Maestra trovata morta a Rodero: non è stata sedata prima del delitto



Accertamenti eseguiti dalla Procura di Como per far luce sulle cause del decesso. Non sarebbe stata stordita con alcuna sostanza. Ora manca solo l’analisi del Dna
Nel sangue di Nadia Arcudi non è stata trovata alcuna traccia di sostanze tossiche. Non solo stupefacenti, ipotesi remota fin dall’inizio, per quanto l’accertamento fosse un atto dovuto, ma soprattutto sedativi o psicofarmaci. A quasi tre mesi dall’omicidio della trentacinquenne, insegnante della scuola elementare di Stabio, per il quale il cognato, il 42.enne Michele Egli, ha confessato ogni responsabilità, l’autopsia consegnata alla Procura di Como dal medico legale Giovanni Scola ha confermato la causa della morte, avvenuta per edema polmonare generato da una condizione di soffocamento. Tutti gli altri accertamenti di natura tossicologica, chiesti dal sostituto procuratore Massimo Astori, sono risultati negativi come rivelano i media ticinesi in queste ore. I corpo dell’insegnante è stato trovato poi da una passante in un bosco di Rodero.
Tali esami, che hanno comportato tempi lunghi di analisi, erano stati disposti nell’ipotesi che la donna fosse stata stordita o resa poco reattiva dalla somministrazione di sostanze tossiche o psicotrope, in quanto sul suo corpo non erano state trovate ferite compatibili con tentativi di difesa o di resistenza a quell’aggressione, avvenuta nella sua camera da letto, nella villetta di via Cava a Stabio, la sera del 14 ottobre. Ora, al fronte di indagine italiano, manca solo un passaggio formale: il deposito della consulenza commissionata al genetista Carlo Previderè, a cui è stato chiesto di ricercare e mappare tracce biologiche di persone terze, rilevabili sul corpo della vittima.