Premio Alda Merini: a Moni Ovadia il premio speciale alla vita

16 ottobre 2016 | 23:42
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Premio Alda Merini: a Moni Ovadia il premio speciale alla vita

“Ricorrono quest’anno, non soltanto i 150 anni della nascita del poeta bulgaro Pencio Slavejkov, che legò i suoi ultimi giorni all’Italia e in particolare a Brunate, ma anche i 70 anni di un altro grande uomo di cultura, che non ha mai dimenticato la propria origine bulgara, portando nella sua seconda patria, l’Italia, e in tutto il mondo, un personalissimo “teatro musicale”, con il quale ha salvaguardato e diffuso la cultura ebraica dell’Europa dell’Est e, più in generale, ha sostenuto la dignità e i diritti delle minoranze e indagato il senso profondo della vita di tutti gli esseri umani…”.

Comincia così la motivazione con cui la giuria del Premio Internazionale di Letteratura Alda Merini conferisce” a Moni Ovadia la seconda edizione del premio speciale “Più bella della poesia è stata la mia vita”, premio riconosciuto a chi ha vissuto poeticamente e liberamente, come Alda Merini.

Testimoniare, “poeticamente”, nella propria vita, valori etici e culturali è infatti la finalità di questo riconoscimento, nell’ambito del “Premio Alda Merini” di Brunate luogo a cui la poetessa è stata legata.

La cerimonia si terrà domenica 23 ottobre alle ore 11 nell’auditorium della Biblioteca Comunale di Brunate, unitamente al conferimento dei premi della sezione del concorso Merini intitolata quest’anno a Slavejkov e riservata ai poeti di madrelingua bulgara, per celebrare il suo anniversario e i legami culturali tra i due Paesi.

Analogamente a quanto avvenne lo scorso anno con Ernesto Ferrero, scrittore e direttore del Salone del libro, anche la premiazione di Ovadia sarà l’occasione per un dialogo pubblico sulla sua vita e la sua opera; condurrà il presidente della giuria del Premio Merini Pietro Berra. Interverranno anche altri componenti della giuria del premio quali Michelangelo Camelliti e Chiara Milani oltre che autorità di Brunate e del Consolato della Repubblica di Bulgaria.

“Nella sua storia personale”, dice ancora la motivazione, si incontrano e trovano un degno suggello i valori culturali di Slavejkov e della Merini, che in Brunate, dove l’uno terminò i suoi giorni e l’altra ebbe origine, si sono poeticamente gemellati quest’anno”. Per Moni Ovadia si tratta di un ritorno a Brunate: nel 2007 aveva già partecipato all’inaugurazione del busto dedicato a Pencio Slavejkov leggendo alcune poesie del grande poeta sia in italiano che in bulgaro.

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MONI OVADIA | È considerato uno dei più prestigiosi e popolari uomini di cultura e artisti della scena italiana. Il suo teatro musicale, ispirato alla cultura yiddish che ha contribuito a far conoscere e di cui ha dato una lettura contemporanea, è unico nel suo genere, in Italia e in Europa. Noto per il suo costante impegno politico e civile a sostegno dei diritti e della pace, è un punto di riferimento per le giovani generazioni. Ovadia inizia l’attività teatrale vera e propria nel 1984 collaborando con personalità di primo piano come Pier’Alli, Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Giorgio Marini e Franco Parenti. Nel 1987 crea con Mara Cantoni, Dalla sabbia e dal tempo in occasione del festival di Cultura Ebraica: è l’occasione per fondere le proprie esperienze di attore e musicista, dando vita alla proposta di un “teatro musicale” in cui ancora oggi opera la sua ricerca espressiva. Nel 1990 fonda la TheaterOrchestra e mette in scena Golem, presentato a Milano, Roma, Berlino, Parigi, New York. Nel 1993 si impone all’attenzione del grande pubblico con Oylem Goylem, una creazione di teatro musicale in forma di cabaret, osannato dalla critica e dal pubblico. Nel 1994 inizia il sodalizio artistico con Roberto Andò con cui mette in scena Frammenti sull’Apocalisse, Diario ironico dall’esilio (1995), Il caso Kafka (1997), Le storie del signor Keuner (2006-2007), Shylock, il Mercante di Venezia in prova (2009). Ancora dalla collaborazione con Mascia Cantoni nascono Dybbuk (1995), spettacolo sull’Olocausto, accolto come uno degli eventi principali della stagione, e Ballata di fine millennio (1996, con il Piccolo Teatro di Milano). Del 1998 è Mame, mamele, mamma, mamà con la TheaterOrchestra. Tra gli altri spettacoli degli anni Duemila: Konarmjia: L’armata a cavallo dal testo di Isaac Babel’ (2003); ); La bella utopia e Adesso Odessa, ancora da Babel’ (2013); Benvenuti nel Ghetto, ideato per il settantesimo anniversario dell’insurrezione nel Ghetto di Varsavia (2013); Le Supplici di Eschilo al Teatro Greco di Siracusa (2015). L’ultimo lavoro di Ovadia è come interprete dello spettacolo “Il Casellante” tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri con la regia di Giuseppe Di Pasquale.

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STORIA DEL PREMIO “Alda Merini”
Il “Premio Internazionale di Letteratura Alda Merini” è nato nel 2011 su iniziativa della Biblioteca Comunale di Brunate, per ricordare la poetessa Alda Merini che cita le sue origini nell’autobiografia “Reato di vita”: “Mio padre, un intellettuale molto raffinato figlio di un conte di Como e di una modesta contadina di Brunate, aveva tratti nobilissimi…”. Un conte, Giovanni Merini, diseredato per sposare l’amata contadina e vivere con lei a Brunate, dove nel 1885 fondò la Società di mutuo soccorso, ancora oggi attiva.
Il premio è organizzato con il sostegno delle figlie della poetessa che fanno parte del Comitato d’Onore insieme al curatore dell’opera omnia Ambrogio Borsani e coordinato da Pietro Berra, poeta, giornalista e scrittore, Presidente della giuria (composta da Luisella Veroli, prima biografa di Alda Merini, Lucia Bellaspiga giornalista di Avvenire e scrittrice, Milani responsabile scientifica della Biblioteca Comunale di Como e Michelangelo Camelliti Editore di Lietocolle).
Le varie sezioni del premio si ispirano all’attenzione che Alda Merini aveva per la poesia altrui, in particolare per i ragazzi ma anche ai valori che ha saputo testimoniare con il suo esistere e la sua poesia.
Soddisfattissimi gli organizzatori e tutti coloro che hanno lavorato all’edizione di quest’anno, in cui i contribuiti giunti al vaglio della giuria sono stati più di mille. Un numero di tutto rispetto se si pensa che già l’edizione precedente aveva raddoppiato i partecipanti.
Questo fa ben sperare per la qualità e le novità della prossima edizione a cui si sta già lavorando.
Questa quinta edizione del premio è stata organizzata con il patrocinio della Regione Lombardia, assessorato alle Culture, identità e autonomie e del Consolato Generale della Repubblica di Bulgaria a Milano e con il contributo di Bcc Alta Brianza – Alzate Brianza.
Per saperne di più:
info@premioaldamerini.org
www.premioaldamerini.org