
Le piccole e medie imprese stanno prendendo piede nel panorama economico sia nazionale che internazionale. Tante aziende start up stanno iniziando il loro lavoro all’interno del mercato e l’Unione Europea, per rilanciare l’economia, ha indetto diversi bandi e messo a disposizione molti strumenti per cercare di aiutare i nuovi imprenditori.
Uno di questi strumenti è proprio il bando SME 4.0, che rientra nel piano Horizon 2020. Per fare chiarezza sull’argomento, questo piano serve proprio per dilazionare al meglio i finanziamenti europei, nella più totale legalità e trasparenza. Per la precisione, Horizon 2020 è il programma indetto dall’ UE per favorire il finanziamento della ricerca e dell’innovazione nell’arco temporale di sei anni, ovvero dal 2014 al 2020.
Il progetto SME 4.0
SME è semplicemente l’acronimo di Strumento per le PMI e come tutti i progetti europei serve per dare strumenti in grado di aiutare al meglio lo sviluppo delle nuove start up. Proprio per il suo inserimento all’interno del progetto più ampio, SME 4.0 favorisce lo sviluppo delle aziende impegnate nel campo dell’ideazione e dello sviluppo. Dunque non tutti i tipi di start up possono accedere al bando, ma solamente quelle aziende in grado di poter dare un contributo notevole al progresso e allo sviluppo di qualsivoglia prodotto.
Proprio per questo motivo moltissime Università hanno avuto l’opportunità di poter presentare la loro candidatura, come l’esempio del polo di studi di Bolzano. Per entrare più nello specifico, 4.0 sta a significare lo sviluppo di quel tipo di settore industriale atto allo sviluppo della tecnologia. In parole povere, l’ennesima rivoluzione industriale, la quarta per essere più precisi.
Le tre fasi dello SME 4.0
Per arrivare al progetto SME 4.0 bisogna però sviluppare il proprio lavoro in tre fasi. In una prima fase bisogna redigere un business plan e compiere uno studio di fattibilità. Il business plan è ovviamente una sorta di diario aziendale, che va a specificare nel dettaglio l’utilizzo dei fondi e come le risorse per cui sono stati investiti i soldi vadano a comporre ogni singolo tassello del nostro progetto. Lo studio di fattibilità servirà invece a capire come sviluppare il progetto stesso è in quale direzione.
La seconda fase riguarda la redazione definitiva di un business plan, che nel concreto servirà per capire meglio come gestire le risorse. Successivamente si dovrà realizzare il prodotto o il servizio già pronto per il mercato. Nella terza ed ultima fase, invece, riguarda la commercializzazione del prodotto stesso. Quest’ultima non è però casuale, ma sarà indirizzata per poter accedere all’acquisto da parte di privati o comunque alla gestione di risorse. Una risorsa non indifferente per chi è intenzionato a portare avanti il proprio progetto innovativo.