Emergenza profughi a Como: nuovo scontro tra Caritas e Lega Nord
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Appello per accogliere minori e immigrati in parrocchia, il parlamentare Molteni:Il business dell’immigrazione sta per finire in città”.
Emergenza profughi a Como. Il clima si scalda ancora in queste ore con un “botta e risposta” tra la Caritas e la Lega Nord. E sono ancora parole pesanti quelle che i leghisti pronunciano verso il responsabile della Caritas lariana dopo l’appello di stamane, letto in diverse parrocchie di Como. “Accogliamo i profughi in parrocchia”, così la Caritas ha invitato parroci e volontari a dare ospitalità a donne, minori e ragazzi giovani. E la prima risposta è arrivata dall’oratorio di Sant’Agata: qui 20 persone saranno ospitate per la notte e la prima colazione.
La replica della Lega Nord non si è fatta attendere con una nota ufficiale diffusa dal parlamentare Nicola Molteni, nei giorni scorsi già irritato durante la visita con l’assessore Bordonali ai giardini della stazione San Giovanni.
Ecco la nota ufficiale di Molteni e della Lega lariana
“Non è più tollerabile che il direttore della Caritas comasca Roberto Bernasconi, da perfetto militante di partito con falce e martello, continui ad offendere e insultare istituzioni e cittadini che sull’immigrazione chiedono regole chiare, controlli e la fine di una gestione speculativa e di profitto a beneficio delle solite coop, onlus e Caritas di turno.
Il direttore della Caritas dica ai cittadini comaschi in questi tre anni quante risorse pubbliche ha ricevuto dalla prefettura per garantire vitto alloggio per clandestini e finti profughi. Non lo farà, per questo chiederemo alla commissione parlamentare di inchiesta una verifica immediata e urgente delle spese sostenute dalla Caritas comasca e la rendicontazione dei soldi pubblici ricevuti per gestire ‘l’assistenzialismo profughi’ in provincia di Como”.
“Bernasconi, è evidente, – aggiunge Molteni – teme di perdere rendite di posizione. É consapevole che col vento in poppa della Lega in città e nel paese il business dell’immigrazione finirà. I comaschi sono solidali e generosi ma non hanno l’anello al naso, sanno che quanto sta accadendo nei giardini davanti alla stazione di Como e’ incivile e anche disumano oltre che pericoloso per l’igiene pubblica e l’ordine. Per una città turistica come la nostra – conclude Molteni – questo degrado non è tollerabile”.