I Lions donano un’apparecchio per l’anestesia alla pediatria del Sant’Anna

La Pediatria dell’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia utilizzerà in Pronto Soccorso Pediatrico l’anestesia a base di protossido di azoto. E questo grazie alla donazione dei Lions Club Monticello e Como Host, presentata stamattina in conferenza stampa. Il presidio comasco ha ricevuto in regalo un’apparecchiatura (erogatore e mascherina) del valore di 3milaeuro per praticare, tra i primi reparti in Lombardia, la sedazione cosciente del bambino, utile, ad esempio, in caso di suture complesse, riduzione di fratture o prelievi difficili da eseguire quando il piccolo è agitato.
Il protossido di azoto, già utilizzato da anni in sala operatoria, è un gas anestetico, naturalmente presente nell’atmosfera, che ha proprietà sedative, ansiolitiche, moderatamente analgesiche e amnesiche. E’ incolore, non infiammabile, con un sapore lievemente dolciastro. In medicina viene somministrato, per via inalatoria tramite mascherina o cannule nasali, sotto forma di miscele di ossigeno (al 70%, al 50% o al 30%). L’inalazione di questa miscela induce uno stato di sedazione cosciente, durante il quale vengono conservate la capacità di respirare autonomamente i riflessi protettivi delle vie aeree e la capacità di rispondere a stimoli verbali.
L’effetto si manifesta dopo tre minuti dall’inizio dell’inalazione del gas e altrettanto rapidamente scompare dopo la sua sospensione. La sua eliminazione avviene per via respiratoria, per cui può essere utilizzato anche nei pazienti con insufficienza epatica o renale. Gli effetti collaterali sono rari e rapidamente reversibili con la sospensione della somministrazione.
“L’utilizzo di questo gas associato ad ossigeno al 50% – ha spiegato Angelo Selicorni, primario della Pediatria – è indicato in ambito pediatrico per procedure moderatamente dolorose come interventi dentistici, riduzione di fratture e lussazioni, inserimento di cateteri, suture di ferite o rachicentesi. Può essere utilizzato da solo o associato ad altre tecniche analgesiche, a seconda del problema che si deve affrontare”. Un ausilio ad affrontare anche alcuni casi che vengono trattati in collaborazione del Pronto Soccorso Generale: “Anche nel nostro reparto – ha ricordato Roberto Pusinelli, primario del Pronto Soccorso – abbiamo sviluppato da tempo procedure per trattare il dolore nei bambini, ad esempio, utilizzando una pomata anestetica invece di un’iniezione per trattare un taglio. Questa nuova metodica sarà molto utile nella nostra attività”.

L’introduzione della metodica prevede la stesura di un protocollo condiviso con il reparto di Anestesia e l’attivazione di un percorso formativo per i medici e il personale infermieristico dell’U.O. di Pediatria, come ha ricordato Paolo Barone, primario dell’Anestesia e Rianimazione. “Si ipotizza di completare questi passaggi e permettere l’utilizzo di questa procedura entro l’estate – ha aggiunto il primario – . Il tutto nel solco di una tradizione della Pediatria del Sant’Anna da molti anni orientata al controllo del dolore, in linea con la legge 15 marzo 2010, n. 38 concernente “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”.
Una componente rilevante del dolore da procedura nel bambino, inoltre, è la sofferenza prodotta dalla paura. “Essa – ha proseguito Selicorni – da un lato influisce fortemente sulla percezione della sensazione dolorosa potenziandola e amplificandola, dall’altro determina l’insorgere di ansia anticipatoria nei confronti delle procedure invasive successive alla prima. Questo rende altamente stressante per il bambino e la sua famiglia e problematico per gli operatori anche la gestione di procedure invasive minori quali il prelievo venoso. Ciò è in particolar modo vero nei bambini affetti da patologia cronica che si devono sottoporre a procedure invasive con frequenza, nonostante si utilizzino tecniche non farmacologiche quali la distrazione, il rilassamento e l’immaginazione guidata”.
Un regalo pensato, dunque, per i piccoli pazienti del Sant’Anna e delle loro famiglie affinché l’ospedalizzazione non sia un trauma o lasci un ricordo negativo. Un segno concreto, come hanno ricordato Francesco Peronese e Silvio D’Andrea, presidenti dei due Club Lions, di vicinanza e di affetto ai bambini che hanno bisogno della Pediatria.