Unindustria: segnali positivi, ancora l’estero a sostenere la domanda

L’andamento degli ordini interni in novembre è in area positiva e su livelli soddisfacenti, intorno ai livelli registrati nei passati mesi di febbraio e maggio. Il saldo tra chi rileva un aumento (28,4%) e chi una diminuzione (29,8%) è di poco negativo ma in miglioramento rispetto alla precedente rilevazione. Più imprese hanno segnalato un mese di ottobre molto negativo sul lato degli ordini e delle vendite mentre un graduale miglioramento nel mese di novembre. Questo quanto emerge dall’analisi congiunturale rapida di Unindustria Como.
Se negli ultimi diciotto mesi gli ordini interni hanno avuto andamenti altalenanti, l’industria comasca (analogamente all’industria italiana e lombarda) registra una domanda estera più stabile e un saldo delle risposte generalmente positivo. In novembre si registra un saldo positivo nelle risposte fornite dal campione, il 33,8% del campione dichiara aumenti degli ordini esteri mentre il 45,2% una stazionarietà, il 21% segnala invece ordini esteri in aumento rispetto al mese di ottobre. L’attività produttiva in novembre è in miglioramento per il 37,9% del campione, invariata per il 42,4% e cala per il restante 19,7%. I volumi produttivi sono dunque in aumento quando il dato rilevato in ottobre era invece piuttosto negativo.
A livello congiunturale, il fatturato in novembre è salito per poco più d’un terzo delle imprese (35,4%), stabile per il 36,9% e in diminuzione per il 27,7%. Le risposte fornite dal campione riguardo il fatturato non replicano quelle delle precedenti rilevazioni, Se i riscontri avuti un mese fa erano negativi, le risposte pervenute in queste settimane (relative al mese di novembre) delineano un riallineamento sui livelli fatti registrare in primavera. L’analisi degli ordini in portafoglio trova ancora una volta conferme a quanto osservato nelle rilevazioni rapide degli ultimi anni: le aziende con ordini oltre un trimestre sono il 10,6%, poco più di un terzo (36,4%) quelle con ordini per qualche mese ma meno di un trimestre, la restante parte ha ordini per coprire poche settimane (53% del campione).
Il 35,8% delle imprese intervistate segnala aumenti delle materie prime in novembre (rispetto ad ottobre), il 59,7% stabilità nei prezzi e il 4,5% una diminuzione. Infine, un’impresa su due riscontra insolvenze o rilevanti ritardi nei pagamenti tra i propri clienti: il 52,2%. Nell’85% di questi casi la situazione è stabile e non in peggioramento.
“Il mese di novembre ci consegna numeri più positivi rispetto all’ultima rilevazione di settembre – afferma il Presidente di Unindustria Como, Fabio Porro – e più simili a quelli della primavera, anche se, ancora una volta, è l’estero che sostiene la domanda. È evidente che servono misure per ridare vigore alla domanda interna. Alcune di esse, come i bonus per l’efficientamento energetico o le detrazioni per i recuperi edilizi, sono contenute nella Legge di Bilancio, ma rappresentano una cura insufficiente per questo Paese ancora malato. La vera iniezione di adrenalina è rappresentata da una rinnovata capacità di attrazione degli investimenti che, ancora, non si vede in nessun provvedimento legislativo. Semplificazione e detassazione per le nuove imprese sono l’imperativo che dovrebbe essere messo sul tavolo di ogni Esecutivo. Giudizio positivo – conclude il Presidente di Unindustria Como – per il sostegno all’Industria 4.0 promosso attraverso una serie di misure economiche specifiche, visto che rappresenta un elemento imprescindibile per la competitività delle nostre imprese.
I DATI CONGIUNTI DI COMO, LECCO E SONDRIO
I dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio rapido relativo al mese di novembre 2016 condotto dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como delineano uno scenario generalmente stabile rispetto ad ottobre.
Il giudizio prevalente delle imprese del campione delle tre province per gli indicatori associati a domanda, attività produttiva e fatturato, indica il mantenimento dei livelli. Nei casi di variazione, che assumono entità comunque elevata, le indicazioni riguardanti la diminuzione e l’aumento tendono a bilanciarsi, contribuendo a rafforzare l’effetto di stabilità generale.
Sul versante della domanda si registra un quadro stabile per quasi un’azienda su due (44%), sia a livello italiano, sia riguardo gli ordini esteri.
A livello domestico l’aumento degli ordini interessa il 26,1% del campione mentre la diminuzione incide per il 29,7%.
Nel caso delle esportazioni, invece, l’aumento è segnalato dal 29% delle imprese a fronte di un 26% di realtà che comunicano una riduzione.
L’indicatore associato all’attività produttiva segue sostanzialmente quanto esaminato per la domanda, con il 44% del campione indicante la stabilità, il 31,2% l’accelerazione e un’azienda su quattro (24,8%) il rallentamento.
La capacità produttiva mediamente impiegata dalle imprese si attesta a quota 77,6% del totale, sostanzialmente in linea con quanto registrato nella precedente edizione dell’Osservatorio congiunturale.
Il fatturato è, tra i tre indicatori, quello che registra la maggior eterogeneità dei giudizi con indicazioni di aumento, diminuzione e stabilità che pesano ciascuno per circa un terzo del totale.
Il sentiment di stabilità è rilevabile anche a livello previsionale, con quasi due imprese su tre (62%) che segnalano, per le prossime settimane, il mantenimento del quadro delineato in novembre. Anche in questo caso, le aspettative di crescita e di riduzione tendono ad assumere entità comparabili.
Le situazioni di insolvenza e i ritardi dei pagamenti da parte dei clienti, che penalizzano quasi un’impresa su due (45,1%), nonché la limitata visibilità sugli ordini, inferiore al trimestre per quasi il 90% del campione, rappresentano alcune delle principali criticità.
A ciò si aggiunge anche, in novembre, una tendenza all’aumento dei costi associati all’approvvigionamento delle materie prime, rilevati in crescita nel 40% dei casi.
Sul versante dei rapporti tra le imprese e gli Istituti di credito le condizioni risultano diffusamente stabili; si riscontrano però segnalazioni di spread e tassi in aumento per il 6,3% delle aziende e di innalzamento delle spese e delle commissioni per un’impresa su otto (12,4%).
Anche i giudizi riguardanti l’andamento occupazionale mostrano una diffusa stabilità in novembre, così come le aspettative per i prossimi mesi