Carabiniere nei guai: non indagò sull’avvelenamento del marito dell’infermiera
L’ex comandante della stazione di Saronno indagato: segnalazione ricevuta, ma mai approfondita. Era il novembre del 2011: Massimo Guerra ricoverato in fin di vita
C’è anche l’ex comandante della Stazione dei Carabinieri di Saronno tra gli indagati nell’inchiesta che ha portato all’arresto del medico del Pronto Soccorso di Saronno Leonardo Cazzaniga (accusato di aver ucciso 4 pazienti) e della sua compagna Laura Taroni, sospettati di aver ucciso con i farmaci Massimo Guerra, marito dell’infermiera. L’accusa è di omessa denuncia per non aver dato seguito alla segnalazione ricevuta dalla direzione sanitaria per un sospetto avvelenamento probabilmente causato proprio dalla Taroni nei confronti del marito.
La vicenda, delicatissima, è stata ricostruita da chi ha indagato sulla coppia finita in cella e risalirebbe al novembre del 2011 quando il marito dell’infermiera venne ricoverato in Pronto Soccorso all’ospedale di Saronno dove fu preso in cura dalla dottoressa di turno in quel momento. Sia Laura Taroni, che lo trovò steso a terra in stato di semi-incoscienza davanti alla casetta del latte nella loro azienda agricola, che la sorella del marito chiesero di portarlo all’ospedale di Saronno e non a quello di Cantù o di Como.
Dai referti medici acquisiti dalla Procura è emerso che l’agricoltore di Lomazzo presentava sintomi di intossicazione da medicinali betabloccanti (farmaci usati per problemi cardiaci) che gli avevano causato un rallentamento dei battiti del cuore fin quasi a farlo morire. Ai medici che lo presero in cura l’uomo negò di aver preso, in quel periodo, alcun tipo di medicina. Per questo fu sottoposto anche ad una visita con lo psichiatra per escludere volontà suicide e le sue urine furono fatte analizzare dal centro analisi tossicologiche di Milano.
L’ipotesi che la Taroni avesse somministrato farmaci al marito, mettendo in serio pericolo la sua vita, finì sul tavolo della direzione sanitaria dell’ospedale che, in quel caso, inviò un fax alla caserma dei carabinieri dove poi, a quanto si è appreso, fini in archivio senza approfondimenti mirati. Resta da capire perchè il militare non ha svolto accertamenti dopo questa segnalazione. Anche il militare, per il quale il comando generale del’Arma ha già adottato provvedimenti, è tra gli indagati di questa vicenda.