di utenza), analizzati in relazione ad un circuito ben definito di soggetti, di luoghi e di fasce temporali, oltre ai riscontri acquisiti a seguito di numerose escussioni testimoniali – consentivano di acquisire elementi individualizzanti a carico degli odierni arrestati e di fare emergere a loro carico precise responsabilità in ordine sia ai precedenti atti intimidatori patiti dalla vittima, sia in ordine alla commissione dell’omicidio.

In particolare, si accertava che:

  • RUGOLO Luigi e DE MARTINO Giuseppe:

  • avevano effettuato reiterati pedinamenti sotto l’abitazione della vittima sita in Carugo Via Garibaldi, 32 e presso lo studio professionale in Mariano Comense;

  • si erano resi responsabili, il 25/07/2014, di un’aggressione in danno del MOLTENI dopo che questi aveva riaccompagnato le proprie figlie presso l’abitazione materna;

  • il 27 maggio 2015 avevano incendiato l’autovettura Range Rover Tg. DZ779VH di proprietà di MOLTENI Alfio, parcheggiata all’interno del garage del suo studio professionale di Mariano Comense;

  • la notte tra il 17 e il 18 giugno 2015 avevano appiccato il fuoco alla finestra dell’abitazione di Alfio MOLTENI sita in Carugo via Garibaldi 32;

  • SCOVAZZO Vincenzo:

  • il 26 luglio 2015, in concorso con CRISOPULLI Salvatore (la cui posizione è già stata vagliata dalla competente A.G.) e su richiesta di RUGOLO Luigi che aveva offerto un un compenso di euro 1.000,00, aveva esploso otto colpi di pistola cal. 9×21 contro l’abitazione di Alfio MOLTENI in Carugo;

  • il 14.10.2015, in concorso CRISOPULLI Michele e su richiesta di RUGOLO Luigi che aveva promesso un compenso pari a euro 10.000,00, aveva cagionato la morte di Alfio MOLTENI.

Le indagini sono tuttora in corso per accertare eventuali responsabilità di ulteriori soggetti legati alla vicenda per la quale si procede.