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Immigrazione clandestina: sgominata rete criminale, agiva dal comasco

6 settembre 2016 | 13:31
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Il vertice tra Erba e Cantù secondo gli inquirenti. Il nuovo modo di fare i passatori: attività di copertura in concessionarie di auto usate, in realtà facevano la spola verso il confine. Tutti i dettagli.

Una rete criminale dedita all’immigrazione clandestina che agiva nel comasco e in particolare nella zona di Ponte Lambro, Erba e Cantù. E’ quella scoperta dalla polizia di stato a seguito di un’operazione congiunta con la Squadra Mobile di Como e il Servizio Centrale Operativo (Sco) che ha portato a una serie di arresti fin dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Como e Milano, ma anche in Belgio, Svezia e Francia, contro il traffico internazionale di migranti (vedi lancio precedente).

Un’attività illecita portata avanti da dicembre del 2014 e fino a maggio di quest’anno. Le indagini sono scattate nell’ottobre 2015 e grazie al supporto di attività tecniche, hanno permesso di raccogliere gli elementi indiziari a carico del gruppo criminale, composto da 16 siriani, 2 tunisini, un algerino, un libanese ed un egiziano.

Sei di queste persone erano titolari di concessionarie di vetture usate, con sede nel comasco, che – come ha spiegato il procuratore Nicola Piacente questa mattina in una conferenza stampa – era l’attività di copertura per il traffico di migranti a livello transnazionale. Le accuse sono di agevolazione all’ingresso in territori dell’Unione Europea di cittadini extracomunitari (fondamentale il ruolo nelle indagini di Eurojust, Europol e dell’Antimafia).

Nessun legame tra il caso e la situazione dei migranti presenti alla stazione San Giovanni.

Nel video sopra le parole di Nicola Piacente stamane a Como dopo il blitz.

Alla conferenza presenti anche Renato Cortese, del servizio centrale operativa della polizia di stato di Roma, Diana De Martino, della direzione antimafia e antiterrorismo, ma anche Robert Crepinko di Europol. Tutti gli intervenuti hanno sottolineato il ruolo fondamentale dalla collaborazione transnazionale per il buon fine dell’operazione.

Le parole di Diana De Martino:

Il trasporto illegale veniva effettuato da vari autisti “passeurs” che erano reclutati dagli indagati e ai quali veniva promesso un compenso di 500 euro per ogni trasporto di migranti. Una volta partiti dalla provincia di Como gli autisti caricavano i cittadini extracomunitari ( per lo più siriani) che dopo l’Ungheria, raggiungevano Austria e Germania.

Un’indagine di Europol stima che siano 50 mila le persone coinvolte in questa attività criminale (della quale fanno parte anche i 21 indagati) che ha anche legami con il riciclaggio di denaro e il traffico di stupefacenti.