
La casa di campagna fece da sfondo alla vita quotidiana di Donna Margherita, origine veneziana di ricca famiglia ebrea fino alla notte tra il 29 e il 30 ottobre 1961, quando in una di quelle stanze la donna morì nel sonno.
La casa è ricca di documenti storici: scritture autografe della padrona di casa, auguri dei reali d’Italia, bozzetti di Gabriele D’Annunzio che frequentò il ricercato salotto della Sarfatti, autrice di una delle biografie del Duce di maggior successo. Il nome di Benito Mussolini è molto legato a casa Sarfatti. Fu proprio Margherita a individuare in quello che sarebbe diventato il duce i tratti distintivi di chi aveva la capacità di guidare il Paese in quegli anni agitati. Qui, per esempio, venne pianificata la marcia su Roma; qui Mussolini si rifugiò, in quella notte drammatica, quando sembrava che il re Vittorio Emanuele III avrebbe firmato lo stato d’assedio, decretando, allo stesso tempo, il fallimento del tentativo fascista di prendere il potere.
