Ferito a fucilate a Cantù: il barista resta gravissimo, l’aggressore non si trova
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Condizioni critiche in ospedale per il 25enne ferito in centro mercoledì notte. Motivi sentimentali all’origine del gesto. Il punto sulle indagini.
Ore di grande attesa – e di forte ansia – per i familiari del 25enne barista Andrea Giacalone, ferito a fucilate in via Corbetta a Cantù mercoledì sera. Il ragazzo, operato appena arrivato all’ospedale Sant’Anna, è in condizioni critiche in rianimazione: ha subito ferite importanti all’addome e anche al volto. Chi gli ha sparato è tuttora latitante: si tratta di un ragazzo canturino, anche se originario della Calabria, che dopo l’episodio – pare per motivi sentimentali – si è dileguato a piedi. Da allora non è ancora stato rintracciato. I carabinieri lo cercano, ma finora senza esito. Ricerche in brianza, certo, ma anche estese a dove il sospettato (Antonio Manno, 20enne) potrebbe essersi rifugiato. Parenti ed amici tra Calabria e la Svizzera
I militari stanno anche faticosamente cercando di ricostruire cosa è accaduto tra i due mercoledì sera quando ormai era notte fonda in centro a Cantù: un primo litigio, poi l’aggressore che torna indietro, recupera un fucile e poi spara ad Andrea. La sorella era vicino a lui, lo ha vista cadere a terra. Ma l’aggressore lo ha colpito ancora al volto prima di scappare.
Motivi sentimentali, come detto, all’origine del gesto. Pare probabile: Giacalone, barista del Manhattan cafè di Cantù, aveva incontrato poco prima la sua ex dalla quale ha avuto una figlia che ora ha 5 anni. Tra di loro anche Manno che, evidentemente, non ha gradito qualcosa e poi ha perso le staffe.