Stefano Accorsi gioca con “Orlando Furioso” al teatro di Chiasso



Al Cine Teatro di Chiasso domenica 26 marzo sarà in scena “Giocando con Orlando” uno spettacolo curioso e ironico con Stefano Accorsi e Marco Baliani, che ne ha curato anche l’adattamento e la regia in una libera interpretazione del celebre “Orlando furioso”, poema cavalleresco cinquecentesco di Ludovico Ariosto.
Come indica lo stesso titolo, qui Marco Baliani “gioca” con i 38.746 versi dell’“Orlando Furiosoe le donne, i cavalier, l’arme, gli amori”, e lo trasformano in un’inedita “ballata in ariostesche rime e una singolar tenzone” per il palcoscenico, da condursi corpo a corpo, rima dopo rima, con Stefano Accorsi.
Si tratta di un inedito esperimento teatrale che riprende l’arte sublime del giullare e dell’improvvisazione che crea davanti agli spettatori rime, versi, suoni, rumori, con soli due attori in scena a dar vita ai mille personaggi del poema, entrando e uscendo, volta per volta, da ognuno di essi, esplorando quest’universo fiabesco armati di curiosità e ironia.

Su una scena abitata unicamente dalle opere di Mimmo Paladino e dai suoi celebri cavalli con cui realizza la giostra per i duelli, gli amori, gli scontri e gli incontri dei cavalieri, i due artisti ci raccontano i due intrecci amorosi principali, quello tra Orlando e la bella Angelica e tra la guerriera cristiana Bradamante e il cavaliere saraceno Ruggiero, ma anche la gelosia, le fughe e i viaggi con le stesse parole usate da Ariosto, ma attualizzandole, commentandole e nutrendole di nuova vitalità, rigorosamente in rima!
Cine Teatro di Chiasso
Domenica 26 marzo ore 20.30
GIOCANDO CON ORLANDO
con Stefano Accorsi e Marco Baliani
adattamento teatrale e regiadi Marco Baliani
liberamente tratto da Orlando Furioso di Ludovico Ariosto
scene Mimmo Paladino
impianto scenico Daniele Spisa
costumi Alessandro Lai
luci Luca Barbati
Produzione NUOVO TEATRO diretta da Marco Balsamo
BIGLIETTI:
Primi posti: Chf/Euro 40.– / *35
Secondi posti: Chf/Euro 35.–/ *30
Diritto di prenotazione telefonica Chf/Euro 2.– (a biglietto).
PREVENDITA:
La cassa del Cinema Teatro è aperta al pubblico per informazioni, prenotazioni, acquisto biglietti e abbonamenti da martedì a sabato dalle ore 17.00 alle 19.30.
Questo servizio è anche disponibile telefonicamente negli stessi orari: 0041 91 6950916 o cassa.teatro@chiasso.ch.
I biglietti sono acquistabili anche sul sito www.teatri.ch.
Cinema Teatro di Chiasso, Via D. Alighieri 3b,
tel. +41/ 91/ 695 09 14 / 17 www.centroculturalechiasso.ch
Ma che c’entra Baliani con Accorsi? Tutt’e due in scena, due attori così diversi?
Ma il Furioso Orlando sono già due stagioni che gira con Accorsi in scena e regia di Baliani. Che bisogno c’era di farne una nuova versione? E’ la stessa frittata rivoltata per riempire i teatri: perchè
intanto va detto che il Furioso Orlando è stato un successo di pubblico senza precedenti. Va bè e allora?
Allora succede che dopo due anni ti accorgi che quello che hai fatto era una scoperta interessante ma che si poteva fare di più.
Mentre seguivo Nina Savary e Stefano Accorsi nella loro evoluzione, e vedevo la forza teatrale del repertorio, della ripetizione che genera nuove idee, ecco che mi invitano al Festival di Mantova a fare una maratona di incursioni ariostesche insieme ad altri scrittori, registi, poeti, attori, il tutto di notte, nelle stesse sale e giardini dove presumibilmente Ariosto declamava il suo poema. Mentre noi, frammentati autori, dicevamo la nostra sul poema e sulla di lui figura, c’era un nastro registrato di voci attorali che interpretavano brani dell’opera. Erano insopportabili, un birignao di tromboni che nulla facevano sentire del testo ma esprimevano solo la loro altisonante tecnica vocale.
Ho provato allora a immaginarmi Ludovico Ariosto tra quei giardini e in quelle sale che declama il suo poema. Ma declamava poi? Come raccontava le vicende, c’era musica, la faceva lui, era da
solo? Come gli nascevano i cambi di scena, l’abbandono di un filone per cercare una nuova puntata recuperando un eroe dimenticato alcuni capitoli prima? Come decideva di accorciare, tagliare, ricucire, stava attento alle risposte del suo pubblico, provava prima di mettersi all’opera?
Una grande invenzione linguistica si accompagnava per la prima volta a una grande intelligenza scenica. Un romanzo a fumetti, un compendio di future soap opere, un principio di feuilleton.
Sono corbellerie queste? Forse sì, lo sono, ma da artista devo immaginare un corpo in scena che dice parole e allora perchè non provare a rendere il poema ancor più giullaresco, a farlo parente di quell’altro teatro che si svolgeva, appena fuori da quelle corti, nelle stesse piazze, magari con guitti che citavano a memoria gli stessi espisodi, ma più rozzamente.
Così ho voluto provare a esplorare il testo in una direzione ancor più radicale.
Il gioco del teatro nel teatro è vecchio come il mondo, l’arte è saperlo condurre in un precario equilibrio, a misura, senza intaccare mai la poesia del poema, senza deridere i personaggi, senza distanza, ma con tutta la compassione amorosa dei guitti che amano le loro creature perchè ci si identificano.
Ci sarà dunque molta fisicità, senza scene, senza illustrazioni di alcun tipo, ogni gesto, parola, suono, musica, temporale, vento e accidenti vari sarà emesso da quei nostri due corpi affannati e
saltellanti.
Il centro sarà sempre il tema dell’amore, corrisposto e non, violento e non, tradito e non, con le due coppie di Orlando e Angelica e Bradamante e Ruggiero, e noi due che entriamo e usciamo dai personaggi, creandone altri intorno, mostri compresi, giocando, appunto, sulla corrispondenza delle rime infilate in un ritmo galoppante, con molta improvvisazione verbale, con rime difficili da trovare, con gesti difficili da compiere.
Saltando spazi e tempi con un semplice gioco di luci, o con un salto in più su una pedana rialzata. Stefano sarà il cantore che aggancia i vari episodi in un flusso più continuativo, io invece sarò un
full, a far da regista in scena, a diventare spalla e comprimario, a tendere trappole e inventare strofe.
Ma ecco, che grazie a questo gioco, a questa ludica gioia teatrale, a tratti apparirà, per intero,la passione dell’amore, distillata e resa straziante, la forza dell’amicizia, in un attimo di commossa
fratellanza, la furia della gelosia in un esercizio distruttivo.
Giocando con Orlando sorprenderà lo spettatore, che, dopo esser stato condotto al campo da gioco, alla giostra e alla helzapoppiniana baraonda, si troverà all’improvviso di fronte a qualcosa di antico: i sentimenti. Avrà appena il tempo per sentirli e provare qualcosa che assomiglia alla nostalgia, per poi essere trascinato di nuovo sulle montagne russe dell’Ippogrifo volante o dell’Orca ruggente.
Marco Baliani