Ancora tanti misteri per la maestra uccisa: la salma ritorna in Ticino



Michele Egli non ammette il delitto, solo lo spostamento del cadavere. Il decesso della donna risale ad una settimana fa. Funerale a Stabio ancora da stabilire.
Una settimana esatta da quella che, per gli inquirneti, è la data del decesso. Sette giorni fa, infatti, è sparita Nadia Arcudi, la 35enne insegnante di Stabio poi trovata morta domenica pomeriggio in un bosco ai lati della strada a Rodero. E per quel delitto l’unico indagato resta il cognato Michele Egli, 42enne perito informatico a Lugano, anche se lui finora non ha ammesso l’omicidio, ma solo di aver portato via il cadavere dalla abitazione di Stabio fino al bosco di Rodero. Resta anche da capire se la maestra era già deceduta oppure no.
Ipotesi degli inquirenti ticinesi quella del soffocamento con un sacchetto di plastica. Cause assolutamente da decifrare visto che le autorità ticinesi continuano a trincerarsi dietro ad un impenetrabile silenzio. Potrebbero essere stati forti dissapori tra Egli e Nadia per una eredità (la casa di Stabio), ma anche altro. Tutto e il contrario di tutto, insomma.
La Procura di Como, intanto, ha indagato Egli per gli stessi reati per i quali la polizia cantonale lo ha arrestato (omicidio volontario ed occultamento di cadavere) visto che il ritrovamento del corpo è avvenuto in Italia. Il Pm che segue il caso, Massimo Astori, ha già dato il consenso al rientro della salma in Ticino. Trasferimento che dovrebbe avvenire a breve in attesa del funerale dell’insegnante. Ma la sua fine resta ancora un giallo tutto da svelare.