Digital Transformation, da Harvard una delegazione per studiare #ComoSC2

16 marzo 2017 | 14:07
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Digital Transformation, da Harvard una delegazione per studiare #ComoSC2

Una delegazione dell’Università di Harvard, dell’Institute for Applied Computational Science, guidata dal professor Pavlos Protopapas è stata ricevuta ieri a Palazzo Cernezzi dall’assessore alla Pianificazione urbanistica Lorenzo Spallino e dall’ingegner Giovanni Fazio, dirigente del settore Sistemi Informativi. Al centro dell’incontro #ComoSC2 Como Smarter City for Smarter Citizens, il progetto di Digital Trasformation promosso in collaborazione con il gruppo di Data Science del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (Deib) del Politecnico di Milano. Insieme ai rappresentanti di Palazzo Cernezzi sono intervenuti anche i professori del Politecnico Marco Brambilla e Emanuele Della Valle e il manager del Distretto urbano del Commercio Lorenzo Donegana. “L’Università di Harvard ha svolto delle analisi sugli stessi dati che abbiamo utilizzato nell’ambito del nostro progetto – spiega Spallino – Ci incontreremo anche domani e il focus sarà proprio sull’utilità dell’utilizzo dei Big Data nei processi decisionali della città che riguardano settori come l’urbanistica, la mobilità, il commercio e il turismo”. “Ci è stata prospettata la possibilità di analizzare oltre ai nostri dati anche quelli dei social media come Facebook, Instagram e Tripadvisor” aggiunge l’ingegner Fazio.

Il progetto ComoSc2 ha analizzato l’opinione di Como su Twitter e Instagram, i dati della telefonia mobile di Tim, quelli del wi-fi pubblico e i dati registrati dagli apparati Iot, le apposite telecamere stereoscopiche che erano state posizionate in piazza Duomo la scorsa estate. Ne era emerso, ad esempio, che l’8 dicembre 2016 da piazza Duomo, per la Città dei Balocchi, erano passate 80mila persone, che nel mese di settembre in città arrivano meno svizzeri e aumentano, invece, tedeschi e francesi e che nei fine settimana di luglio per gli stranieri prevalgono svizzeri, tedeschi e francesi e per gli italiani i milanesi. E ancora il wi-fi più utilizzato è quello di Villa Olmo. Seguono i giardini a lago all’imbocco della diga foranea in fondo alla quale si trova il monumento di Libeskind. Oggi Social media, Internet of Things (IoT), Wi-Fi pubbliche, reti telefoniche e log di applicazioni mobile consentono, infatti, di misurare quante e quali persone arrivano, sostano ed escono da una certa area e questo può aiutare, di conseguenza, a quantificare e misurare gli effetti delle decisioni urbanistiche sulla vita della città. Queste stesse informazioni possono poi essere utilizzate anche per il marketing territoriale, i distretti urbani del commercio e le attività commerciali (negozi, bar) ma anche Musei, Teatri e organizzatori di eventi. Il settore Servizi Informatici del Comune di Como ha realizzato il progetto in collaborazione con il gruppo di Data Science del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (Deib) del Politecnico di Milano che svolge ricerche multidisciplinari avanzate su metodi, tecnologie e strumenti per Big Data e Data Science. Insieme all’amministrazione comunale e al Politecnico, la Fondazione Politecnico, Fluxedo – una start up del Politecnico incubata in ComoNext – il Tim Joint Open Lab di Trento, il laboratorio i3 della Fondazione Bruno Kessler e il Teatro Sociale di Como. Il Politecnico, sostenuto e finanziato dalla Fondazione Politecnico grazie anche ai contributi ricevuti dai suoi partecipanti e fondatori, in particolar modo quelle del partecipante Steriline, Fluxedo, Tim e la Fondazione Bruno Kessler sono state finanziate da un progetto europeo EIT Digital (la divisione Digital dell’European Institute of Innovation and Technology). Semplificando al massimo, i dati considerati da ComoSc2 erano su tre livelli: il primo era legato alla telefonia mobile di Tim, pari al 30% degli utenti complessivi, ai social media e ai dati meteo, il secondo era legato ai passaggi rilevati dalle telecamere di piazza Duomo e il terzo era quello dei log del wi-fi pubblico. Il vero lavoro è consistito nell’integrare questi dati usando tecnologie e metodi innovativi studiati al Politecnico per l’analisi a livello semantico dei Big Data. “Il risultato – spiegava il professore del Politecnico Emanuele Della Valle – è un progetto che ha “contato” le persone ma che allo stesso tempo mette al centro le persone perchè adesso l’amministrazione potrà utilizzare questi dati rispetto alle proprie decisioni”.

Gli apparati IoT, telecamere stereoscopiche, hanno monitorato i movimenti delle folle, non quelli degli individui, in piazza Duomo. Le ulteriori dimensioni analizzate, come detto, sono state quella delle aree del wi-fi pubblico e quella “cittadina” attraverso l’analisi dei dati acquisiti dalle celle telefoniche. Un’ulteriore analisi ha riguardato i post su Twitter ed Instagram che raccontano di cosa si parla e di cosa piace a Como. Tutti i dati erano anonimizzati e l’elaborazione è avvenuta già su dati anonimi, così come previsto dalle recenti norme europee in termini di privacy e dal Garante italiano. Tre i livelli di dettaglio che sono stati analizzati: il livello della città, della piazza/strada e infine quello del luogo d’interesse. Quanto all’elaborazione, essa fornisce il numero delle persone presenti quel giorno e a quell’ora, il numero di donne/uomini, l’età, la provenienza (turisti/cittadini) e la tipologia (in base al contratto telefonico privati/business). Per quanto riguarda il livello della piazza/strada le telecamere hanno effettuato le analisi numeriche in uno spazio aperto, quello di piazza Duomo, registrando tutte le presenze. Il tipico percorso delle persone, in forma aggregata, è stato seguito attraverso il collegamento con le reti pubbliche di wi-fi. Per i dati la città è stata suddivisa in 7 “celle”, città murata, sponda del lago di Villa Geno, sponda del lago di Villa Olmo, zona industriale, Brunate e zona legata all’università e al business. (Trovate tutti i risultati del progetto e i dati utilizzati nella notizia pubblicata sul sito).