
Si è conclusa sabato anche questa edizione di Parolario. Il Festival della letteratura del Lago di Como ha registrato un grande successo, soprattutto grazie all’affluenza di pubblico e al tenore degli ospiti, quest’anno davvero, tutti molto in forma. Segno che evidentemente la fama di Parolario si sta espandendo e partecipare alla manifestazione, anche per autori stra-famosi, è diventato un motivo di entusiasmo.
Sicuramente ne è uscito felice il pubblico, che da una parte ha potuto ascoltare, magari per la prima volta dal vivo, i suoi autori preferiti, dall’altra, se è stato bravo a lasciarsi guidare dalle intuizioni degli organizzatori, ha potuto conoscere personaggi che finora gli erano ignoti. O scoprirne aspetti del tutto nuovi.
L’esempio lampante è il magnifico Marco Malvaldi, autore Sellerio celebre per i suoi gialli ambientati al Bar Lume, che ha però sorpreso il pubblico di Parolario con “Le due teste del tiranno”, ovvero i suoi metodi matematici per arrivare alla tanto agognata libertà. Emblematico anche il caso di Marcello Simoni, conosciutissimo nel mondo del giallo storico contemporaneo, che ha avuto l’occasione qui di farsi strada anche tra il pubblico dei non appassionati.
Altro grande ospite nella stessa giornata, Jeffery Deaver, il thrillerista americano conosciuto da tutti per la serie dedicata al “collezionista d’ossa”, che si è rivelato molto più affabile e disponibile di quanto lo descrivessero le cronache.
Anche Andrea Vitali, presente a Parolario non nella sua veste di romanziere laghè, o almeno non specificatamente, quanto in quella di sceneggiatore e guida teatrale, a mostrato un lato umanissimo e solidale di sé, che forse in pochi conoscevano. E proprio questo è stato uno dei grandi meriti di Parolario 2017, mostrarci “il dietro le quinte” di autori che nell’immaginario collettivo sono invece delle icone, magari un po’ algide e lontane dalla nostra realtà.
Esempio sommo di questo è stata Sveva Casati Modignani, che, durante la conferenza con la quale ha presentato i suoi ultimi due romanzi, ha dimostrato tutta la sua umanissima semplicità. Una donna estremamente elegante eppure così vicina a noi, al nostro disagio davanti allo sperpero di ricchezze. Una donna che prepara il sugo in cucina e intanto sogna storie d’amore fra ricchissimi uomini e bellissime donne. Proprio come fa la maggior parte di noi.
Non avevamo invece alcun dubbio sull’atteggiamento di Flavio Caroli, che nel presentare il suo Storia di artisti e di bastardi, già dal titolo non il solito saggio di critica artistica, sì e mostrato esattamente come siamo abituati a vederlo in tv: ironico, affabile, e soprattutto extra colto.
Grande successo per Vittorio Nessi. Il magistrato, alla sua opera prima come romanziere, è stato fra gli autori più acquistati al bookshop, simbolo questo non soltanto dell’attaccamento di Como agli autori che la rappresentano, ma anche della curiosità che il neonato giallista è riuscito a suscitare durante il suo intervento.
Chi forse invece ha strappato al pubblico le risate più consapevoli e riflessive della manifestazione, è stato Maurizio Nichetti. Il regista di Ratataplan ripercorrendo la storia della sua carriera ci ha regalato una prospettiva completamente nuova su un mondo, quello dello spettacolo, che altro non è se non uno specchio dell’intera nostra società.
Assolutamente in linea con ciò che ci aspettavamo da lui, Alberto Pellai. Il medico e psicoterapeuta, davanti a una sala veramente gremita, ha raccontato la famiglia partendo dal suo punto di vista, non soltanto clinico, ma soprattutto personale. Anche in questo caso, il pubblico ha risposto in modo diretto, non soltanto con la partecipazione all’evento, ma anche con l’acquisto di un cospicuo numero di copie…
Grande successo di presenze, veramente grande!, che forse non ci si poteva aspettare, è stato quello di Piergiorgio Odifreddi. Inatteso ovviamente non per lo spessore del personaggio, che al contrario non lasciava dubbi riguardo alla risposta, ma per l’impegno della conferenza, non legata ad un esplicito testo, ma al pensiero di Odifreddi nella sua completezza, riguardo a matematica, filosofia, religione…
Non ha ovviamente deluso il pubblico Oscar Farinetti, qui nella sua veste di scrittore e non di droghiere. Né tantomeno l’hanno fatto Milly Carlucci o Stefano Benni durante l’ultimo giorno di manifestazione.
Un festival questo che ha avuto molti temi, e molti cuori. Non soltanto la letteratura, ma anche i bambini per esempio, cui sono stati dedicati innumerevoli laboratori, e soprattutto le scienze, con conferenze, presentazioni di libri, interventi indiretti che hanno concentrato l’attenzione su matematica, genetica, botanica, astronomia… Ci viene il dubbio che sia stato un tentativo programmatico, quello degli organizzatori di Parolario: voler mostrare come scienza e umanesimo camminino di pari passo; come la bellezza, quasi commovente, della matematica non abbia nulla da invidiare alla poesia o alla filosofia, altre grandi protagoniste di questo festival. E poi cucina, religione e chiesa, e soprattutto tanta, tanta musica, suonata e raccontata.
In fine, ovviamente, il cinema, che ha fatto da chiosa a quasi ogni giornata di Parolario, come se gli organizzatori avessero voluto scegliere un film di volta in volta simbolo, sintesi e rappresentazione per immagini di tutto ciò che era stato raccontato, e dibattuto, durante la giornata.
La manifestazione si era aperta il giorno dell’inaugurazione con tanti politici, o aspiranti tali, che hanno voluto ricordare quanto la manifestazione fosse importante per la cultura cittadina. Ci tocca dargli ragione: sicuramente Parolario ha rappresentato, e ci auguriamo continui a rappresentare, un crocevia fondamentale per l’incontro fra diversi genere di cultura, ma anche fra diversi livelli di profondità, grazie alla varietà degli ospiti e dei temi trattati. Così si è regalato a chi magari mai l’aveva sperimentato un momento di elevazione verso il cielo e ha permesso al contrario a chi viaggia sempre con lo sguardo verso le nuvole di riportare, per qualche ora almeno, i piedi per terra.
Ci vediamo l’anno prossimo, Parolario! E a voi, che avete seguito il nostro lavoro durante questa edizione, assicuriamo, dopo aver origliato le conversazioni fra gli organizzatori, che già si pensa, concretamente, al 2018.
Il saluto finale del presidente Glauco Peverelli