La “Blue Whale” che dilaga: ecco cosa ne pensano i giovani comaschi
Presa diretta con gli adolescenti alle prese con questo nuovo, folle, gioco via internet. Le testimonianze e le loro parole.
“Ho resistito alla paura di morire solo per veder vivere bene chi amavo. E ricordate, io non ero triste, non avevo problemi, è solo un gioco bastardo ideato da menti malate e sadiche che trucida le anime dei deboli. Io sono viva, molti non hanno resistito. Non è solo uno stupido gioco, non pensate nemmeno di giocarci, potreste non uscirne vivi.”
Con queste parole la piccola Ellie mette un punto alla sua esperienza all’interno del fatale gioco da tutti conosciuto con il nome di Blue Whale.
Sono ormai molti i casi di suicidi tra gli adolescenti che presentano rilevanti analogie con questa esperienza e nonostante numerose persone siano convinte che si tratti solo di un’enorme bufala, sono tante le prove a sostegno della sua veridicità. Tra i giovani questo passatempo, se così può essere definito, si sta diffondendo a macchia d’olio, arrivando a coinvolgere non solo elementi più o meno fragili, ma anche qualche curioso che pensa di riuscire a tirarsi indietro prima dello scadere dei suoi giorni.
Il gioco, che si propone di rendere nuovamente le balene, cioè i giocatori, padrone della loro vita, si compone di cinquanta tappe, una per giorno. Piccole sfide, inizialmente più semplici e poi sempre più difficili da sostenere a livello psicologico, riescono in poco più di un mese a portare i ragazzi a desiderare la propria morte che, anche se può essere considerato un controsenso, diventa l’unico modo per riprendersi la propria vita.
I giovani che abbiamo intervistato oggi, la maggior parte di quali minorenni, rispondono con grande tenacia trovando varie soluzioni per uscire da questa situazione: “Bisognerebbe parlare con qualcuno che ci possa aiutare.” commenta Gabriele;“L’unico modo per uscirne è essere forti e non cedere alla tentazione di entrare a farne parte!” aggiunge Giulio. Tutti i ragazzi sono d’accordo sul fatto che si tratti di un gioco stupido e deplorevole che fa leva sul lato più fragile dell’animo umano grazie ad una profonda conoscenza della psicologia come si evince dalle parole di Riccardo “Non può nemmeno essere considerato un gioco, è solo il frutto di numerose menti perverse che agiscono per fare del male.”.
Inoltre è stata creata una chat di sostegno su di WhatsApp, che risponde al numero 3482574166, che fa riferimento alla Legge Ferrara, che si propone garantire un aiuto agli adolescenti che stanno attraversando un momento difficile in modo da evitare queste spiacevoli situazioni.