Lucinda Williams a Pusiano: incanto sul lago

Lucinda Williams ha una storia che sembra un romanzo. Lucinda ha una voce impastata di alcol e acqua paludosa. Lucinda ha un fisico minuto, carico di anni di stravizi e lotte. E ieri sera Lucinda era sulle rive del lago di Pusiano, chiamata ad aprire la Buscadero Week dallo sciamano Andrea Parodi e dal sindaco visionario Andrea Maspero, per rendere realtà il sogno pluridecennale di oltre un migliaio di appassionati.
La prima volta in Italia, finalmente, sussurra Lucinda, nel parco colmo di gente e sotto una luna piena quasi irreale. E inizia a raccontare le sue storie, metà incubo metà sogno, con quella voce impastata di alcol e acqua paludosa: Protection e Drunken angel, proposti con un’insolita incertezza mista a timidezza. Ed è subito alchimia fra Lucinda e il suo pubblico, accorso da ogni dove per ascoltarla e farsi incantare dalla sua magia, e che sembra restituirle, brano dopo brano, fiducia in se stessa, nel feeling fra la sua musica e chi la ascolta. Così, Lucinda si fa più sicura, sciolta, la voce si ritempra, e il concerto decolla.

La band la asseconda, docile; la chitarra di Stuart Mathis ricama con gusto e dedizione attorno ai timbri cangianti di Lucinda, e la sala macchine, con David Sutton al basso e Butch Norton alla batteria, seguono gli sbalzi umorali e i ritmi dei pezzi, a volte sussurrati, altre volte recitati quasi in trance, seguendo la traccia del compianto John Trudell, altre ancora soffiati via con rabbia ed energia, come nel caso della trascinante Foolishness, o della conclusiva Joy, che conclude trionfalmente il set, prima dei due bis ( Should I stay or should I go e Rocking in the free world) con il pubblico in piedi, entusiasta e travolto dal carisma di una donna che ha ancora molto da dare e dire.
Laura Bianchi
(FOTO DI FEDERICO SPONZA)