I Lunedì del Cinema: “Le ultime cose”, tre storie in tempi di crisi

“Le ultime cose” opera prima di Irene Dionisio è un film già proiettato a Como nell’ambito del Cinema Italiano Festival e in quell’occasione venne come ospite Christina Rosamilia, una delle protagoniste delle tre storie in questi tempi di crisi che si intrecciano intorno ad un banco di pegni e, inconsapevolmente, sulla sottile linea del debito morale.
Torino, una moltitudine dolceamara di persone porta in pegno i propri averi, in attesa del riscatto o dell’asta finale. Tra i mille volti che raccontano l’inventario umano della crisi, ci sono quelli di Sandra, giovane trans, per sfuggire al passato porta in vendita la sua pelliccia. Il suo sguardo incrocerà quello di Stefano, novellino appena entrato al banco, spingendola verso una tenera ossessione. Michele, ex facchino in pensione, chiede un prestito ad un parente, ma questo si rivelerà fatalmente la persona sbagliata.
L’occhio della regista Irene Dionisio, classe 1986, laureata in filosofia estetica e sociale all’Università di Torino, si muove nel solco wisemaniano del “guardare senza essere visti” lasciando che le storie si raccontino da sole. “Le ultime cose” è stato presentato in concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nel 2016.
Spazio Gloria via Varesina – Como
24 aprile ore 21
LE ULTIME COSE di Irene Dionisio
Regia e sceneggiatura: Irene Dionisio. Fotografia: Caroline Champetier. Montaggio: Aline Hervé. Musica: Matteo Marini, Gabriele Concas, Peter Anthony Truffa, Sweet Life Factory. Interpreti: Fabrizio Falco, Roberto De Francesco, Christina Rosamilia, Alfonso Santagata, Salvatore Cantalupo. Italia, Francia, Svizzera 2016. 85 minuti.

Note di Irene Dionisio
Le ultime cose nasce dall’esigenza di raccontare in maniera “laterale” la crisi: dal punto di vista non soltanto di chi la subisce, ma di chi la infligge attraverso un sistema legalizzato. Il banco dei pegni racconta in un solo luogo, attraverso il percorso degli oggetti e una moltitudine di storie, le dinamiche del capitalismo di oggi, di una società fondata sullo scontro nuovo ed epocale tra debitore e creditore. Il banco dei pegni è il luogo in cui questo scontro si “materializza”. Un luogo che brulica di vite vissute, volti, storie, all’interno del quale l’essere umano sembra spogliato delle sue sembianze naturali: fragile, piccolo, impotente di fronte ad una rete organizzata e possente, senza nome né possibilità di essere interpellata.