Rio 2016: il “dottore” della Briantea84 vicino al podio, male nei 200 misti
Quarto posto per Dolfin nella finale del 100 rana, la sua specialità. Le dolci parole del presidente Marson:”Orgoglioso di lui e del suo allenatore”. Marco:”Bronzo alla mia portata”.
Bronzo e podio sfiorato. Un soffio, un niente quasi impercettibile all’occhio umano. Una manciata di centesimi ha fermato Marco Dolfin, teserato Briantea84, dal bronzo nei 100 rana, nella finalissima dei giochi paraolimpici di Rio de Janeiro. Lo straordinario 1’38”27 sfoderato dal “dottore”, vale la quarta piazza alle spalle del messicano Pedro Rangel (terzo con 1’37”84) ed è anche il nuovo record italiano SB5. Tanta amarezza per un sogno sfumato, per una medaglia che mai come questa sera nella piscina dell’Olympic Aquatics Stadium era sembrata cosi alla portata del portacolori Briantea84. Senza però dimenticare una cosa: oggi, si scrive un nuovo pezzo di storia.
“Ho ancora i brividi sulla pelle – ha commentato il presidente di Briantea84 Alfredo Marson -, Marco ha lottato fino all’ultimo centimetro di acqua per prendersi questa medaglia, se la meritava tutta. L’amarezza di questo momento, però, non deve far dimenticare che oggi questo ragazzo ha compiuto qualcosa di straordinario. È la prima volta che un nuotatore del nostro club raggiunge un traguardo così importante. È un risultato grandioso, per lui e la sua famiglia, per il tecnico Alessandro Pezzani che lo ha seguito in questi 5 anni di lavoro, e per tutta la nostra società” Vorrei che in questo momento non pensassero che sia stato tutto tempo sprecato: io sono veramente orgoglioso di loro”
“Diciamo che 3-4 mesi fa avrei messo la firma per un risultato così – ha commentato Dolfin nel post gara -. Oggi, a cose fatte, resta un po’ di dispiacere perché, considerata la finale nuotata non velocissima e la minima distanza dal podio, questo piazzamento un po’ brucia. La medaglia era alla mia portata. Non voglio dimenticare, però, che questo è sempre un quarto posto ad una Paralimpiade. Tutto quello che c’era abbiamo dato, probabilmente serviva un qualcosina in più”.
“L’amarezza è tanta – ha commentato Pezzani -, eravamo lì, a un soffio dal podio. Marco ha dato tutto, il risultato di stasera è comunque grandioso: quarto ad una paralimpiade, con un tempo che riscrive il record italiano. In questo momento, però, c’è un po’ di rammarico, perché quando arrivi a pochi centesimi dalla medaglia non puoi non pensare che avresti potuta mettertela al collo. Ripensi a tutto il lavoro, all’impegno e ai sacrifici fatti. Ma è la nostra prima esperienza, ripartiremo da qui”.
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Sempre oggi altra gara per Marco, ma sfugge l’opportunità della finale nei 200 misti SB6: il 3’23”30 della batteria è lontanissimo dal 3’09’54 personale di Funchal agli Europei. Qualche problema di respirazione per il chirurgo torinese che chiude la gara in 11esima posizione. Domani alle 14.30 italiane, l’ultimo appuntamento di questa Paralimpiade, i 400 stile libero S6.
“Purtroppo non è la gara che avrei voluto fare – ha commentato Dolfin in mixed zone – ho bevuto durante la prima vasca e non riuscivo più a respirare, avevo già una tosse forte questa mattina e in acqua mi sentivo quasi soffocare. Senza cercare scusanti, sono andato un po’ nel pallone alla fine della prima vasca e sui 200 misti si paga tutto. È così”