Agosto, la cultura si fa in quota con Zelbio Cult

4 agosto 2016 | 19:29
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Agosto, la cultura si fa in quota con Zelbio Cult
Agosto, la cultura si fa in quota con Zelbio Cult
Agosto, la cultura si fa in quota con Zelbio Cult
Agosto, la cultura si fa in quota con Zelbio Cult

Dopo un fine settimana di stop il Festival Zelbio Cult riprende con gli incontri d’autore su quell’altro ramo del lago di Como come il suo ideatore e curatore, il giornalista di Repubblica Armando Besio, ama definire queste serate a 800 metri s.l.m. nell’accogliente teatrino di Zelbio.

Venerdì 5 agosto con sarà serata dedicata al grande tennis, tra sport, letteratura, società.  Il vicedirettore dellaRepubblica” Dario Cresto-Dina rievoca in “Sei chiodi storti (66thand2nd) la prima e unica vittoria italiana in Coppa Davis, quarant’anni fa, nel 1976, a Santiago del Cile. Una vittoria esaltante ma anche amara, accompagnata dalle polemiche sull’opportunità o meno di partecipare alla finale nel Cile del dittatore Pinochet. Il racconto della partita nelle pagine di Cresto-Dina diventa il ritratto di un’epoca e di una generazione, anche attraverso le testimonianze dei quattro giocatori – Panatta, Barazzutti,  Bertolucci e Zugarelli – e del capitano Pietrangeli. Sulla scia del bestseller “Open” di Andre Agassi, un altro gran bel libro sul tennis come metafora della vita.

zelbio cult

Mercoledì 13 agosto, invece, una serata al sapore di mare e di soap: Marianna de Micheli, popolare attrice televisiva, era la Carol Grimani di Centovetrine, racconta in “Centoboline” (Nutrimenti edizioni) il lungo viaggio per mare compiuto all’indomani della chiusura del programma:  il giro d’Italia in barca a vela in solitaria (unica compagnia, un gatto), dalla Liguria a Trieste, dalla Giraglia alla Barcolana.

Dopo otto anni sul set, Marianna De Micheli  decide di smettere i panni dell’attrice e di calarsi in quelli della velista, salendo su una piccola barca a vela con cui decide di circumnavigare l’Italia da sola: il “diario di bordo” racconta l’amata Thailandia e lo tsunami, i provini, l’entrata nella famosa soap, ma soprattutto il mare, il sole, il vento, gli approdi, le discese a terra, accolta sempre con simpatia e talvolta con stupore nei meravigliosi porti piccoli e grandi che costellano il nostro paese. Avventure, incontri, imprevisti, riflessioni. Con serietà e leggerezza.

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Infine, sabato 20 agosto arriva a Zelbio un uomo dalla storia molto speciale: Salvatore Striano, ex galeotto diventato attore. Nato nel cuore di Napoli, dove ha rubato e spacciato droga, inseguito dalla giustizia italiana, scappato in Spagna, arrestato, incarcerato a Rebibbia, in prigione ha incontrato un maestro, Fabio Cavalli, che gli ha fatto scoprire la letteratura, Shakespeare, il teatro. Da qui, riacquistata la libertà, ha iniziato una nuova vita di attore, recitando tra l’altro nei film “Gomorra” di Matteo Garrone e “Cesare deve morire” dei Fratelli Taviani. Di tutto questo parla nel suo potente libro autobiografico  “La tempesta di Sasà. Il romanzo di una vita salvata da Shakespeare e dall’amore per i libri” (Chiarelettere): un libro sul potere delle parole e della letteratura, sull’amore per i libri che può cambiare la vita.

Salvatore Striano parla infatti della sua storia, di sé, della scoperta magica della letteratura, di Shakespeare che inizia a scorrergli nelle vene come una droga che non uccide ma salva. Proprio lui che a scuola non ci è mai andato. “La tempesta di Sasà” racconta la sua rinascita, dall’inferno del carcere spagnolo di Valdemoro (Madrid), passando per Rebibbia e diventando, oggi, uno dei più sorprendenti e stimati attori italiani. Una storia che parla di noi, della paura di cadere e, se cadiamo, di non farcela a rialzarci, di tradimento, perdono, vendetta, dell’irresistibile desiderio di libertà, dei sentimenti lieti e tristi che ci accompagnano quando viviamo davvero e del deserto che invece ci governa quando ci lasciamo vivere pensando che sia già tutto deciso, chissà da chi e chissà dove. “La tempesta di Sasà” è un libro sul potere delle parole e della letteratura, sull’amore per i libri che può cambiare la vita. Sasà ne è la prova vivente. La sua personale e travolgente tempesta, la testimonianza più vera e più bella.

Il festival prosegue sabato 27 agosto con Marco Balzano, uno dei migliori giovani scrittori italiani, racconta la sua vita tra la scrittura e l’insegnamento.Domenica 28 agosto chiusura nel segno della musica, com’è ormai tradizione del festival di Zelbio: Arianna Mornico terrà un con concerto di arpa celtica nella chiesa parrocchiale di San Paolo .

www.zelbiocult.it
– orario: inizio ore 21.00
ingresso libero
– gli incontri si svolgono al Teatro Comunale di Zelbio, Piazza della Rimembranza
– i due concerti si svolgono nella Chiesa della Conversione di S. Paolo, Piazza della Rimembranza 4